Intervista con l’AS Alma Mater Pallavolo
L’A.S. Alma Mater Pallavolo di Casandrino, comune in provincia di Napoli con più di tredicimila abitanti, nasce nel 1988 non solo per diffondere la passione per lo sport di squadra ma anche per trasmettere ai giovani importanti valori di solidarietà e spirito di sacrificio.
Insomma un’importante alternativa all’ozio, all’ossessivo rapporto con oggetti elettronici, ai pericoli della strada.
Intervistiamo Giuseppe Morello, direttore generale della società.
L’Alma Mater ha partecipato al campionato di pallavolo 2010-2011 di Serie B2M, terminando al quinto posto. Amarezza per non aver centrato i play off promozione?
L’obiettivo di quest’anno, dopo la buona esperienza del campionato passato, era quello di fare un buon campionato più continuo, che maturasse in noi la consapevolezza che questa serie, parlo della B2, fosse un terreno naturale, per cui nessuna amarezza. Certo per come sono andate poi le cose, i play-off potevano essere sicuramente alla nostra portata.
Comunque una stagione positiva?
Sicuramente positiva, il quinto posto citato prima lo certifica. Dopo diversi anni ritornare a giocare in serie B è per noi un vanto, rimanere nella serie ed essere la migliore campana del girone ci inorgoglisce. Stagione positiva anche per l’esperienza maturata dalla dirigenza e dagli atleti del settore giovanile dell’Alma Mater che il tecnico Michele Romano (non alla prima esperienza con noi) ha ritenuto di valorizzare inserendoli nella rosa.
Qual è stato il vostro punto di forza?
Tutti i fondamentali sono risultati punto di forza.
E quello più debole?
Rispondo come prima, chiarendo che il collettivo ai nastri di partenza si è ritrovato modificato in larga parte per cui il lavoro del tecnico è stato particolarmente delicato e da una prima fase certamente difficile si è arrivati a risultati eccellenti. I fondamentali, sono stati la gioia e i dolori grazie del nostro campionato.
Quale atleta ha caratterizzato positivamente questa stagione?
Non vorrei fare torto a nessuno, e la mia non è e non deve sembrare una risposta pilatesca. Tutti bravi e pronti quando chiamati a rispondere, fare squadra significa proprio questo.
Nella pallavolo italiana cosa rappresenta il campionato nazionale di B2?
A mio avviso e’ un punto di arrivo ed è anche il punto partenza.
È il punto di arrivo per le associazioni sportive dove lo spirito volontaristico sovrasta qualsiasi cosa, dove la passione si mescola all’approssimazione, dove l’atleta dotato matura le sue qualità e le associazioni si misurano con le prime difficoltà economiche. Chi raggiunge questo obiettivo ha realizzato un sogno, uscendo dai campionati regionali si assapora il piacere di giocare partite in altre regioni, la dimensione spaziale è più grande, la sensazione di appartenere al mondo della pallavolo che conta è molto forte.
E’ il punto di partenza per un altro mondo, dove si è quasi professionisti, dove la fisicità è significativa, dove questo sport diventa un’altra cosa; allenamenti più frequenti e più intensi; impegni settimanali più massacranti.
Le Associazioni devono studiare per diventare Società, le risorse umane ed economiche sono rilevanti, dove più niente può essere lasciato al caso e se si intraprende questa strada bisogna impegnarsi molto di più.
L’Alma Mater è impegnato anche nel settore femminile. Riscontra un maggiore interesse per la pallavolo tra le ragazze?
La storia dell’Alma Mater nasce al femminile, e la pallavolo è considerato per i più uno sport a vocazione femminile. La verità è un’altra.
La pallavolo al maschile (come dicono gli allenatori delle maschili) è un altro sport. Ho allenato sia squadre femminili che maschili, ognuna ha la sua specificità che è fatta di genere, per cui è anche giusto dire che sono due cose diverse, ma sono lo stesso sport con le stesse regole. Quello che conta è che chi si cimenta nella pratica sportiva lo faccia con spirito di sacrificio nel rispetto delle regole, poi sta agli allenatori valorizzare le caratteristiche degli atleti.
