Intervista con la Pallacanestro Crema
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Paolo Marchesi, vice presidente della società di Crema.
In campionato dopo ventotto partite avete 40 punti. A due giornate dalla fine della regular season, il secondo posto va difeso per centrare i play off?
Il nostro obiettivo era di migliorare il settimo posto dello scorso anno, trovandoci ora in questa posizione inaspettata cercheremo di difenderla fino al termine per avere le migliori condizioni nella griglia play-off. Tutto è ancora possibile, perché le squadre dal secondo al sesto posto sono racchiuse in due soli punti a due giornate dal termine della stagione regolare.
Troppo facile pronosticare la promozione di Monticelli Brusati (ancora a zero sconfitte, contro le nostre otto): una squadra costruita da subito per questo obiettivo con un campione olimpico (Hugo Sconochini) ed almeno altri quattro giocatori di due categorie superiori. Per la retrocessione si nota, non senza dispiacere, la difficile posizione di Brescia e Varese, due società che con tanto coraggio hanno affrontato questo difficilissimo girone con due squadre giovanissime (quasi tutti under 19); ancora molto incerta la lotta per l’ultima retrocessione ai play-out, che coinvolgerà due squadre tra, probabilmente, Bernareggio (nostro prossimo avversario), Bergamo e Meda, con Bergamo in grande ascesa in quest’ultima fase.
Quale partita ricorda maggiormente per emozioni, risultato?
La sconfitta in trasferta a Monticelli Brusati, concretatasi solo ad un paio di minuti dal termine anche grazie ad alcuni episodi contestati, è stata forse la gara da noi meglio giocata e per la quale abbiamo ricevuto attestati di stima da parte di tutti. Ma, parlando di emozioni forti che solo il basket sa dare, come non ricordare la vittoria sul gelido, nel senso della temperatura, campo della Forza e Coraggio di Milano contro l’Urania: rimessa a nostro favore sul -2 a un secondo e due decimi dal termine e bomba da nove metri di capitan Rossetti per il +1!
L’unico vero derby di quest’anno è quello con Piadena, che si rinnova ormai da quattro stagioni, ma non è sentitissimo in quanto il Cremasco ed il Casalasco sono i due estremi della provincia di Cremona ed alquanto distanti tra loro. Ben più sentita la sfida con Orzinuovi, distante solo 20 Km anche se in provincia di Brescia: è una novità per la C nazionale, ma si rinnovano epiche sfide di anni addietro in serie D.
Nel roster quali sono gli atleti maggiormente decisivi?
Grazie alla lungimiranza del nostro Presidente Donarini abbiamo portato a Crema giocatori giovani da Pesaro e da Roma, che qui non erano conosciuti: con loro stiamo ottenendo risultati che gli addetti ai lavori non avevano lontanamente pronosticato alla vigilia. Dovendo però fare delle citazioni è impossibile prescindere dal nostro nocciolo duro formato da due esperti cremaschi doc che formano l’asse play-pivot, Francesco Degli Agosti e Paolo Denti, e dal capitano di mille battaglie, e dei mille punti raggiunti quest’anno con la nostra maglia, Marco Rossetti.
Un breve cenno alle vostre squadre minori.
Stiamo dedicando grandissimi sforzi e risorse al settore giovanile, non solo per la funzione sociale cui sentiamo di dover adempiere, ma perché siamo convinti che sia l’unico vero obiettivo per garantire sopravvivenza a lungo termine ad una società di basket. Il nostro minibasket conta parecchie decine di mini atleti, ai quali si aggiungono ben quattro squadre giovanili: U13, U15, U17 e U19. Tutte si sono ben comportate e due di esse stanno per affrontare le finali regionali.
Difficile al nostro livello valutare l’impatto economico, anche perché siano solo all’inizio, però possiamo testimoniare l’ottimo impatto avuto dall’emittente locale LodiCremaTV che da quest’anno trasmette le nostre partite in differita il lunedì sera con replica il martedì pomeriggio cui si aggiunge una trasmissione in diretta il venerdì sera con commenti ed interviste a ospiti di varia provenienza. Senza dubbio questa esperienza sta contribuendo ad aumentare l’interesse per il basket, che comunque a Crema vanta una notevole tradizione.
La scomparsa dai canali “generalisti”, per contro, può essere negativa?
E’ possibile che l’audience ne possa un po’ soffrire, però è indubbio che emittenti come Sky e Sportitalia hanno innalzato la qualità tecnica delle trasmissioni.
A suo giudizio qual è lo stato di salute della pallacanestro italiana, maschile e femminile?
Purtroppo lo stato di salute attuale è molto precario: la mancanza di risultati della nostra nazionale n’è lo specchio fedele, ma non è che uno dei tanti aspetti problematici.
Quando giocavo io, l’entusiasmo era alle stelle, ma era un altro basket non si possono fare paragoni. Oggi ci si basa molto sulla fisicità e sono richiesti grandi sacrifici, cui spesso i giovani non sanno adattarsi.
Ritiene che si possa fare di più per tutelare la salute degli sportivi e, in particolare per chi pratica il basket, dai più piccoli a quelli impegnati, nel vostro caso, in DNC?
Nel basket i controlli e le regole sono molto severi: è forse uno dei pochi aspetti in cui siamo sulla strada giusta.
Se le fosse chiesto, cambierebbe qualcosa nelle attuali regole di gioco?
Non in modo particolare, comunque, essendo il regolamento del basket di notevole complessità, preferisco non addentrarmi e lasciare il compito ai tecnici.
Un suo giudizio sulla riforma dei campionati nazionali.
A quale vogliamo riferirci, visto che ne abbiamo viste diverse in pochi anni?! Scherzi a parte, dell’argomento si potrebbe trattare per ore e non mi pare che ci sia lo spazio. Per certo non convincono i meccanismi dei parametri (troppo gravosi per società come la nostra) e da rivedere sarebbe anche la situazione degli obblighi under che non mi pare stia dando i risultati sperati.
Una bella realtà in forte crescita.
E i rapporti con le altre società sportive?
Tra Società di basket si collabora abbastanza ed inevitabilmente si alternano periodi positivi ed altri meno. Con altri sport non vi sono invece sinergie particolari.
La crisi economica come condiziona i programmi di una società di basket?
Tantissimo. Direi che oggi è l’aspetto più problematico. La crisi economica ha fatto contrarre il supporto degli sponsor, mente i costi vanno sempre aumentando. Purtroppo molte società a tutti i livelli, dal professionismo fino alle categorie regionali, hanno dovuto alzare bandiera bianca e questo non è assolutamente un bene per tutto il movimento.
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