Il 27 gennaio scorso, la Santa Sede ha ufficialmente dichiarato venerabile Don Quintino Sicuro, già vice brigadiere della Guardia di Finanza, riconoscendone le virtù eroiche e l’instancabile impegno per il prossimo.

Un titolo che suggella il percorso straordinario di un uomo che, dopo aver servito il Paese in tempo di guerra, ha consacrato la sua vita al servizio di Dio e degli ultimi, con una particolare attenzione agli orfani dei finanzieri caduti durante la Seconda guerra mondiale.

Il 26 febbraio, presso la Parrocchia Beata Vergine Maria del Rosario a Melissano, suo paese natale, si è celebrata una Santa Messa di ringraziamento, officiata da monsignor Douglas Regattieri e concelebrata da monsignor Fernando Filograna, alla presenza delle autorità militari e civili, tra cui il Comandante Regionale Puglia della Guardia di Finanza, generale Guido Mario Geremia, e una numerosa rappresentanza di finanzieri in servizio e in congedo.

Nato a Melissano il 29 maggio 1920, Quintino Sicuro crebbe in una famiglia umile di agricoltori, sviluppando fin da giovane un forte senso del dovere e della solidarietà. Nel 1939 si arruolò nella Guardia di Finanza, prendendo parte alle operazioni belliche sul fronte greco-albanese e, successivamente, alla Resistenza accanto alla Brigata Garibaldi.
Terminato il conflitto, una profonda crisi spirituale lo portò a lasciare la divisa nel 1947, per intraprendere un cammino di fede radicale.

Dopo un periodo nei Frati Minori di Ascoli Piceno, scelse la solitudine dell’eremitaggio tra i monti tosco-romagnoli, vivendo in povertà e preghiera. Ordinato sacerdote nel 1959, Don Quintino si dedicò anima e corpo all’apostolato, distinguendosi per il suo impegno verso gli orfani dei finanzieri caduti in guerra, ai quali offrì sostegno spirituale e materiale. La sua vita terminò prematuramente nel 1968, quando, colpito da un infarto, si spense sul Monte Fumaiolo, luogo che aveva eletto come dimora dell’anima. Oggi riposa in una tomba scavata da lui stesso nella roccia.

Al termine della Santa Messa, la figura di Don Quintino è stata approfondita in una tavola rotonda, arricchita dalle testimonianze di coloro che hanno studiato la sua vita, tra cui la postulatrice della causa di venerabilità, Cristiana Marinelli.
Giovanni De Micheli (pejrò)

 
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