La città di Napoli, negli angoli più impensati del suo centro storico, nasconde talvolta dei veri tesori di cui non sempre i cittadini partenopei sono a conoscenza.

Poco distante dalla famosa sede universitaria insediata nel Complesso Conventuale “Suor Orsola Benincasa” e dalla funicolare centrale di via Vittorio Emanuele, su un’angusta piazzetta, si affaccia un altro antico complesso conventuale seicentesco, con annessa la bella chiesetta Santa Maria delle Grazie.
In esso ha sede la Fondazione Mondragone – Museo del tessile e dell’abbigliamento.

Alcuni cenni storici:
Nel Seicento sorsero a Napoli numerosi monasteri che costituivano un ritiro di tipo conventuale, ospitando solo figlie di nobili da cui poter trarre un profitto economico. L’attuale complesso in piazza Mondragone ne fu uno, adibito appunto a Conservatorio di Matrone e Vergini Nobili.

Nel 1665 la nobildonna Elena Aldobrandini, moglie di Antonio Carafa, Principe di Stigliano e duca di Mondragone, volle aprire le porte a giovani donne non abbienti che non volessero prendere i voti e fondò il “Ritiro per Matrone Vergini e Oblate”

Nel 1870 con Regio Decreto il Conservatorio fu riconosciuto “Ente Morale” alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione con la denominazione di “Real Istituto di Mondragone” e divenne un collegio femminile per le orfane e le figlie del popolo.

Nel corso della seconda guerra mondiale, chiuso il convitto, vi venne istituita una scuola popolare per classe operaia ed una parte dell’edificio fu adibita ad asilo per accogliere i figli dei soldati impegnati al fronte.

Dopo tante vicissitudini, al termine del conflitto mondiale, l’Ente riprese l’opera educativa orientandosi verso le attività artistiche legate alla tessitura ed al ricamo.

Nell’aprile del 2003 l’Istituto divenne Polo della Moda della Regione Campania e nel giugno venne aperto al pubblico il “Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini”, ente impegnato nella promozione delle attività relative all’arte tessile e sartoriale partenopea.

Molto ricca è, oggi, l’esposizione museale: tessuti ricamati con la famosa seta di San Leucio risalenti ai secoli XVII e XVIII, paramenti sacri, merletti, pizzi al tombolo, abiti storici realizzati attenendosi ai dipinti dei maestri napoletani del ‘600, prototipi di abiti confezionati con guanti della tipica lavorazione artigianale napoletana, costumi regionali di popolane che indossavano nei giorni di festa, copiati da gouache conservate in vari musei italiani…

In esposizione, inoltre, le collezioni di abiti dei maestri Fausto Sarli e Livio De Simone, le donazioni Del Balzo e Pignatelli ed i pregiati tessuti della collezione Passerini.

Questa Fondazione patisce, come tante altre istituzioni culturali italiane, della mancanza di fondi necessari per la sopravvivenza e la dott.ssa Gioia Mautone si adopera in tutti i modi per non rischiarne la chiusura.

Consiglio davvero una visita a questo complesso museale, raggiungibile comodamente con la funicolare centrale di Napoli in partenza dall’Augusteo.

Visita effettuata con i SITIREALI di Napoli.

Gli scatti di questo fotoreportage:
1 – Fondazione Mondragone e chiesa Santa Maria delle Grazie;
2 – Antiche allieve ricamatrici;
3 – Dott.ssa Gioia Mautone dinanzi ad un paliotto di altare;
4 – Particolare di paliotto lavorato con la seta di San Leucio;
5 – Particolare di paliotto con inserzioni di corallo;
6 – Abito di antica nobildonna;
7 – Rilettura dell’abito di Eleonora di Toledo ritratta dal Bronzino;
8 – Collezione Sarli;
9 – Abito festivo di una donna di Moliterno;
10 – Prototipo di abito “Indossare i guanti”.

 
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Commenti (2)


  1. Complimenti per le foto e l’articolo.
    La Fondazione Mondragone è di particolare interesse

    Saluti


  2. Maria, le foto che vedi sono l’ennesima parte di ciò che custodisce questo museo: bisogna assolutamente visitare questo sito e divulgarne l’esistenza!
    Grazie per il commento.

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