Settima sconfitta per la Serapo Volley Gaeta
Il campionato di pallavolo maschile di serie B1 ha chiuso l’anno solare 2011 con...
Il comune di Gaeta è in provincia di Latina ed ha più di ventunomila abitanti.
La locale squadra di pallavolo maschile è la Serapo Volley Gaeta, che nel campionato 2010-2011 ha partecipato alla Serie B2M girone G.
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it, Ornella Di Criscio, Direttore Sportivo Serapo Volley Gaeta.
Nell’anno del decimo anniversario, avete concluso la stagione al terzo posto, ma nella semifinale dei play off promozione siete stati eliminati dallo Squinzano. Un stagione chiaramente positiva dopo il terzo posto in Coppa Italia B2M del 2009?
Il terzo posto in Coppa Italia B2 maschile è stato sicuramente uno dei traguardi più importanti raggiunti dalla nostra società, centrato al secondo anno in un campionato nazionale.
Quest’anno, a causa di alcuni infortuni e defaillances proprio ad inizio stagione, abbiamo pagato un avvio un po’ lento, per cui il terzo posto è stato raggiunto con maggiore soddisfazione. Uscire a testa alta in gara 3 della semifinale play-off, disputando tutte le gare di andata e spareggio fuori casa, è stato sicuramente il culmine di una stagione positiva. Per la nostra società ha rappresentato un traguardo storico, ottenuto con una squadra rinnovata per 10 dodicesimi e quindi a maggior ragione segno di un ottimo lavoro svolto nel corso dell’anno.
Quale atleta ha caratterizzato questa stagione?
Quest’anno la nostra forza è stata nel gruppo, non è un luogo comune ma non c’è stato un singolo dal cui rendimento dipendessero i nostri risultati, le partite migliori sono state frutto di un’organizzazione di gioco accurata e di una predisposizione dei singoli a mettersi al servizio della squadra.
Nella pallavolo italiana, secondo lei, cosa rappresenta il campionato nazionale di B2?
Secondo me la B2 oggi è sempre più un campionato di transizione, nel senso che agli oneri di un torneo nazionale non si accompagna più l’elevato standard di qualità che qualche anno fa era riscontrabile in tutte le partecipanti a questa categoria. Lo dimostra l’elevato numero di squadre in Italia (126), mentre il divario con la categoria immediatamente superiore è intuibile dalle appena 42 squadre aventi diritto.
In molte realtà ha maggiore presa, tra le nuove generazioni, il settore femminile. Lo riscontrate?
Anche nella nostra zona i numeri del settore femminile sono sicuramente maggiori rispetto a quelli della maschile, ma la percentuale di abbandono delle ragazze è maggiore e soprattutto si verifica in età più giovane.
E’ un trend irreversibile?
Non credo sia un trend irreversibile, come per il mercato anche nelle iscrizioni si verificano impennate in coincidenza di grandi risultati delle nazionali maggiori o di eventi sportivi di grande visibilità, però di certo andrebbe fatto un lavoro capillare perché purtroppo la pallavolo è vista ancora come uno degli sport cosiddetti “minori”.
Negli ultimi anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Ritengo che con le nuove regole di gioco si sia cercato di aumentare la spettacolarità al fine di rendere l’evento pallavolistico maggiormente fruibile per un pubblico più vasto. Ciò, secondo me, ha comportato un livellamento dei valori in campo, nel senso che il risultato finale oggi premia maggiormente le squadre che hanno meno cali nel corso dell’incontro anziché quelle tecnicamente più forti. Dal lato tecnico ritengo che alcune delle modifiche avrebbero dovuto essere inserite già da tempo (ad esempio l’utilizzo del secondo libero), mentre alcune norme sono di difficile applicazione in quanto lasciano spazio all’interpretazione arbitrale (vedi la normativa sui falli d’invasione), per cui andrebbe definita più precisamente la casistica cui si riferiscono.
Gaeta e la pallavolo: che tradizione ha questo sport nella realtà locale e che importanza ricopre rispetto ad altri sport di squadra, sia in campo maschile che in quello femminile?
Gaeta ha una tradizione pallavolistica che risale abbastanza addietro negli anni, ma solo dalla nascita della Serapo Volley ha vissuto l’escalation fino alla B2 maschile. Ciò ha comportato un notevole interesse da parte del pubblico solo negli anni a cavallo della promozione nel campionato nazionale, ed ovviamente nelle fasi finali dei play-off degli ultimi 2 anni, mentre a livello di istituzioni purtroppo non le si dedica l’attenzione che si meriterebbe. Nella nostra stessa città abbiamo moltissimi sport di squadra con rappresentative anche in categorie superiori, ma la visibilità maggiore è riservata in ogni caso allo sport più popolare che è il calcio.
La società in quale occasione diventa protagonista anche di attività sociali e culturali?
La nostra società in particolare è sempre presente quando ci sono iniziative del genere, a partire dalla partecipazione ai campus di orientamento per le professioni nello sport, che si tengono ogni anno nella nostra città, all’adesione alle iniziative scolastiche per categorie disagiate e simili.
Serapo Volley Gaeta e il futuro. State lavorando per preparare una squadra che possa tentare di nuovo la conquista della B1?
Stiamo tentando di acquisire i diritti per la B1, poiché la società ormai è pronta a livello organizzativo a sostenere un simile campionato, e perché sarebbe di stimolo a tutto l’ambiente affrontare la sfida della categoria superiore, ricordando che sarebbe un traguardo storico per Gaeta e per la Serapo Volley.
Se e in quale misura l’attuale non facile congiuntura economica rende più difficile la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
Negli ultimi anni è sempre più difficile reperire fondi per l’allestimento di una squadra di livello nelle categorie maggiori, con il rischio che sponsor poco affidabili non rispettino gli impegni nel corso dell’anno. In questo modo è difficile attuare una programmazione a medio o lungo termine, poiché già a partire dal settore giovanile gli investimenti hanno un senso se si può dare loro continuità sulla base di progetti pluriennali. In questo momento risulta difficile o poco credibile fare previsioni o prospettare progetti di crescita per molte società che non hanno la certezza di un adeguato supporto alle spalle, poiché sicuramente una buona organizzazione rende fattibile gran parte dei progetti, ma da un certo livello in poi diventa indispensabile poter lavorare in un clima economico più stabile o comunque in movimento.
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20 dicembre 2011 16:38 / Commenta
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