Nel mio solito giro di fine settimana alla caccia di qualche bella fotografia, mi sono spinto insieme a mia moglie Laura fino ad Alberobello per visitare i famosi trulli.

Vi racconto la storia del Trullo Sovrano, struttura unica al mondo.
Il Trullo Sovrano è il risultato di un processo costruttivo che parte dagli inizi del 1600 per concludersi intorno al 1780.

L’attuale ala sinistra costituisce il suo nucleo originario che si può far risalire agli inizi del seicento. Proprietaria ne era la famiglia Perta possidenti terrieri che grazie all’influente sacerdote Cataldo Perta (1744-1809) acquisirono nel tempo il diritto di costruire una corte, detta di Papa Cataldo.
Il vocabolo papa veniva usato in vernacolo – dal greco papàs – per indicare sacerdote o padre.
La Corte di Papa Cataldo si strutturava in questo modo: all’abitazione padronale si accedeva dall’ampio archivolto, posto al centro della facciata, mentre dall’arco sulla destra si accedeva ai locali di servizio e alle pertinenze: la dimora dei subalterni, le stalle, gli ovili, il celliere – ambiente in cui si conservava il vino, i fienili, gli orti, i giardini.
Il Trullo assunse le forme attuali negli anni1775-1780, quando il processo di costruzione arrivò a compimento.

Da allora potè vantare elementi rari e singolari tali da renderlo unico: i dodici coni accorpati, il piano sopraelevato alto 14 metri, l’ampia facciata innalzata sino al piano superiore, la scala interna realizzata in muratura, lavolta a padiglione sorretta dagli archi, l’archivolto dell’ingresso principale con il dipinto rafficurante Maria al Calvario.
Così, sul finire del 1700 fu adibito a luogo di culto, ospitando per alcuni anni la reliquia del cranio di San Cosma e del braccio di San Damiano che lo stesso mons. Cataldo Perta, vicario foraneo, prelevò da Roma.

Dal 1823 la Confraternita del SS.mo Sacramento vi stabilì il proprio oratorio.
Successivamente passò nelle mani dello speziale-farmacista Federigo Carelli che ne fu proprietario sino al 1861 quando ad acquistarlo fu Giuseppe Sumerano, agricoltore benestante.
Infine passò per successione ad Antonio Sumerano i cui eredi ne sono ancora proprietari e gelosi custodi.

L’appellativo di sovrano gli venne dato nel 1916 dallo storico alberobellese Giuseppe Notarnicola, sicuramente per la sua storia oltre che per i simboli religiosi “sovrani” che ha ospitato la reliquia dei SS. Cosma e Damiano e il SS.mo Sacramento.
Forse sovrano anche come trasposizione dal vernacolo della parola suprèn, termine con cui veniva indivituato un piano superiore o un soppalco.

E’ sottoposto a vincolo dalla legge 20/06/1909n. 364; il 19 settembre 1923 è stato dichiarato monumento nazionale. Dal 7 dicembre 1996, insieme alla città di Alberobello. è nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelati dall’Unesco.

La foto n. 1 indica la facciata del trullo
foto 2 E’ la stanza più importante della casa, quella che maggiormente distingue il Trullo Sovrano dagli altri trulli.
foto 3 La sala del pranzo
foto 4 La camera da letto
foto 5 La cucina secondaria
foto 6 La cucina padronale
foto 7 La dispensa
foto 8 La camera degli ospiti oppure del telaio

 
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Commenti (2)


  1. Bellissimo! Complimenti per il reportage.
    Allora, ti è piaciuta la Puglia?


  2. Molto bella penso di ritornarci presto

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