I forti umbertini sono 22 batterie facenti parte del sistema difensivo dello Stretto di Messina, realizzato dallo Stato Maggiore dell’Esercito tra il 1884 e il 1914 con lo scopo di difendere una parte del territorio meridionale, dislocate nella città di Messina nella costa siciliana e Reggio per la regione Calabria.

Le prime fortezze ad essere costruite furono il Forte Polveriera (Masotto) e il Forte Matiniti Superiore (Siacci) rispettivamente sulla sponda messinese e calabrese. L’ultima fu quella di Sbarre, posta a sud di Reggio, che fu ultimata nel 1914, a ridosso dell’inizio della I Guerra Mondiale.

La lista dei forti:
1. Batteria da Costa POLVERIERA (Masotto), novembre 1884
2. Batteria da Costa MATINITI SUPERIORE (Siacci), 1 novembre 1884
3. Batteria da Costa MENAJA, 20 agosto 1887
4. Batteria da Costa PIETRAZZA, 1 gennaio 1888
5. Batteria da Costa MATINITI INFERIORE, 25 gennaio 1888
6. Batteria da Costa POGGIO PIGNATELLI, 25 gennaio 1888
7. Batteria da Costa OGLIASTRI, 16 agosto 1888
8. Batteria da Costa TELEGRAFO (Beleno), 1 settembre 1888
9. Batteria da Costa CIMITERO DI CATONA, 19 aprile 1889
10. Batteria da Costa MANGIALUPI, 30 aprile 1889
11. Batteria da Costa MONTE GIULITTA (Schiaffino), 17 giugno 1889
12. Batteria da Costa PENTIMELE NORD (Pellizzari), 11 luglio 1889
13. Batteria da Costa Monte GALLO (Cavalli), luglio 1889
14. Batteria da Costa PENTIMELE SUD, 11 luglio 1889
15. Batteria da Costa S. JACHIDDU, 19 luglio 1889
16. Batteria PIANO DI ARGHILLA’ (Gullì), 19 luglio 1889
17. Batteria da Costa SERRA DELLA CROCE, 17 agosto 1889
18. Batteria di PUNTAL FERRARO, 19 settembre 1889
19. Batteria di Monte dei CENTRI, ottobre 1889
20. Batteria di Monte CAMPONE, 31 dicembre 1889
21. Fortino di ANTENNAMARE, settembre 1899
22. Semaforo di FORTE SPURIA, ricostruito sui resti dell’antico Forte inglese*
23. Batteria SBARRE, costruita nel biennio 1913-14
24. Batteria CORREALE, non costruita

Le strutture fortificate messinesi, che hanno superato indenni il terremoto del 1908 e le due guerre mondiali, da quando l’amministrazione militare ha passato le consegne all’Agenzia del Demanio, sono state, a causa delle servitù militari, tenute lontane per tanti anni dall’attenzione dei cittadini e hanno subito la scarsa attenzione delle amministrazioni locali che non hanno mai colto la loro grande potenzialità turistico-economica.

Le foto di seguito si riferiscono a Forte Cavalli, che, dopo anni di sfruttamento da parte dei pastori locali, viene consegnato alla gestione dell’Associazione Comunità Zancle – ONLUS. Una parte restaurata viene adibita a museo con esposti armi, bombe, bombe a mano, mine, tutti i ritrovati bellici delle ultime guerre nell’area dello stretto di Messina. Uno degli artificieri della Marina Militare che si è occupato della bonifica del territorio, ormai in pensione, adesso accompagna i visitatori attraverso le sale definite un “Laboratorio di educazione alla Pace”; l’intenzione è proprio far conoscere gli orrori della guerra ai ragazzi delle scuole elementari e medie e naturalmente far conoscere una parte della storia del nostro territorio. Per la posizione in cui si trovano, i forti umbertini offrono un panorama spettacolare, in particolare Forte Cavalli domina tutto lo stretto di Messina e nelle giornate più limpide è possibile vedere Palmi in Calabria e la vetta dell’Etna dal lato opposto.

La foto 1, divisa in due parti, rappresenta nella parte destra la posizione delle fortezze e la parte sinistra il raggio di fuoco a copertura della zona di ogni fortezza e la posizione delle fotoelettriche che illuminavano di notte lo Stretto di Messina.
Le foto 2–3–4–5–6 illustrano una panoramica del forte e dello Stretto di Messina; in particolare nella foto 4 in basso a destra è presente una piattaforma dove erano sistemati i cannoni.
Le foto 7–8 rappresentano delle armi esposte della 2^ Guerra Mondiale, non in dotazione del forte sono state portate successivamente al restauro.
Nella foto 9 c’è un originale di quello che a Messina è definito “carrumattu”, considerato il TIR della fine del 1800; serviva a trasportare, nel caso dei forti umbertini, il materiale di costruzione e le armi. Trainato da buoi, la definizione di “carrumattu” (carro matto) gli fu data a causa dell’ingovernabilità nelle curve, probabilmente per le dimensioni.

(alcune notizie sono tratte da: M. Lo Curzio e V. Caruso – “La Fortificazione Permanente dello Stretto di Messina” – storia, conservazione e restauro di un patrimonio architettonico e ambientale, EDAS, Messina 2006)

 
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Commenti (2)


  1. Bel fotoreportage informativo, esustivo e con ottime fotografie, bravo Giuseppe complimenti!


  2. Grazie Vincenzo, sempre gentile. :-)

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