Le ”Mattre” di San Giuseppe 2017
Anche quest’anno, per i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, è ritornato ad Erchie l’annuale appuntamento con il falò e le ”Mattre” di San Giuseppe. Questa tradizione nasce quando nel passato i benestanti del paese, per devozione al Santo, offrivano il pranzo ai poveri.
Sabato 18 marzo 2017, ore 20:00, dopo la solenne benedizione, l’associazione ”Gli Amici del falò di San Giuseppe” ha organizzato l’accensione della spettacolare pira di fascine di fronde d’ulivo alta quindici metri e a forma piramidale con i lati lunghi dodici metri. Durante la serata si sono esibiti il cabarettista Tommy Serafino di “Made in Sud” trasmesso su Rai 2.
Domenica 19 marzo 2017 si è rinnovata la tradizione delle “Mattre” che, negli ultimi anni, oltre ad essere un evento religioso è anche l’occasione per promuovere lo sviluppo del territorio e il turismo enogastronomico, ormai rinomato in tutto il mondo. Dopo la Messa, alle ore 12:00, dal Santuario di S. Lucia è uscita in processione la statua di San Giuseppe preceduta dai Fratelli dell’Arciconfraternita dell’Immacolata, che vogliono conservare questa tradizione, dal rettore del santuario, Don Franco Candita e dal vescovo di Oria, S. Ecc. Mons. Vincenzo Pisanello che ha provveduto a benedire tutte le ”Mattre” che si trovavano lungo le affollatissime strade che circondano il Santuario di Santa Lucia, dove è conservata la statua di San Giuseppe. Seguivano il sindaco Giuseppe Margheriti, il presidente della Pro Loco Alessandro Valente, le autorità e la Banda di Erchie. Quando la processione è rientrata in chiesa e sono suonate le campane, dopo una preghiera, tutti i fedeli, cittadini e turisti, tra una gomitata e l’altra per conquistarsi un piccolo spazio, hanno gustato le differenti e gustose pietanze che erano state disposte sulle ”Mattre”, oltre a bere un buon e profumato bicchiere di vino rosso della zona.
Importante caratteristica di questa religiosa manifestazione è il dono ai convenuti, in segno di pace, de ”gli uccelletti”: pezzi di pasta fatti solo di farina e acqua a forma di uccelli con due acini di pepe al posto degli occhi e nel becco un corto cotone rosso. La tradizione vuole che, dopo averli fatti benedire, siano regalati a parenti ed amici, per custodirli in casa e che, nei giorni in cui è in arrivo il temporale (“lu mali tiempu”), si spezzino in quattro parti per lanciarli verso i quattro punti cardinali nella speranza che l’evento calamitoso si allontani e il raccolto sia protetto.
Nel biglietto attaccato all’uccelletto che mi hanno regalato c’è scritto: ”Alzati San Giuseppe e non dormire, che sto vedendo delle nuvole venire: una di acqua, una di vento e una di maltempo. Dove lo portiamo questo maltempo? Sotto una grotta oscura dove non canta il gallo e dove non brilla la luna, affinché non faccia del male a me e a nessun’altra creatura”.
Nel dialetto locale, la parola “Mattra”, simbolo di prosperità ed abbondanza, indica una specie di cassa di legno, di forma rettangolare, dove si impasta la farina per preparare il pane. Ogni anno, sulla ”Mattra” centinaia di devoti e volontari ercolani dispongono nove o tredici pietanze: la Tria – Tagliatelle, è il piatto fondamentale di antica tradizione che è condito con aglio e olio fritto, o con i ceci, o con mollica di pane fritto, o con il miele (anche i bucatini), o con cipolla soffritta, o con sarde e pepe, le Cipollette selvatiche fritte, le Cipollette selvatiche lesse, Pesce fritto, tra cui Baccalà fritto, Baccalà lesso, Verdura come i Cavolfiori, Zucche e “ampasciuni” (mascari) fritti, Fave bianche con cicoria lessa; ma anche frutta secca e le famose zeppole con crema e cioccolato.
Ricetta degli uccelletti di San Giuseppe
Ingredienti: Farina di grano duro e acqua.
Setacciare la farina di grano duro, formare un cratere nel quale aggiungere dell’acqua calda.
Impastare energicamente sino ad ottenere un impasto ben amalgamato,
Affusolare l’impasto per ottenere un coroncino dal diametro di circa 5-7 mm.
Tagliuzzare il cordoncino in pezzettini lunghi circa 10-12 cm.
Schiacciare ogni pezzettino nella parte terminale e attorcigliarlo modellandolo ad
uccelletto.
Inserire nella testolina due acini di pepe come occhi e un pezzettino di fili di cotone
rosso nel becco.
Cuocere nel forno.
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