Nel tardo pomeriggio del 12 settembre 2013, a Torre del Greco, ha avuto luogo la settima edizione del premio letterario leopardiano “La Ginestra”.

Fu istituito nel 2006 dal “Rotary Club” di Torre del Greco, in collaborazione con l’Università degli Studi Federico II e la Fondazione Ville Vesuviane di Napoli, per ricordare Giacomo Leopardi ed i luoghi della Campania che il poeta di Recanati aveva amato intensamente.

La scelta fra i candidati al Premio 2013 è stata effettuata dai seguenti componenti del Comitato Scientifico:

Massimo Marelli (Rettore della “Federico II” – Presidente della Commissione)
Arturo de Vivo
Emma Giammattei
Mauro Giancaspro
Fabiana Cacciapuoti
Valeria Sampaolo
Donatella Trotta
Matteo Palumbo (coordinatore del Premio)

Giuseppe Ascione (segretario del Premio, senza diritto di voto)
Paolo Romanello (segretario del Premio, senza diritto di voto)

Il premio nazionale “La Ginestra 2013” è stato, quindi, conferito al professore emerito Antonio Prete, dell’Università di Siena, che, avendo dedicato gran parte della sua attività scientifica a Giacomo Leopardi e segnando una effettiva svolta negli studi specialistici con il volume “Il pensiero poetante”, si è distinto nella interpretazione e nella divulgazione della poesia leopardiana.

La cerimonia è stata organizzata all’aperto, accanto alla settecentesca Villa delle Ginestre. La Villa per lunghi anni era rimasta in completo stato di abbandono, tanto che, ci dice l’architetto Paolo Romanello, direttore generale dell’Ente Ville Vesuviane: “Vi razzolavano le galline ed era sopraffatta da erbacce”.

Acquistata dallo Stato nel 1962 per l’Università Federico II e riportata al suo antico splendore ad opera del Centro Studi Leopardiani di Recanati, è stata data in comodato all’Ente Ville Vesuviane che vi organizza eventi culturali e dal 2006 è divenuta, appunto, sede del Premio Leopardiano “La Ginestra”.

Qui il Leopardi, infermo e bisognoso di aria salubre, soggiornò nel 1836 fino alla sua morte avvenuta nel febbraio 1937, ospitato dal proprietario avv. Giuseppe Ferrigni, suo amico, e qui compose le due liriche “Il tramonto della luna” e “La ginestra”.

La serata è stata allietata da alcuni interventi musicali da parte del Quartetto di clarini di San Pietro a Majella e dalle letture leopardiane da parte di Massimiliano Foa e Veronica Cataletti; dulcis in fundo: “L’Infinito”!

Particolarmente commovente è stato il “Canto alla luna”: un brano tratto dal “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, poesia di Giacomo Leopardi, messo in musica da Gigi di Luca.
Al microfono la voce di Fiorenza Calogero, accompagnata dalla chitarra di Carmine Terracciano.

Numerosi spettatori affollavano il piccolo anfiteatro allestito con cura all’aperto e su, nel cielo, sulle nostre teste, una luna crescente faceva capolino tra le nuvole passeggere, quasi a voler omaggiare anch’essa il grande poeta che le aveva dedicato la meravigliosa poesia:

“Che fai tu, luna, in ciel, dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.”

 
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Commenti (2)


  1. sempre interessanti e belli i tuoi servizi. Brava!!!


  2. Nella stesura dell’articolo ho commesso un errore: la morte del Leopardi è avvenuta nel 1837 e non nel 1937!

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