Carnevale di mezza quaresima

Arriviamo a Bergamo per una passeggiata domenicale, alla fine di marzo, quando sulle striscie pedonali, un “leone” ci attraversa la strada, ci guardiamo pensando…“ma non è carnevale!”

Sì, perché il primo leone visto altro non era che un abitante della città travestito per il “Carnevale bergamasco”. Proseguendo in mezzo al traffico, vediamo altre maschere che si dirigono tutte al centro della città bassa, lì dove ogni anno per tradizione voluta dalla associazione del ducato di Pontida si svolge la sfilata di mezza quaresima.

Circa 50/60 carri allegorici sfilano sotto lo sguardo dei presenti accorsi a gran numero, anch’essi vestiti con maschere multicolori e visi sorridenti. Lo spettacolo è assicurato: le associazioni dei comuni limitrofi si sfidano per realizzare il carro più bello, gruppi folkloristici che danzano a suon di musica con sincronismo incredibile di chi ha provato più e più volte per fare bella figura; la banda che suona musiche allegre… e in mezzo al frastuono una pioggia di coriandoli per la gioia dei bimbi e la rassegnazione delle commesse dei negozi aperti che “cercano” di spazzarli dagli zerbini.

Alla fine della sfilata, verso sera c’è l’usanza di bruciare una bruttura che viene appesa al collo della “vecia” che personifica la quaresima. In questa occasione, ogni anno, una delle “brutture” della città, come ad esempio un qualcosa di considerato poco utile, o che ha creato disagio alla cittadina nell’arco dell’anno trascorso viene bruciato al centro di piazza Pontida, una delle più antiche di Bergamo, sotto gli occhi di una folla curiosa che dicono ogni anno sia maggiore.

Una domenica all’insegna del divertimento, e delle tradizioni che offre la nostra cultura, una “Bergamo” vista con gli occhi diversi e con un sorriso in più.

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