Per le giornate FAI di Primavera 24-25 Marzo, a Schio grazie alla collaborazione del Gruppo Fai Giovani di Vicenza erano aperti 2 storici e straordinari edifici che hanno fatto parte della grande storia d’Italia.

La Fabbrica Alta del lanificio Rossi è un edificio industriale fatto costruire da Alessandro Rossi nel 1862 a Schio.

Rappresenta uno dei principali simboli della prima industrializzazione italiana. Progettata dall’architetto belga Auguste Vivroux, le sue dimensioni sono davvero imponenti. E’ lunga 80 m. e larga 14 m., conta 5 piani di altezza più il sottotetto, al suo interno immensi saloni sono suddivisi in tre campate con 125 colonne in ghisa, conta 330 finestre e 52 abbaini.

In ogni piano si effettuava una diversa fase della lavorazione della lana e più precisamente: cardatura , al primo piano, filatura al secondo, spolatura al terzo, ritorcitura al quarto e tessitura al quinto, mentre nel sottotetto il rammendo.

Negli anni Sessanta, quando gli stabilimenti produttivi furono trasferiti nelle nuove strutture alla periferia di Schio, la Fabbrica Alta venne svuotata e riutilizzata a scopi amministrativi, le colonne in ghisa vennero incorporate dentro nuove pareti e rese quindi invisibili, la pavimentazione originale venne rivestita da nuovi pavimenti. Ed è quello che al primo piano possiamo vedere oggi.

A maggio 2013, la Fabbrica Alta è stata acquistata dall’Amministrazione Comunale che con altri edifici Lanerossi, promuoverà un piano di recupero coinvolgente tutta l’area.

La storia del Lanificio Conte è legata alle origini della produzione tessile nella Val Leogra.

Nel 1906 Alvise Conte assunse la direzione della già affermata azienda di famiglia,
promuovendo una nuova crescita con la sostituzione di vecchi fabbricati con moderni edifici.

Per la costruzione di questi edifici venne impiegato il calcestruzzo armato con copertura a shed,
materiale e tipologia costruttiva assolutamente all’avanguardia per l’epoca.

“Shed” è un tipo di copertura particolarmente usata nell’architettura industriale con la quale si riesce
a ottenere un’illuminazione diurna molto uniforme in modo da poter rendere meno faticosa la vista degli operai-operaie tessitori.

Il calcestruzzo armato invece viene utilizzato per ragioni strutturali ma soprattutto per resistenza in caso di incendio.

Grazie all’impegno del Comune di Schio e con il concorso finanziario della Regione Veneto nel 2013 viene restituito alla città un pregevole spazio polifunzionale dove sono esposti in parte i macchinari d’epoca per la tessitura.

Bravissime ed esaustive le 2 apprendiste ciceroni del Liceo scientifico Nicolò Tron che ci hanno accompagnato durante la visita dei 2 storici edifici. Complimenti.

Fotoreportage
Foto 1 – La lunga fila per entrare alla Fabbrica Alta;
foto 2, 4 – particolare esterno Fabbrica Alta;
foto 3 – un marchio che ha fatto storia: “Lanerossi”;
foto 5 – primo piano quello che rimane.
foto 6 – Lanificio Conte;
foto 7 – le ciceroni apprendiste e il pubblico davanti a una foto del monumento (tuttora esistente) che Alessandro Rossi ha fatto erigere in onore dei tessitori nel 1879;
foto 8 – all’interno del Lanificio Conte scorre la Roggia Maestra che serviva per far funzionare le calandre idrauliche;
foto 9 – uno dei macchinari d’epoca esposti;
foto 10 – le trame dei vari tessuti.

 
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Commenti (2)


  1. Grande iniziativa del FAI che permette di riscoprire i beni che hanno resa famosa la nostra Italia! E bravo Maurizio per la sua dettagliata descrizione della visita effettuata.


  2. Ma Grazie Kris,
    per il generoso e gradito commento.

    Condivido quanto hai scritto: Queste Giornate sono veramente una grande iniziativa FAI.

    Un caro saluto,
    Maurizio

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