I miei ricordi tra religione e cucina
Il mio primo ricordo di Pisoniano è legato anch’esso agli anni di scuola. Il mio compagno di banco si chiamava Tonino, la sua famiglia veniva da lì. Suo padre aveva un negozio di macelleria, praticamente sotto casa. Mi piaceva molto il sapore della carne di Bruno il macellaio (come si era soliti indicarlo) e quando Cesira, la mamma di Giuseppe, il mio migliore e comune amico d’infanzia, mi chiedeva di restare a cena, conoscendo i miei gusti, mi cucinava sempre una fettina di manzo. Io ci andavo matto e dicevo sempre che la bontà di quella pietanza, dipendeva anche dalle padelle di Cesira, che secondo me, quasi fosse una favola da raccontare, nascondevano il segreto della bontà.
Tonino era un bambino socievole, divertente, forte e robusto, giocare con lui era gratificante, soprattutto perché aveva uno spirito e un talento innato per l’avventura. Era anche curioso d’aspetto, nel senso più simpatico del termine ovviamente, specie perché sulla punta del suo naso, si ergeva, in bella vista, un piccolo porro rosso porpora ed io gli dicevo sempre che si trattava di un radar, grazie al quale, avremmo scovato e debellato ogni nemico nell’ombra.
I genitori di Tonino, avevano un modo di comunicare particolare: parlavano in modo veloce, una raffica di parole, una dopo l’altra. Credevo fosse un caso, ma in seguito, ebbi modo di percepire le stesse peculiarità espressive, se così si può dire, durante una serata trascorsa in una campagna di Pisoniano, degustando un’insalata di pomodori dell’orto di una bontà stratosferica, assieme ad amici di famiglia. Un’esperienza nella quale ricordo nitidamente quel ritmo verbale incalzante, che da sempre associo, sorridendoci su, alla “battaglia’” percussiva di “Los Endos”, in “Seconds out” dei Genesis.
Pisoniano mi piace anche per questo, come la sua gente del resto: possiamo parlare senza alcun dubbio di persone dirette, schiette, generose. Il paese sorge a 532 metri s.l.m. e conta poco più di 800 abitanti. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di numerose zone boschive che nella loro essenza, fungono da vero e proprio polmone naturale e ciò è garanzia certificata di aria pura e salutare. L’intera area fa parte della Comunità montana dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini.
C’è un altro episodio che vi voglio raccontare, di cui mi ha parlato la mia mamma, maestra elementare, prossima ai 91 anni, che a Pisoniano ha vissuto una breve ma intensa esperienza. Sapendo che sarebbe stata trasferita, dopo soli due mesi di incarico, ha ancora negli occhi il pianto irrefrenabile di un’alunna che non riusciva a capacitarsi di quanto stesse per accadere. Il fatto è che al suo pianto, si aggiunsero le lacrime di tutta la classe!! Quando lo racconta, mia madre si commuove ancora…
L’etimologia (non del tutto appurata e certa) da cui deriva il nome del paese, può essere riconducibile a “Pisius”, in seguito “Pisianus” e ancora, “Pisciano”, fino a diventare Pisoniano a tutti gli effetti, dal 1871.
Da considerare, all’origine della denominazione, lo stretto rapporto che c’è tra questo centro, situato ai piedi del Monte Guadagnolo e vicinissimo al Santuario della Mentorella (da non perdere la passeggiata sul sentiero Wojtyla) e il console romano Pisone che qui aveva una villa.
Visitare Pisoniano vuol dire anche fare tappa obbligata presso la chiesa di San Paolo Apostolo, in cui si venera la Madonna della Neve, da cui la tradizionale processione che si svolge i primi giorni di agosto, in ricordo della miracolosa nevicata che si verificò a Roma nel pieno dell’estate.
In un’area della stessa chiesa, è stato realizzato un Auditorium dedicato a Giovanni Paolo II, disponibile per convegni, seminari, giornate di spiritualità, concerti e proiezione di filmati.
Qualche informazione va spesa senza dubbio riguardo la chiesa di Santa Vittoria, sorella di Anatolia, ritratta su una tavola preziosissima del X-XI secolo in atto di benedire con la mano destra, mentre con l’altra, stringe una corda legata ad un drago che, secondo la leggenda, avrebbe causato una pestilenza nei paesi intorno a Ciciliano.
Molto importante e suggestiva, la processione del Corpus Domini e l’Infiorata, la cui tradizione risale al 29 giugno 1625. Da non perdere le fasi che precedono l’evento, momenti particolari nei quali il fermento di tutto il paese che partecipa alla festa, sa coinvolgere il visitatore in tutto e per tutto, specialmente sotto l’aspetto emotivo.
Continuate a prendere nota… il 10 luglio, si svolge la fiera di Sant’Anatolia, dove si vende di tutto: animali, prodotti agricoli, oggettistica, mentre i cantastorie declamano gli eventi salienti accaduti durante l’anno.
Ad agosto, per aprire una nuova parentesi (questa volta gastronomica) sulla festa della Madonna della Neve, non perdete la sagra dei frittelli di zucca: una delizia unica. Ogni volta che ho la possibilità di tornare a Pisoniano sono felice, perché provo dentro di me una sensazione di grande pace.
Quando m’incammino lungo il sentiero di Papa Wojtyla, non poso fare a meno di pensare a Tonino, al profumo e al sapore della fettina di manzo che Cesira mi cucinava e a Giuseppe, il mio più caro amico d’infanzia.
Mentre l’album del cuore torna ad aprirsi di nuovo, sulle orme del Papa Santo, sento il desiderio di pregare e in quel preciso istante, avverto la pienezza della gioia e del dono della pace che Pisoniano ha saputo donarmi una volta di più.
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