Intervista con il GS Pallavolo Vignola
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Alessandro Fibbia, presidente della società di Vignola, comune in provincia di Modena.
Dal 21 settembre 1972 una storia pallavolistica lunga quarant’anni con diverse generazioni di atlete, grandi soddisfazioni, tante emozioni.
Sì, tante emozioni. La società è stata creata da mio padre Danilo Fibbia, posso dire una pietra miliare della pallavolo italiana, forse anche non troppo ricordato a livello federale. Siamo forse una delle società di pallavolo di più vecchia fondazione e con il maggior numero di presenze nei campionati nazionali, regionali, provinciali e giovanili.
E’ partita la nuova stagione nel girone B della serie B2 femminile. Con quali novità?
La squadra è stata quasi interamente rifondata dopo la retrocessione e il successivo ripescaggio con ovvie problematiche di amalgama che ad oggi non ci permettono ancora di trovare una continuità di rendimento; in particolare abbiamo inserito due nuovi centrali, due bande e l’opposto.
E con quali ambizioni?
La salvezza e la valorizzazione di alcune giovani atlete del nostro vivaio inserite in prima squadra.
E i fondamentali?
Il livello tecnico è attualmente ancora tutto da scoprire; mi sembra al momento che la squadra si esprima su buoni livelli in battuta mentre il muro è uno dei fondamentali su cui lavorare.
Esiste un derby particolarmente sentito dalla squadra e dai tifosi?
Il “derby” per eccellenza sarebbe stato quello con le nostre cugine di Montale che però quest’anno sono salite in B1 e quindi la partita con la Scuola di Pallavolo Anderlini Sassuolo è quest’anno quella più sentita.
L’anno scorso la partita più bella e intensa è stata alla fine del girone di andata contro il Picco Lecco, in cui abbiamo vinto 3-2 e sembrava il là alla risalita verso la salvezza.
Dando uno sguardo al girone, cosa prevede per promozione, play off e retrocessione?
Sicuramente vedo alcune squadre lombarde molto ben attrezzate per il salto di categoria mentre un gradino più in basso tutte le emiliane ed alcune di queste lotteranno fino alla fine per guadagnare la salvezza.
Il campionato nazionale di B2 cosa rappresenta, a suo giudizio, nel sistema pallavolo italiano?
Essendo stato negli anni passati vice presidente della Lega delle società di serie B ho sempre ritenuto che la serie B sia la forza portante del movimento pallavolistico nazionale in quanto è da queste squadre e dai loro vivai che escono le atlete migliori destinate a salire di categoria.
Con i canali sportivi gratuiti sul digitale terrestre, la pallavolo ha aumentato la sua visibilità, a vantaggio degli appassionati e… degli sponsor. Ritiene che sia un fatto positivo?
La visibilità in Tv e sulla rete sono senz’altro fattori positivi per il movimento e possono contribuire a far parlare di questo sport, sempre in presenza di buoni risultati.
La scomparsa dai canali “generalisti”, per contro, può essere negativa?
Non è certamente un fattore positivo e dimostra che altri sport hanno appeal economici diversi e quindi riescono a saturare tutti gli spazi esistenti.
A suo giudizio qual è lo stato di salute della pallavolo italiana, maschile e femminile, comunque sempre ai vertici del volley europeo e mondiale?
La nostra pallavolo è viva ma in grossa difficoltà economiche e quindi si deve stare molto attenti a non fare il passo più lungo della gamba per evitare figuracce nel’organizzazione dei campionati e di tutta l’attività in genere; a buon intenditor….
E in Emilia-Romagna?
Nella nostra regione, una delle culle della pallavolo, la situazione è ancora buona anche se comunque la crisi ha messo in ginocchio tante società; bisogna cercare di unire le forze e avere obiettivi comuni al fine di poter essere ancora presenti e competitivi. L’unione di più società può essere una scelta quasi obbligata a questo punto.
La pallavolo in rosa supera quella maschile. Come lo spiega?
E’ un fenomeno naturale; la concorrenza di altri sport e/o attrattive in campo maschile è nettamente superiore e difficilmente risolvibile.
Non credo, ma è certamente emblematico che a partire dalla serie A passando per la B e la C ci siano campionati che non hanno raggiunto l’organico previsto o addirittura hanno visto cancellate le retrocessioni.
Negli anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Hanno sicuramente contribuito a migliorare lo spettacolo e a rendere il prodotto “pallavolo” più televisivo; dal punto di vista tecnico chi è nato come me nella pallavolo degli anni 70/80 certe novità sono state difficili da digerire ma alla lunga si sono dimostrate vincenti.
Cosa eventualmente cambierebbe nell’edizione 2013-2016 delle regole di gioco?
Bisognerebbe trovare un rimedio alla strapotenza degli attacchi sulle difese soprattutto in campo maschile.
Dopo 40 anni cosa rappresenta il GS Pallavolo Vignola per la comunità locale??
Abbiamo la consapevolezza di aver fatto e dato il meglio alla nostra comunità locale per quanto concerne la diffusione e la pratica a livello più alto possibile della pallavolo a Vignola; di contro nonostante i nostri sforzi non c’è mai stato un grosso apporto da parte dell’imprenditoria locale tant’è che gli sponsor principali degli ultimi anni sono tutti di paesi limitrofi mentre il pubblico (che difficilmente supera la 50 unità locali a partita) è fatto di amici e genitori e si appassiona difficilmente.
Molte società, anche in serie A, negli ultimi anni hanno gettato la spugna. La crisi economica come condiziona la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
La programmazione è fondamentale e soprattutto al giorno d’oggi bisogna essere assolutamente certi di non fare passi avventati al fine di non dover di colpo mollare tutto.
Siete impegnati anche in iniziative sociali, benefiche?
Quando si presenta l’occasione siamo sempre stati partecipi tant’è che lo corso anno siamo stati riconosciuti dal Comune di Vignola come partecipazione effettiva e costante nelle associazioni di volontariato locale.
Categorie: Sport.
Tag: GS Pallavolo Vignola, Pallavolo, Pallavolo Serie B2F
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