Giuseppe Fanfani

L’Italia era ancora in guerra quando i cittadini di Arezzo salutarono in Antonio Curina il primo sindaco dopo la Liberazione dall’occupazione nazista. Il 15 e il 16 maggio si torna al voto per eleggere il nuovo consiglio comunale di Palazzo Cavallo. In vista dell’importante appuntamento elettorale, Comuni-Italiani.it ha intervistato Giuseppe Fanfani, 64 anni, primo cittadino uscente e candidato a sindaco del Partito Democratico.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
In primo luogo il lavoro. Arezzo sta vivendo da molti anni la crisi del suo tradizionale sistema economico basato su oro e moda. Questo patrimonio non può essere assolutamente disperso ma difeso. E, necessariamente, integrato da nuovi elementi. Dobbiamo quindi puntare su quell’innovazione che Arezzo sta sperimentando con successo a cominciare dall’idrogenodotto, esperienza pilota in Italia.
Il Comune, insieme agli altri livelli istituzionali, è poi impegnato nel sostegno alle imprese soprattutto per quanto riguarda il credito. Importante è la garanzia che è stata data a me e agli orafi di un nuovo impegno della Regione Toscana proprio per il settore orafo e quindi per il prestito d’uso.
L’impegno del Comune, e questo è un elemento centrale del mio programma per il prossimo quinquennio, è di rafforzare e affermare la vocazione turistica di Arezzo con i suoi riflessi culturali ed economici. Inoltre intendo proseguire con il programma dei lavori pubblici che in questi ultimi cinque anni ha attivato investimenti per 100 milioni di euro.
La seconda priorità, strettamente connessa alla prima, è quella sociale. La crisi economica rende le famiglie più sole e in difficoltà maggiori. In questi cinque anni la mia amministrazione ha investito la quasi totalità del bilancio disponibile (e cioè quello non vincolato a persone, mutui, spese fisse, …) proprio nei servizi all’infanzia, agli anziani, ai disabili, alle persone in situazioni di disagio. Una strada sulla quale è necessario proseguire reperendo tutte le risorse disponibili.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
In campagna elettorale ho semplicemente riconfermato le mie priorità di lavoro in questi anni. Stiamo vivendo un periodo estremamente difficile ed occorre grande senso di responsabilità per evitare di fare proposte demagogiche e impraticabili come purtroppo ho visto e vedo fare.
Il mio programma è il frutto dell’esperienza di questi cinque anni, del rinnovato ascolto dei cittadini, dei contributi progettuali dall’ampia e solida coalizione che sostiene la mia candidatura.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
• Di nuovo il lavoro con il proseguimento delle opere pubbliche: abbiamo cantieri aperti e progetti finanziati per 50 milioni di euro. L’approvazione del Regolamento Urbanistico nonché il rilancio delle grandi aree industriali determineranno nuovi investimenti e nuovo lavoro. Daremo così una risposta, non esauriente ma certo importante, alla crisi.
• Legato al lavoro c’è il tema della riqualificazione della città: più attrattiva per i turisti, più bella per gli aretini. Ecco il completamento dei lavori nella Fortezza che diventerà il punto di riferimento non solo del centro storico ma dell’intera città. E con esso i lavori nelle piazze e la concretizzazione del progetto di scenografia urbana.
• Infine la famiglia che è il “cuore” dell’attività amministrativa, la destinataria delle politiche sociali. Quindi rafforzamento e potenziamento dei servizi alla persona.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
In primo luogo il completamento dei lavori avviati e una nuova fase di progettazione incentrata non solo sulle aree strategiche della città ma anche sulle periferie e le frazioni.
In secondo luogo il rafforzamento dell’attenzione alla famiglia con la “Carta Famiglia” la cui attivazione inizierà tra poco in questo mese.
In terzo luogo l’ulteriore qualificazione della città.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
La presenza dei giovani e delle donne in Giunta è un elemento fondamentale al quale intendo aggiungere quello della competenza e della capacità di mettersi a disposizione, con spirito di servizio, della comunità locale.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Il mio governo ha già operato in questo campo e intende proseguire. Non solo con l’utilizzazione dell’idrogeno ma anche con la diffusione del fotovoltaico che abbiamo già reso patrimonio di edifici pubblici e scolastici.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
No. Vanno individuate e trovate soluzione alternative e integrate tra di esse. A cominciare dalle rinnovabili.

Giuseppe Fanfani con la fascia tricolore

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Arezzo ha raggiunto da poco i 100.000 abitanti e questo grazie ai nuovi cittadini, cioè agli immigrati, che rappresentano ormai oltre il 10% della popolazione. La mia logica è: pari diritti e pari doveri. Ovviamente nell’assoluto rispetto delle leggi. Arezzo non ha mai conosciuto problemi di integrazione ed ho lavorato perché non ce ne fossero nemmeno in futuro.
Cito un simbolo e un esempio di buon lavoro fatto. Il simbolo è l’Orchestra Multietnica che vede musicisti di ogni continente e la prossima Casa della Cultura i cui lavori, in piazza Amintore Fanfani, sono iniziati in questi giorni

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Il federalismo fiscale può essere un’occasione per rafforzare l’autonomia degli enti locali e per mettere i cittadini nelle condizioni di individuare con chiarezza la destinazione e l’utilizzo delle proprie tasse. Ma non può essere un meccanismo per deresponsabilizzare lo Stato e scaricare, conseguentemente, le conflittualità con i cittadini sui comuni. Inoltre non potrà mai venir meno né l’unità nazionale, né il suo spirito, né la solidarietà tra le diverse aree delle paese.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Alla fine di questo primo mandato riconsegno agli aretini una città dove legalità, correttezza, progettualità, attenzione alle famiglie e alle persone sono tornati ad essere elementi caratterizzanti di Arezzo. Tra cinque anni, se gli elettori mi confermeranno la loro fiducia, conto di riconsegnare una città più bella e serena, con più lavoro e meno precarietà; con più servizi alle famiglie e meno disagio. E, soprattutto, una città che dia a tutti i suoi giovani la speranza di un futuro degno di essere vissuto proprio ad Arezzo.

 
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