Ponte Valle Bruna


Un belvedere impresso nella morgia che getta l’orizzonte umano verso i lontani rilievi della Maiella. Bagnoli del Trigno, che domina dall’alto la valle dell’omonimo fiume, è un piccolo grande scrigno di storia e tradizione molisana che sazia gli appetiti più disparati di appassionati e professionisti dell’arte fotografica.

A oltre 600 metri sul livello del mare, nel versante nord-orientale dell’Isernino, sono impresse nella roccia calcarea lo stile longobardo delle fortificazioni militari accanto alle linee romaniche dei luoghi di culto. Niente male per un paesino di poco meno di 800 anime.

Qui c’è un mondo nascosto e incontaminato che non scopri per caso. Ne sa qualcosa Domenico Filacchione che ci è cresciuto e qui ritorna per cambiare aria, anzi, epoca! Da uno dei tanti “ritorni” è venuta fuori la foto di un ponte nascosto della valle Bruna, la seconda più votata in assoluto nel corso della prima fase a scrutinio del Concorso Fotografico Nazionale 2012 di Comuni-Italiani.it.

Sullo spettacolo selvaggio che la sua Bagnoli riserva allo sguardo e soprattutto al teleobiettivo della sua reflex risponde nell’intervista concessa per Comuni-Italiani.it

Un piccolo ponte della Valle Bruna. Ti sei trovato lì per caso o sapevi della sua esistenza?
Al piccolo ponte della Valle Bruna non ci si arriva per caso perchè l’area del ponte non è visibile dalle strade transitate. Si raggiunge con una strada stretta che se incroci un’altra auto in direzione opposta alla tua …sono problemi. Ho trascorso i miei primi anni a Bagnoli del Trigno, ci torno tutti gli anni più volte e quindi conoscevo molto bene il territorio.

Ti sei detto sinceramente sorpreso dal grande consenso raccolto dalla foto. Ma quali sono secondo te i suoi punti di forza che hanno convinto chi ti ha votato?
Il risultato del voto di questa foto è stato per me una sorpresa assoluta! In fondo è un piccolo e sconosciuto ponte. Lo ritengo però un buon soggetto fotografico anche per il contesto in cui è inserito; trovo bellissimi i massi su cui il ponte poggia.
Forse chi lo ha votato ha apprezzato l’inquadratura, che mette in relazione il ponte con le limpide acque del Trigno che gli scorrono sotto. Anche le tonalità dei colori credo siano piacevoli ma… resta sempre l’incredulità per il vasto consenso ottenuto.

Fotograficamente parlando quanto è stimolante il territorio bagnolese?
Il territorio di Bagnoli del Trigno è sicuramente stimolante per chi ama fotografare. La parte antica del paese è molto caratteristica perché è arroccata intorno e sopra un enorme sperone di roccia. Sulla sommità si trovano le rovine del vecchio castello che dominano dall’alto con una visuale a 360 gradi e con intorno strapiombi vertiginosi.
Anche un’antica chiesa è “incastonata” tra le rocce ed il relativo campanile è costruito proprio sopra un picco che si distacca dal blocco principale. Già nello scorso concorso ho candidato numerose foto del mio paese. Poi c’è il fiume Trigno con le sue acque pulite piene di vita. Insomma ce n’è per tutti i gusti fotografici!

Domenico Filacchione

Quali caratteri tipici del paesaggio e della cultura molisana focalizza questo territorio?
Bagnoli del Trigno ha in sé le caratteristiche che sono proprie di tutta la regione Molise. Il territorio è scarsamente popolato ed è rimasto in larga parte immutato. Il paese ha subito varie ondate di forte emigrazione che hanno ridotto i residenti a meno di mille. Anche se sono state abbandonate molte masserie lontane dal paese, le terre sono ancora coltivate.
La cultura di questo territorio è infatti una cultura contadina, in passato la vita era fatta di duro lavoro in un ambiente rurale non molto ricco nelle rese dei raccolti. Oggi qui si conduce una vita tranquilla e si cerca di puntare anche sul turismo per rivitalizzare il paese. Ogni anno in agosto per le feste del santo patrono, Bagnoli si riempie di migliaia di persone, alcune vi fanno ritorno provenendo da posti lontani come Canada ed Usa.

C’è un aspetto nascosto che si evince in questi luoghi e che sfugge all’obiettivo?
Al mio obiettivo non sfugge nulla! Tornando seri, quello che le foto non possono mostrare pienamente è quanto siano “selvaggi” questi luoghi. Essendo qui la presenza umana molto ridotta, si percepisce il dominio della natura; capita spesso ad esempio che un grosso rapace che controlla il suo territorio, ti faccia sentire un intruso volteggiando minaccioso sulla tua testa.
Io vivo a Roma e quando torno a Bagnoli del Trigno è come se cambiassi epoca: il silenzio o i suoni lontanissimi che si possono udire, gli odori, il buio totale di una notte senza luna… queste sono tutte percezioni che nessun obiettivo potrà mai catturare.

C’è un aneddoto curioso legato ai tuoi tour fotografici bagnolesi?
A Bagnoli ho trascorso tanto di quel tempo che nel mio caso è improprio parlare di aneddoti. Posso dire che ho sempre tentato di esplorare tutti i luoghi di questo paese, soprattutto i picchi più impervi. In qualche occasione ho rischiato di non riuscire più a ridiscendere dalla grande roccia del paese che ho girato in lungo ed in largo.
Mi manca solo la visita ad una grotta il cui ingresso però non è più raggiungibile, da prima che nascessi. Comprai anche una lunghissima corda per calarmi dall’alto ma poi abbandonai quasi subito l’azzardato proposito, vista la mia totale inesperienza in tecniche di scalata. La grotta, detta dell’orso, è restata inesplorata ma almeno io sono ancora in giro a fare foto.

 
© Riproduzione Riservata
 

Nessun commento

Lascia un Commento