Simone Temperato, di Bassano del Grappa, ha aggiunto un’altra grande impresa sportiva al suo palmares, salendo e scendendo dal Monte Zoncolan, una delle salite più dure d’Europa, utilizzando una bici senza ruota e forcella, proprio dal versante di Ovaro che pochi mesi fa aveva duramente impegnato i ciclisti professionisti del Giro d’Italia.

I dati sono eloquenti: la strada sale per 1.210 metri di dislivello in soli 10,5 km, per una pendenza media pari all’11,5%, con punta massima del 22%.

Ha scalato il Monte Zoncolan con la bici da corsa impennata migliorando il suo precedente record del 2007 fermando il cronometro a 1 h e 16 minuti.

Ma la parte più spettacolare e pericolosa della giornata è stata la discesa. Il Magico Tempe è riuscito infatti a disegnare delle traiettorie perfette sfruttando al massimo anche le pendenze presenti, raggiungendo, in alcuni tratti, la velocità massima di 43 Km/h.

Una discesa al cardiopalma che è stata portata a termine in un tempo record di 22 minuti.

“Non è stato facile affrontare la salita con il caldo e l’afa di questi giorni – ha dichiarato Simone Temperato – L’ultima prova fatta giovedì scorso sul passo Giovo, mi aveva dato buoni segnali, ma lì le pendenze non sono neanche da paragonare a quelle dello Zoncolan. I primi chilometri sono stati quelli più critici tanto che, alcuni amici che mi seguivano si sono staccati a causa del troppo caldo. Sicuramente la concentrazione e la determinazione che avevo mi hanno aiutato a superare questa grande difficoltà e, tornante dopo tornante, sono riuscito a raggiungere il traguardo finale abbassando il mio precedente record di scalata di oltre 2 minuti.

La discesa è stata senza dubbio perfetta e non avrei mai pensato di fare un tempo così basso, merito anche degli amici del M.T.Team che hanno reso possibile tutto ciò. Solo in un tornante ho avuto un attimo di indecisione quando improvvisamente, non so ancora il perché, ho sbandato prima a destra e poi a sinistra e sono stato costretto a compiere una manovra incredibile per recuperare l’equilibrio e proseguire la corsa senza sbagliare.

Questa per me è sicuramente una grande impresa, forse la più estrema e difficile di quelle fatte fino ad ora e la voglio dedicare a un caro amico che è mancato solo pochi giorni fa che son sicuro da lassù mi ha seguito e accompagnato per tutta la giornata, grazie Giorgio!”

 
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