Sos cemento nella “valle spoletana”
Purtroppo nemmeno la zona di Campello sul Clitunno, sino ad ora rimasta sostanzialmente “intatta”, è esente dal pericolo di speculazioni e colate di cemento.
Infatti, su segnalazione di alcuni cittadini residenti, abbiamo dovuto constatare che, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 5 del 31 gennaio 2011 il paesino umbro ha adottato la parte strutturale del Nuovo Piano Regolatore Generale, il quale (rimasto visibile in rete per il tempo strettamente necessario alla formulazione di eventuali osservazioni e, quindi, immediatamente rimosso!) espone il territorio della cd. “valle spoletana” al rischio concreto di una prossima speculazione edilizia.
Le zone di nuovo impianto prevalentemente residenziale previste dal PRG appaiono, infatti, sovradimensionate rispetto alle esigenze effettive di un piccolo comune di appena 2500 abitanti come, appunto, Campello sul Clitunno, mentre vi sono immense cubature che potrebbero essere recuperate a tale scopo (si veda, ad esempio, lo stabilimento dei Tabacchi di Settecamini ed i cosiddetti forni in località Ravale).
Una consistente parte delle zone rese edificabili dal nuovo PRG sono ubicate in aree di altissimo pregio paesaggistico (come ad esempio via Filippo da Campello, via Carducci ed, addirittura, il Colle di Campello Alto) quando, invece, un’eventuale espansione del tessuto urbano avrebbe potuto e (dovuto) riguardare (una volta esaurito il recupero delle cubature esistenti), soltanto, la zona posta a valle della SR n. 3 Flaminia (zona della stazione ferroviaria), ubicata tra, l’altro, a breve distanza dall’ex tabacchificio.
Il nuovo PRG del comune di Campello sul Clitunno comporterebbe, di fatto, la cementificazione di quello che avrebbe dovuto costituire il naturale parco urbano di Campello sul Clitunno (ovvero l’immensa area, ancora inedificata, che separa le frazioni di Ravale, Settecamini ed il capoluogo). Parco urbano compromesso, a ben vedere, anche dalla localizzazione delle aree destinate a verde attrezzato.
Contrariamente a quello che potrebbe suggerire il termine utilizzato dagli Amministratori, per verde attrezzato si intendono le aree destinate ad ospitare, in futuro, i nuovi impianti sportivi (e, dunque, in tale caso, si tratterebbe di un immensa colata di cemento, sebbene destinata a soddisfare esigenze di pubblico interesse).
E’ paradossale poi la localizzazione della nuova zona industriale! Sebbene, infatti, siano presenti, in prossimità della stazione ferroviaria (e, dunque, a valle della SR n. 3 Flaminia), degli immensi opifici dimessi, la nuova zona industriale verrebbe realizzata all’interno di un’area paesaggisticamente integra ed a breve distanza dalla Chiesa della Madonna delle Grazie.
Si segnala da ultimo la previsione del parco del Clitunno.
La felice intuizione dell’Amministrazione Comunale di istituire, in prossimità delle Fonti del Clitunno, un area protetta, si rivela, nei fatti, una pura illusione. Il perimetro dell’area (troppo ristretto) comprende, infatti, una zona già compromessa dalla presenza della ferrovia, della superstrada, di insediamenti industriali, di mobilifici etc. e, non si estende, invece, a quella che doveva essere la vera area naturale da preservare (ovvero gli immensi boschi di lecci, frassini, cipressi e pini e le terrazze ulivetate che dalle Fonti del Clitunno si estendono sino alla Collina di Campello Alto ed al Castello Di Pissignano).
Proprio questa area dette spunto all’ode “Alle Fonti del Clitunno” di Giosuè Carducci. Nel giugno del 1876 il poeta toscano andò, infatti, ispettore al liceo di Spoleto e volle visitare le fonti del Clitumno, che, all’epoca, si trovavano a mezz’ora di carrozza dalla città. Sul luogo il Carducci pensò l’ode che fu scritta quell’anno e che, come noto, inizia proprio con la descrizione di quel paesaggio.
L’ode, inizia, con il seguente verso: “Ancor dal monte, che di foschi ondeggia frassini al vento mormoranti e lunge per l’aure odora fresco di silvestri salvie e di timi, scendon nel vespero umido, o Clitumno, a te le greggi: a te l’umbro fanciullo la riluttante pecora ne l’onda immerge […]”
Orbene, il nuovo PRG del Comune di Campello sul Clitunno non include nel perimetro delle aree da proteggere e preservare, il paesaggio cantato dal Carducci, ma, soltanto, le aree poste a valle della SR n. 3 Flaminia.Perché?
Perché, inoltre, un siffatto contesto paesaggistico non costituisce oggetto di tutela e viene lasciato, invece, in uno stato di totale abbandono e degrado?
Si evidenzia, infatti, che ai margini della strada che dall’abitato di Pissignano porta in quel di Campello Alto (attraversando luoghi incantevoli) giacciono, nell’indifferenza generale, immense quantità di rifiuti ingombranti (lavatrici, frigoriferi, batterie etc).
L’inclusione della suddetta area all’interno del perimetro del parco avrebbe potuto risolvere, almeno in parte, il problema. Ma, purtroppo, così non è.
Si chiede allora al Comune di Campello – e al suo Sindaco, appartenente ad un partito che ha all’interno del suo nome la parola ECOLOGIA – di rivedere il PRG in fase di approvazione e, anzi, di aderire alla Campagna Nazionale Stop al Consumo di Territorio.
Categorie: Ambiente a Rischio.
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