Sono trascorsi 70 anni, quando nella mattinata del 30 aprile 1945 (5 giorni dopo che era stato firmato l’armistizio con le truppe tedesche) i nazifascisti riuscirono ancora a dimostrare la loro fredda ferocia.

Una grossa formazione di tedeschi che stava transitando nella Valdastico in ritirata, venne attaccata da formazioni partigiane appostate sui fianchi della Valdastico e più precisamente sul monte di Tonezza del Cimone e sul monte di Rotzo, per rappresaglia si compiva una strage immane di civili inermi, uccidendo donne, bambini e uomini questi ultimi vennero nella maggioranza bruciati.

I tedeschi che molto probabilmente avevano al seguito anche dei fascisti, restarono nel triangolo di Pedescala, Forni, Setteca dal 30 aprile al 2 maggio, se ne andarono all’alba incendiando le ultime case.

Sulla vicenda di Pedescala il paese più devastato dalla furia bestiale della rappresaglia (64 morti) e Forni e Setteca (19 morti) hanno sempre scritto molto i giornali ma da parte degli storici nessun interesse se non per qualche raro caso con un paio di libri e un filmato.

La tragedia rimane nel ricordo dei pochi superstiti rimasti, e della popolazione locale, oggi nelle tre frazioni ha voluto commemorare questa barbarie.

La funzione religiosa è stata celebrata dal Vescovo di Padova Mons.Antonio Matiazzo, che nell’omelia ha detto: “che come l‘uomo è capace di grandi eroismi è altrettanto capace di brutali barbarie…”
presente il Sindaco di Valdastico, Claudio Guglielmi, che al tocco di una campana ha pronunciato con commozione uno per uno i nomi dei caduti. Presenti anche alcuni Sindaci dei paesi limitrofi. Nessun’altra autorità civile presenziava alla Commemorazione.

Nel 1982 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini conferisce la Medaglia d’Argento al Valor Militare, la Medaglia è sempre stata rifiutata dalla popolazione in funzione della motivazione per la quale è stata conferita, lo scrivente è pienamente d’accordo in quanto la Medaglia doveva essere conferita al Valore Civile. Anche oggi non era sul Gonfalone del Comune di Valdastico.

Per non dimenticare ricordando tutti i trucidati segnalo tre nomi: il più giovane Claudio Pretto 4 anni, la più vecchia del paese nonna Caterina 95 anni, la donna più giovane del paese Angelina Marangoni di anni 15.

Fotoreportage:
Foto 1: 2 maggio 1945 il paese di Pedescala brucia;
Foto 2: il paese oggi;
Foto 3: sulle due lastre di marmo i nomi dei 64 trucidati;
Foto 4: L’omelia;
foto 5: il Sindaco di Valdastico chiama i caduti;
foto 6,7,8,9: la strage;
foto 10: alcuni superstiti.

 
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Commenti (9)


  1. Grazie Maurizio.


  2. Ciao, Grazie per il commento Immagino che sei Daniela
    Se sei tu mi sono dimenticato di chiedere a tua madre quanti anni aveva e in questo caso se mi aiuti anche con gli anni di Liliana che era stata ferita Grazie

    Un caro saluto dal Lago

    Maurizio


  3. Ciao Maurizio, sono proprio Daniela: mia mamma nell’aprile del ’45 aveva 17 anni e Liliana non ricordo bene se è del ’30, domani te lo confermo. So che la sua mamma, che è morta il 30 aprile aveva 35 anni e aveva altre due sorelline più piccole, una è stata ferita.
    Grazie ancora, buona settimana!


  4. ottimo reportage, complimenti


  5. Grazie di cuore Diana.

    Il tuo commento in questo reportage per me oltre che gradito è anche “sentito”

    Un saluto dal Lago

    M.


  6. gran bel fotoreportage perché sono d’accordo nel non dover dimenticare, ma…. quanto fanno male queste foto! Quanto è immensa la crudeltà che un uomo può ‘scaricare’ su un altro uomo!!!!! Quanto deve essere grande il dolore di coloro che in una delle tue foto riconosce una persona cara! Mi piacerebbe sapere cos’è che scatta nel cervello di questi ‘pseudo-potenti’ nel commettere simili atrocità!!!!
    Grazie Maurizio. Non si può e non si deve dimenticare!


  7. Grazie mille Emma per il tuo commento.
    Non si può dire cosa scatta nel cervello umano nel comettere simili atrocità.(Oggi non è cambiato quasi niente)
    La spiegazione storica non è giustificata: “In tutte le città e Comuni d’Italia erano esposti i bandi tedeschi a partire dal 1943, avvisavano che per ogni soldato tedesco ucciso sarebbero stati fucilati 10 civili. La colonna stava transitando in ritirata, munita sembra da ultime ricerche, da un lasciapassare particolare rilasciato da reparti partigiani delle città vicine a Pedescala, stanchi dopo 5 anni di guerra stavano rientrando alle loro case e famiglie, sapendo che un’armistizio era stato firmato 5 giorni prima,un vecchio proverbio dice “Al nemico in ritirata ponti d’oro” In queste circostanze sentirsi attaccati gli ha fatti imbestialire, si dice che sia stata una delle stragi più crudeli, ovviamente quanto suesposto non giustifica la brutalità.

    Ancora un grazie sincero e un saluto dal Lago di Garda

    Maurizio


  8. Ottimo reportage, complimenti. Ma, a onor della cronaca e dei poveri Martiri di Pedescala e delle vicine frazioni, a parte che la visita di Pertini risale al 1983 e non all’82, mi permetto una piccola, piccolissima, precisazione, riportata dalla stampa dell’epoca, in merito alla motivazione per la quale venne rifiutata dalla popolazione locale la “Medaglia al Valor Militare”:

    “Spararono poi sparirono sui monti, dopo averci aizzato contro la rabbia dei tedeschi, ci lasciarono inermi a subire le conseguenze della loro sconsiderata azione. Per tre giorni non si mossero, guardando le case e le persone bruciare. Con quale coraggio oggi proclamano di aver difeso i nostri cari” (Il Giornale, 29 aprile 1983). Buon 25 aprile 2016 a tutti.

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