Raffaele De Luca

Il primo turno delle Amministrative a Limbiate ha registrato un calo dell’affluenza di circa 3 punti rispetto alle precedenti consultazioni (68,65% rispetto al 71,69% del 2006) quantunque, in questo arco di tempo, sia cresciuto il numero degli aventi diritto (da 25.873 del 2006 ai 26.545 del 2011). In prossimità del voto del 29 e 30 maggio che designerà il primo inquilino di “palazzo rotondo”, Comuni-Italiani.it ha intervistato Raffaele De Luca, 60 anni, candidato a sindaco per una coalizione di centrosinistra (PD, SEL-RIF.COM-COM.IT, IDV e le liste civiche “Limbiate Solidale” e “Città Viva”.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Il nostro territorio ha bisogno anzitutto di essere tutelato e di ricevere il corretto input per sviluppare le proprie potenzialità. A farla da padrone nei prossimi anni saranno i temi legati allo sviluppo economico e al mondo del lavoro. Abbiamo la gran parte del territorio immerso nel Parco delle Groane, ed Expo 2015 alle porte. Questo per noi deve essere motivo di sviluppo sia per quanto riguarda i posti di lavoro per le giovani generazioni, sia per la visione di città che abbiamo pensato nel nostro progettato di governo. C’è tutta un’area, l’ex parco giochi Greenland, che sta ripartendo. Dobbiamo esser capaci di coniugare il ripristino di quest’area con le nuove prospettive della green economy che per Limbiate può diventare davvero motore di un’economia con prospettive nel futuro.
Una base economica stabile è fondamentale per recuperare in quelle classifiche in cui il nostro paese è drammaticamente maglia nera in provincia: reddito procapite, dispersione scolastica, servizi sociali. Sono ambiti fondamentali perché a causa di queste carenze noi oggi ci ritroviamo un paese poco attraente, in cui non ci sono reali prospettive economiche e di sviluppo e da cui le famiglie si allontanano alla prima occasione.
Abbiamo bisogno di concretizzare politiche che passino dall’improvvisazione vista negli ultimi dieci anni con la destra alla pianificazione che invece ci aveva caratterizzato quando governavamo: allora vennero prese le scelte relative all’affaire Carrefour che portò nelle casse comunali un autentico tesoro, a nostro giudizio, mal speso.

Rispetto a questi aspetti quale messaggio cercherà di trasmettere ai cittadini da qui alla data del ballottaggio?
La base del nostro progetto ha al centro la persona. Una novità perché sino ad oggi al centro c’è stato il mattone inteso come pietra, non le imprese che lavorano sul territorio, né i cittadini che in questa realtà devono vivere.
Serve un’amministrazione che sappia affrontare le tematiche non rivolgendosi al singolo, ma a tutti. Non possiamo più permetterci una città basata sul rapporto clientelare tra il politico e il singolo interesse, soprattutto in virtù dell’avvento di Expo 2015.
Serve un governo cittadino capace di pianificare il futuro, e libero di farlo secondo quel che conviene alla comunità. Ho scelto gente nuova e dinamica per governare la città come fosse la casa di tutti, e non come un condominio condiviso tra le famiglie Romeo e Picozzi, (3 famigliari per ognuno in consiglio comunale).
Il nostro messaggio continua ad essere rivolto alla partecipazione e alla persona.

