Giornata della Memoria
La splendida Villa Contarini Giovanelli–Venier del XVII, situata nel Comune di Vo’ nel dicembre del 1943, fu requisita dai repubblichini e divenne uno dei 25-30 campi di concentramento istituiti dalla R.S.I. in Italia.
Da allora per circa sette mesi nel campo di Vo’ vennero detenute circa 70 persone, tutti ebrei arrestati nelle province di Padova e Rovigo, in funzione della circolare emessa il 30 novembre 1943, dal Ministero egli Interni della R.S.I. firmata dal Ministro Luigi Buffarini Guidi.
Il 17 luglio 1944, i quarantasette ebrei rinchiusi allora nel campo vennero prelevati, incarcerati a Padova, trasferiti in seguito a Trieste, alla Risiera di San Saba ed in fine stipati nei vagoni merci furono indirizzati verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Dei 47 ebrei detenuti a Vo’, alcuni dei quali erano bambini, soltanto tre sopravviveranno al campo di Auschwitz: Ester Hammer, Bruna Namias e Sylva Sabbadini.
Ieri a Vo’ l’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’associazione culturale CreatiVo hanno celebrato il il Giorno della Memoria giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 01 novembre 2005, l’ Assemblea aveva scelto come giorno stabilito per questa Memoria il 27 gennaio, quando 72 anni fa (27 gennaio 1945) le truppe sovietiche dell’armata rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, campo che diventò in seguito uno dei simboli universali della Shoah.
Davanti alla lapide che ricorda gli internati la classe 5ª della scuola primaria intona il canto “Gam Gam Gam”, cantato dagli ebrei durante lo Shabbat e diventata come canzone il simbolo dell’Olocausto.
Prende poi la parola la sindaca Venessa Trevisan, che ringrazia tutti i presenti: i rappresentanti delle istituzioni, i colleghi sindaci, i Carabinieri, la Polizia Locale, la comunità ebraica di Padova e la Milizia dell’Immacolata del Santo di Padova (Milizia fondata da Padre Kolbe), gli Alpini e la Protezione Civile, ma ringrazia soprattutto in modo particolare i ragazzi delle scuole che componevano la maggior parte del pubblico.
Nel suo discorso Vanessa Trevisan dice che “la tragedia della Shoah non va affidata alla categoria del ricordo ma deve essere collocata all’interno di un ambito più ampio di riflessione e di approfondimento della nostra civiltà contemporanea” e conclude con una considerazione rivolta soprattutto ai ragazzi presenti: “…privare qualcuno della propria identità significa toglierli la libertà di essere se stesso, toglierli la libertà di esprimersi e di realizzarsi come uomo privarlo della sua libertà nel passato come nel presente e quando non si ha memoria o la si cancella si corre il rischio di sbagliare ancora”.
Concluso di discorso un momento veramente toccante quando 46 ragazzi più la Sindaca hanno consegnato una foto da appendere su un pannello con immagini riguardanti l’Olocausto per un totale di 47 fotografie tante quanti i deportatiti del campo di Vo’.
Oggi la Villa completamente ristrutturata, al piano terra ha conservato i resti delle cucine utilizzate dagli internati e nelle due sale sono esposti pannelli documenti e lettere inerenti al dramma che hanno vissuto ed è quindi anche diventata un luogo della Memoria.
Sulle vicende di una bambina di sei-sette anni Sara Gesses o Gesess, internata al campo di Vo’, uno studioso locale Francesco Selmin ha scritto un piccolo libro dal titolo: “Nessun giusto per Eva”. Sara, nonostante la sua giovane età, cercò in tutti i modi di scampare alla sua sorte nascondendosi, tentando la fuga. Anche quando trovata da una madre superiora delle suore elisabettine che per paura di rappresaglie la consegnò alle autorità tedesche, la piccola Sara purtroppo non riuscì mai nel suo intento e venne assieme agli altri internati di Vo’ fatta salire sul convoglio T33, diretto ad Auschwitz, sbarcò sulla rampa di Birkenau nella notte fra il 3 e il 4 agosto del 1944 e fu subito selezionata per la camera a gas.
Fotoreportage:
Foto 1 – La sindaca Vanessa Trevisan in raccoglimento davanti alla lapide che riporta i nomi dei deportati;
foto 2,3,4 – momenti della manifestazione;
foto 5 – il pannello con le 47 foto;
foto 6 – lettera agli amici di un bambino di 11 anni internato a Vo’;
foto 7 – copia del Corriere della Sera – agosto 1943;
foto 8 – le cucine;
foto 9 – lettere di due internati a Vo’ (vedi didascalia);
foto 10 – Per Non Dimenticare.
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