Gaetano Cima, nato a Cagliari il 16 agosto 1805, dopo aver conseguito nel 1830 il titolo di Architetto civile all’Università di Torino, studia architettura all’accademia di San Luca a Roma.

Dal 1834 al 1836 Cima lavora al Genio Civile di Cagliari; lascia l’incarico per divergenze col viceré Monteglio su particolari costruttivi dell’erigendo teatro civico di Cagliari che, realizzato sul suo progetto ma con le modifiche del viceré, fu distrutto dal bombardamento nel 1943.
Libero professionista e direttore dell’ufficio tecnico del Comune di Cagliari, dal 1840 al 1876 insegna disegno architettonico, ornato e architettura elementare.

Per Cima, il Genio Civile prima e l’Ufficio Tecnico del Comune di Cagliari dopo, sono importanti punti di osservazione di una città che vive una fase storica cruciale: capitale di un regno, piazzaforte marittima quale terminale di una vasta isola, al centro di scambi commerciali nel mediterraneo. In questo crogiolo di previsioni e iniziative per la pianificazione tecnico-politica della città matura la personalità culturale del Cima.

Rispetto ai progettisti che lo hanno preceduto in Sardegna mostra superiorità per il sapere tecnico moderno, oltre una intelligenza progettuale fuori del comune sia nelle nuove opere sia nel cogliere e nello interpretare i messaggi formali lasciati dagli altri le cui opere ha condotto a compimento.

Grazie alla stesura di un vero e proprio piano regolatore di Cagliari (1858), il primo in Italia, merita di essere considerato Urbanista. Morì a Cagliari il 4 febbraio 1878.
Nel 1839 progettò la chiesa parrocchiale di Guasila in pianta circolare e pronao di stile dorico. Per ulteriori dai sulla chiesa si può consultare www.sardegnacultura.it.

 
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Commenti (2)


  1. Non per gloria, non per denaro, ma vorrei segnalarvi che, con tutto il rispetto per Gaetano Cima, architetto e progettista, che, gli interni di questa Vostra Chiesa sono stati completamente restaurati, come da foto vostre foto, da mio fratello Francesco Carcangiu (che non c’è più).
    Un cenno al suo lavoro sarebbe stato un segno di rispetto per tutti i lavoratori che con passione e sacrificio mantengono i nostri patrimoni artistici.
    Salvatore Carcangiu


  2. Un giorno, con comodo, mi spiegherete il senso di quelli che voi chiamate “commenti”.
    Si commenta quando si ha qualcuno che può dare risposte, se no serve a nulla.

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