Tra gli ulivi e le piante del sughero in piena maremma a Grosseto si è insediata la Comunità di Nomadelfia, un popolo formato da circa 350 persone che vivono in fraternità evangelica. La comunità è suddivisa in gruppi famigliari, ad oggi sono 11 gruppi, dove vivono insieme 4 o 5 famiglie più le persone non sposate, arrivando a contare 20/25 persone per gruppo. Le abitazioni dei vari gruppi famigliari sono composte da una casa centrale dove si vive la vita giornaliera e una serie di casette sparse intorno per la vita della singola famiglia. Ogni gruppo famigliare vive la vita di comunità per 3 anni insieme nello stesso gruppo, poi le famiglie vengono rimescolate e destinate a formare altri gruppi famiglia, questo per vivere al meglio la vita comunitaria di fratellanza.

La comunità nasce da Don Zeno Saltini nel 1931 a Mirandola piccolo paesino vicino a Modena, che come sacerdote inizia a raccogliere i bambini senza famiglia, abbandonati o disagiati dando vita all’ Opera Piccoli Apostoli. Pian piano anche gli adulti iniziano ad interessarsi al progetto, e si formano cosi le prime famiglie aperte all’accoglienza e all’adozione e nascono così le mamme per vocazione, donne non sposate che rinunciano al loro matrimonio per vivere la maternità di adozione in piena castità. Alla fine della seconda guerra mondiale Don Zeno, sapendo che si era appena liberato, occupa l’ex campo di concentramento di Fossoli frazione di Carpi. Il 14 febbraio 1948, con la benedizione del Papa PioXII la comunità approva la costituzione e l’Opera Piccoli Apostoli prende il nome di Nomadelfia.

Nel 1953 Don Zeno per poter stare più vicino ai suoi figli, chiede al Papa di essere dimesso dal suo stato clericare , cosi libero dagli impegni della chiesa parte alla ricerca di una terra dove fondare le proprie radici visto che il campo di Fossoli era diventato ormai troppo stretto per tutti. Giunto nei pressi di Grosseto trova un ampia vallata tra le frazioni di Roselle e Batignano, dove i nomadelfi lavoreranno 10 lunghi anni per trasformare quella terra arida e pietrosa in fertili coltivazioni e pascoli erbosi per gli animali. Si formarono così i primi gruppi famiglia e si costruiscono le prime case per accogliere le famiglie. Viene anche costruita una scuola per l’istruzione dei bambini delle elementari e i ragazzi delle medie. Nel 1962 Papa Giovanni XXIII istituì la parrocchia di Nomadelfia, dando le nuove vesti a Don Zeno che la guiderà come sacerdote.

La giornate a Nomadelfia trascorrono serene tra il lavoro dei campi, la viticultura, il piccolo caseificio, i vari laboratori di falegnameria o sartoria, l’officina di autoriparazioni e il laboratorio di riparazione elettrodomestici. Ogni nomadelfo raggiunti i 21 anni di età è libero di scegliere se continuare la propria vita in comunità oppure lasciare la famiglia e andare a vivere al di fuori. Con la vita di comunità si è liberi di scegliere se lavorare all’interno della comunità con le risorse che la comunità offre, oppure esternamente spostandosi giornalmente per raggiungere il posto di lavoro. Le nuove famiglie che si formano a Nomadelfia, con le giovani coppie che si sposano, restano aperte all’arrivo di figli naturali o figli in adozione, secondo la volontà di Dio. Nomadelfia è sempre aperta a chiunque voglia provare un esperienza di volontariato, vivendo a stretto contatto con le famiglie per intere settimane e collaborando con loro nella vita quotidiana, si ha così l’opportunità di conoscere persone speciali che amano i propri fratelli come se stessi.

 
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