A Cocullo, piccolo comune dell’aquilano situato presso l’omonimo casello dell’autostrada A25, il 1º maggio 2017 ha avuto luogo la tradizionale Festa patronale in onore di San Domenico abate, di fama mondiale per il singolare ed antico “Rito dei Serpari”. In passato, sino al 2011, i festeggiamenti si svolgevano annualmente il primo giovedì di maggio. Il cambio della data di tale festa è avvenuto per effetto dell’art. 1, comma 24, del d.l. 138/2011, convertito dalla legge regionale n. 148/2011.

San Domenico abate (Foligno, PG, 951 – Sora, FR, 22 gennaio 1031), era dell’ordine dei Benedettini. A Cocullo è venerato come patrono per le sue virtù taumaturgiche contro il mal di denti ed il morso degli animali velenosi, pericolosi o con malattie (serpenti, lupi, cani e così via) che frequentavano la zona. Egli stesso soggiornò per un periodo nel paese abruzzese, dove fu accolto calorosamente dalla sua gente che ha sempre creduto nell’eroicità delle sue virtù e vi compì numerosi prodigi. Quando egli decise di recarsi altrove si cavò un dente molare e lo donò alla stessa comunità, che lo conserva in un apposito reliquiario. Allo stesso santo è dedicato un Santuario, dove oltre al reliquiario del suo dente molare si conserva anche un suo osso, la statua lignea e policroma che lo ritrae e si porta in processione nel giorno della festa patronale, nonché il ferro della sua mula che le fece rigettare dopo che il venditore aveva chiesto al santo una cifra esosa.

La particolarità della festa patronale cocullese consiste nella presenza dei serpenti e dei serpari. Questi ultimi sono dei veri e propri esperti nella cattura delle serpi nei dintorni, che avviene annualmente a partire dalla seconda metà di marzo, e nell’accudimento delle stesse sino al termine dei festeggiamenti in onore di San Domenico abate, quando tali animali vengono liberati nello stesso luogo di cattura. I serpenti catturati, innocui e non velenosi, sono di 4 specie: cervoni (in netta prevalenza), saettoni, biacchi e bisce. Anticamente, inoltre, i serpenti erano considerati dalle popolazioni della Marsica, di cui Cocullo fa parte, animali sacri alla dea Angizia. Dunque l’originale rituale della festa patronale in esame ha origini pagane, precristiane.

Per quanto concerne la giornata della festa patronale del 1º maggio 2017, essa ha avuto inizio con una prima Santa Messa in onore di San Domenico abate, alle ore 8:30, e con l’accoglienza dei pellegrini del santo convenuti da più parti nel paese abruzzese, che si è a sua volta conclusa con una Celebrazione Eucaristica ad hoc. Tutte le celebrazioni eucaristiche si sono svolte nella Chiesa della Madonna delle Grazie (XIII secolo).

Intorno alle ore 10:30 ha sfilato un suggestivo corteo in costumi tipici della tradizione locale per l’offerta al Santo Patrono dei ciambellati, tipici ed enormi pani dalla caratteristica forma contenuti, in gruppi di 4, in ceste adorne di fiori e ricoperte di stoffe finemente lavorate e ricamate a mano.

Seguita da una numerosissima folla, che ha gremito chiesa e piazza antistante, è stata la Santa Messa solenne delle ore 11, celebrata da mons. Angelo Spina, vescovo di Sulmona-Valva, da cui Cocullo dipende ecclesiasticamente. Nel frattempo numerosi serpenti delle suddette specie sono stati portati in piazza per essere mostrati e fatti accarezzare da fedeli e turisti. Alla conclusione di tale funzione religiosa, intorno alle ore 12:30, la statua lignea e policroma di San Domenico abate è stata condotta all’esterno della chiesa mariana dove ha innanzitutto sostato per permettere ai serpari di coprirla con le serpi da loro tenute. Subito dopo ha avuto inizio l’attesissima ed originale processione per le strette e pittoresche vie del paese. Nel corteo si sono susseguiti la premiata banda musicale Regione Lazio, le figuranti in costumi tipici locali con le ceste contenenti i ciambellati, i religiosi ed il suddetto vescovo con il reliquiario di un dente molare del santo, i serpari con altri serpenti nelle loro mani, la statua di San Domenico abate avvolta e percorsa dai serpenti, i sindaci ed i gonfaloni di Cocullo e di altri comuni abruzzesi vicini, le altre autorità civili e militari, il resto dei fedeli. Dopo oltre due ore di cammino, in seguito all’accensione dei fuochi pirotecnici diurni avvenuta all’esterno dell’abitato e presso le bancarelle, la processione ha fatto rientro nella stessa Chiesa della Madonna delle Grazie.

Nel pomeriggio gli eventi caratterizzanti sono stati due: un intrattenimento nella piazza antistante alla suddetta chiesa (ore 14:30) ed il “Riconoscimento ai serpari”. In serata si è invece tenuto, verso le ore 21:30, il concerto bandistico, lirico-sinfonico, della premiata banda Regione Lazio, diretta dal maestro Carlo Morelli.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti sei immagini che illustrano:
l’uscita, dalla Chiesa della Madonna delle Grazie, della venerata statua di San Domenico abate, a sua volta spalleggiata dal gonfalone del Comune di Cocullo, di cui è il patrono (foto n. 1);
la statua del santo, avvolta dai serpenti, all’inizio e nel corso della processione (foto nn. 2-3);
il reliquiario d’argento contenente un dente molare di San Domenico abate che egli stesso si cavò e donò ai cocullesi al termine del suo soggiorno nel loro paese (foto n. 4);
un cesto adorno di fiori e drappi ricamati e contenente quattro ciambellati, tipici pani locali (foto n. 5);
il manifesto della festa (foto n. 6).

 
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