aiuti alla popolazione di Teora (AV)

Trent’anni esatti sono trascorsi da quei terribili 90 secondi che, alle 19,35 di si portarono via le vite di 2.998 persone, ferendone più di 8mila e lasciandone senza casa circa 235.000. Tra questi c’erano 3mila nostri concittadini che trovarono riparo nelle scuole, negli alberghi e una parte nel campo di roulottes allestito a via Masseria Curato.

La cittadina mariana non fu sicuramente tra le più colpite dal sisma; eppure qui nacque il primo esempio ante litteram di Protezione Civile. Il personale dell’allora comando di Polizia Municipale assolse alle funzioni proprie del corpo che avrebbe avuto una prima sistemazione organica soltanto nel novembre dell’anno dopo, con l’istituzione del “Servizio volontario per la protezione civile nei nuovi insediamenti” da parte del Commissario straordinario per le zone terremotate della Campania e della Basilicata, Giuseppe Zamberletti. L’istituzione vera e propria del servizio nazionale di Protezione civile avverrà nel febbraio 1982 con la legge 225 a firma del Ministro Zamberletti.

Quel manipolo di giovani ufficiali portò soccorso e sollievo non solo alle famiglie pompeiane rimaste senza casa, ma alle migliaia di terremotati delle zone limitrofe del salernitano (Pagani e Nocera) e dell’Irpinia (come Senerchia e Teora). Un corpo che racchiude un pezzo di storia locale e che conserva di quei terribili momenti vissuti trent’anni fa un prezioso patrimonio di ricordi personali, documenti e immagini. Una memoria da trasmettere alle giovani generazioni, attraverso la testimonianza diretta di uno che ha fatto parte degli “angeli del terremoto” e che nell’immaginario collettivo dei pompeiani viene considerato un tutt’uno con l’istituzione della Protezione Civile. Quella persona è il comandante Romeo Spera.

Come vive Pompei il 30° anniversario del terremoto del 1980?
Il 23 novembre 2010 è vissuta soltanto come una giornata piovosa come altre vissute in questi giorni. Non c’è nessuno appuntamento locale che la ricordi come data storica.

C’è amarezza nelle sue parole? Si aspettava qualche cerimonia che rendesse omaggio all’impegno di quella che sarebbe diventata la Protezione Civile mariana?
Per niente. Ritengo che in questo giorno vadano celebrate soltanto le vittime provocate dal sisma e soprattutto dalla scelleratezza dell’uomo che spesso opera e costruisce senza alcun rispetto per la vita umana. A gratificare il sottoscritto e i colleghi bastano le migliaia di cittadini che in ogni occasione ci manifestano stima e riconoscenza.

Che ricordo personale ha di quella tragica domenica di trent’anni fa?
Ero al bar Excelsior a bere un caffè in compagnia di parenti quando arrivò la scossa. Un attimo dopo al comando di Polizia Municipale per indossare la divisa e presentarmi alla riunione d’emergenza convocata dall’allora sindaco Nunziato Machetti, insieme con l’allora comandante degli agenti municipali Bernardino Padalosi e con l’indimenticato assessore Guglielmo Loster. Si decise di intervenire con pasti caldi e coperte per far fronte alle migliaia di persone rimaste senza tetto. Circa 7mila gli sfollati che furono sistemati tra gli istituti scolastici, alberghi e nelle roulottes di via Masseria Curato. A distanza di sei mesi, la maggior parte riuscì a ritornare alle proprie abitazioni, il resto fu sistemato nelle case pubbliche Iacp di via Nolana.

maggiore Romeo Spera

Quale giorno sancisce l’atto di nascita della Protezione civile mariana?
Il 1 febbraio del 1981 con la costituzione del centro operativo di assistenza ai terremotati. Contestualmente prende vita a Pompei il primo nucleo di volontari, tra i primi in Italia, che getterà le basi per l’istituzione del presidio di Protezione Civile. Il merito principale spetta al caro assessore Loster che ha attrezzato la struttura nel migliore dei modi sotto il profilo tecnico e delle risorse umane. Io ero il suo braccio operativo.

Oltre all’emergenza del terremoto quali altre attività svolgevate?
Fondamentale per la comunità è stato il servizio di trasporto scolastico che abbiamo garantito dall’83 al ’92 per tutti gli alunni, anche quelli portatori di handicap. E poi le attività che tutt’oggi svolgiamo: abbiamo salvato vite umane, soccorso persone, spento migliaia di incendi. All’epoca non eravamo soli. Con noi c’era la Croce del Sud dell’amico fraterno Gaspare Boccia, unica associazione di soccorso volontario presente sul territorio di Pompei.

Quel 23 novembre 1980 le ha proprio cambiato la vita.
Prima di allora ero un pacifico vigile urbano che faceva il lavora a lui più congeniale: stare sulla strada, a contatto con la gente. Perché solo stando in mezzo agli altri si conoscono i disagi e si comprende come affrontarli. La mia natura era nota agli amministratori dell’epoca e per questa ragione decisero di affidarmi l’incarico di responsabile della Protezione Civile che non ho mai più lasciato.

E’ come una sua creatura.
Non vorrei dirlo per non sembrare vanaglorioso, ma in cuor mio la sento così. Pertanto, non posso che dire grazie ai cittadini per i loro sacrifici nel pagare le tasse con cui viene pagato il mio stipendio e grazie alle quali potrò fare una serena vecchiaia, dal momento che a ottobre del prossimo anno andrò in pensione con quarant’anni di servizio.

Una bella responsabilità per chi verrà dopo.
L’unico consiglio che mi sento di dare al mio successore è che questo lavoro richiede testa e cuore. E’ una missione ma anche un posto di responsabilità ben retribuito. Il mio auspicio è che l’Amministrazione comunale investa in questa struttura che rappresenta il primo interfaccia con la cittadinanza a fronte della problematiche che quotidianamente quest’ultima è costretta ad affrontare. Investimenti che allo stato attuale scarseggiano.

 
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Commenti (1)


  1. Terribile giorno!
    Mi ricordo che vissi dei giorni nell’angoscia per una decisione da prendere: desideravo offrire la nostra roulotte, ma contemporaneamente mi dispiaceva sottrarla ai miei tre figli che adoravano la vita all’aperto. Ancora adesso mi sembra di essere stata egoista!

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