E’ un trend irreversibile?
Il Trend è legato alla capacità delle federazioni di elaborare dei buoni piani di comunicazione, e attraverso gli organi periferici e le associazioni intercettare la maggior parte di ragazzi che non hanno futuro nello sport nazionale, il calcio, ma che potrebbero far bene nella pallavolo, un’altra cosa che determina l’aumento dei praticanti di uno sport è il successo delle nazionali.
Cosa pensa delle continue modifiche apportate negli ultimi anni alle regole di gioco?
Da qualche anno le regole hanno subito frequenti variazioni e ad onor del vero non posso non pensarne bene. Per alcuni versi le modifiche hanno reso meno rigide delle regole che in relazione al cambiamento antropologico delle/degli atleti, dove la forza fisica e la velocità sono cambiate erano antitetiche.
Il cambiamento di alcune regole hanno reso più appetibile televisivamente il prodotto e oggi questo è quello che conta, più contatti televisivi più visibilità più giovani interessati, più sponsor più squadre ad alto livello.
Cosa cambierebbe?
Ho altri compiti, preferisco applicarle le regole.
Questo è un argomento che richiede molto spazio, dico solo che a Casandrino non siamo riusciti ad avere nessun interlocutore istituzionale che credesse in noi, ma poco conta.
La nostra attività la svolgiamo con piacere a Grumo Nevano da molti anni, le Amministrazioni che si sono succedute si sono mostrate sempre sensibili ai problemi del nostro sport e con notevoli sacrifici stanno provando a realizzare un impianto adatto.
Tutti i campionati dal minivolley a quelli regionali trovano casa nelle seppur esigue palestre di Grumo Nevano.
La prima squadra, la serie B2/M, ha trovato casa, con gran rammarico della tifoseria, che comunque continua a seguirci numerosa, per le proprie gare interne al Palavesuvio di Ponticelli, nella palestra intitolata al mio amico Ivan Meriggioli.
La società in quale occasione diventa protagonista anche di attività sociali e culturali?
Lo sport è un’attività sociale e culturale, sfatiamo il mito che lo sport è solo un momento ludico, lo sport è stare insieme è quindi “sociale”, confrontarsi con gli altri è “cultura”. L’Alma Mater ha nel DNA l’impegno sociale, l’associazione nasce a Casandrino proprio con questo obiettivo fare sociale, fare cultura, fare sport. Nello specifico sosteniamo la crescita sportiva dei giovani grumesi attivando corsi gratuiti nelle scuole della città. Sosteniamo le attività culturali in collaborazione con le diverse associazioni del territorio attraverso iniziative che spaziano ovviamente dallo sport, organizzando momenti di lettura, di musica e di teatro.
Come vi state muovendo per la prossima stagione?
Il tempo ed il lavoro, dedicato a questo sport, ci ha fatto conoscere sul territorio alcuni imprenditori locali, che credendo nella nostra mission ci sostengono economicamente e ci consentiranno anche questo anno di programmare il futuro e di allestire una squadra e un’organizzazione tale da fare meglio nella prossima stagione.
Se e in quale misura l’attuale non facile congiuntura economica rende più difficile la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
Di per sé la pallavolo è considerato uno sport minore, nonostante i numeri dicono altre cose, secondo sport per tesserati in Italia, 1 milione e mezzo di praticanti, 5 milioni di telespettatori. Target appetibile per qualsiasi sponsor, in altre regioni, in Campania no. La ricerca di sponsor è e rimane il grosso dramma della pallavolo. Da qui l’impossibilità di una crescita adeguata di questo bellissimo sport in Campania e in particolar modo in provincia di Napoli. Premesso questo c’è da dire che la congiuntura economica non favorisce il movimento e la ricaduta sulle società sportive di pallavolo è ancora più pesante.
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Tag: AS Alma Mater Pallavolo, Pallavolo, Pallavolo Serie B2M
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Intervista con l’AS Alma Mater Pallavolo
20 lug, 2011
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