I tre aspetti qualificanti del suo programma per governare la città.
Attenzione per i giovani: attuazione di azioni serie volte ad un reale sviluppo del benessere per le future generazioni. Pensiamo all’individuazione di spazi per i gruppi giovanili in cui i ragazzi possano autonomamente coltivare passioni e esercitare attività sul territorio, pensiamo agli incubatori d’impresa che possano mettere in rete virtuosamente le idee di singole persone alle prime armi, con il territorio e le realtà artigianali che qui sono consolidate.
Valorizzazione dei quartieri e del commercio cittadino. La bellezza del nostro futuro paese deve passare anche dalla sicurezza che gli abitanti possano trovare un bar aperto la sera, un luogo in cui informarsi di quel che accade in città, una vita comunitaria. La prima cosa fatta dalla precedente amministrazione è stata cancellare i consigli di quartiere, poi piano piano scollegare i vari centri urbani al fine di comandare frazionando il territorio. Come questa fosse una provincia romana. Noi puntiamo sulla partecipazione.
Mobilità alternativa. E’ impensabile passare, come accade oggi, 30 minuti in coda in un paese di pochi chilometri quadri. Dobbiamo attuare i piani di deviazione del traffico che attraversa il centro creando tangenziali. Dobbiamo creare le infrastrutture che possano incentivare il limbiatese a spostarsi dentro il paese a piedi o in bici, senza temere che questo non porti consenso, perché rappresentano il futuro. Ma dobbiamo farlo con intelligenza e prospettiva, garantendo la sicurezza stradale e la bellezza di attraversare la nostra città.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Nei primi 100 giorni mi dedicherò soprattutto ad individuare gli sprechi e ad identificare i nodi critici del sociale (scuole e assistenza agli indigenti) su cui reindirizzare i fondi provenienti dagli sprechi.
Immediatamente attiveremo gli strumenti di consultazione cittadina per affrontare definitivamente il problema del traffico e per pianificare la Limbiate del futuro. Quel che ci preme è ridare una vita cittadina a questo paese e occuparci delle persone. Per farlo dobbiamo coinvolgere essendo consapevoli che chi vive a Limbiate è una risorsa, non un peso o un elemento trascurabile della realtà.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Va al governo chi è competente. Chi ha un’esperienza e può rappresentare il nuovo, in linea con lo spirito del nostro programma. L’età media dei miei candidati è ben sotto i quaranta. Da subito ho rifiutato l’idea di cedere a vecchie glorie provenienti da qualsiasi parte in virtù di voti. E’ una logica che non può appartenere a chi, come me, viene dalla città e non dal palazzo.
Sul campo ho avuto modo di pesare il valore delle persone e spesse volte il valore aggiunto sono state le donne, per questo nel mio governo le figure femminili saranno il valore aggiunto. Parlare di quote rosa è un po’ uno stereotipo. Persone nuove e competenti, se donne meglio.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Abbiamo una bolletta elettrica di quasi un milione di euro l’anno. Le moderne tecnologie energetiche e l’economia reale con l’ausilio del privato, oggi, ci permettono di investire sulle fonti rinnovabili senza spendere, anzi guadagnandoci. Nella stesura del programma abbiamo studiato la sostituzione delle lampadine con led e l’installazione sugli edifici pubblici di sistemi di energia alternativa. Questo ci consentirà di azzerare la bolletta (un milione di euro) e in futuro di guadagnare, il tutto fornendo alle imprese del territorio lavoro e sviluppo in un settore che rappresenta il futuro.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
No.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Limbiate è una città di immigrati. Qui ci sono famiglie e comunità che giungono da ogni parte d’Italia. Una volta era un borgo, oggi ha 35.000 abitanti. Sappiamo che l’immigrazione prima che un pericolo può essere una risorsa, ma affinché accada questo dobbiamo impegnarci, come amministrazione, nel fornire ai nuovi abitanti gli strumenti per vivere bene e apprendere le regole del convivere qui, oggi.
Le azioni che abbiamo nel nostro progetto di città (scuole d’italiano, feste di quartiere, mercati cittadini) hanno in sé sempre una componente volta a mostrare il bello della nostra società. Dobbiamo far emergere le virtù del vivere secondo le regole affinché chi viene a vivere a Limbiate aspiri ad assumere il nostro modello di vita come proprio.
Questa è la mia visione di immigrazione. Se si riferisce ai problemi di ordine legale sbandierati dalla destra invece è sufficiente dire che agiremo con fermezza nel far rispettare le regole sempre, dappertutto e con tutti e che il coordinamento di carabinieri e polizia è uno dei nostri obiettivi.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Un vero federalismo fiscale sicuramente può essere una risorsa, soprattutto per chi come noi punta alla rinascita partendo dal proprio abitato.
Certamente però abbiamo bisogno che sia un’azione ben studiata e pianificata, non la solita improvvisata. Altrimenti diventa l’ennesimo slogan elettorale, che non serve a niente e a rimetterci saranno sempre i cittadini, soprattutto quelli come i limbiatesi che pagano le tasse e hanno costi sociali altissimi.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Un paese più bello, più vivo e più vivibile, dove i servizi funzionano e creano lavoro per i nostri cittadini.
Nel nostro programma abbiamo studiato una città in cui la mattina gli anziani possano andare nel centro del proprio abitato a vivere la città senza l’incubo di camminare controllando dove mettono i piedi su strade e marciapiedi sconnessi o di finire sotto una macchina per l’esiguità di spazi pedonali protetti.
Una città in cui i giovani la sera hanno dove stare, dove coltivare i propri interessi e viversi la serata.
Quello che abbiamo pensato è un paese produttivo dove le imprese possono vivere fornendo servizio al cittadino nell’ottica di creare finalmente un’identità limbiatese di cui andar fieri.

 
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