Certo le foto, inviate da Luca Parmitano dalla Stazione Spaziale Internazionale per condividere la sua posizione unica e privilegiata con il maggior numero di persone possibili e inserite sui principali social network, erano immagini da togliere il fiato.

Quelle foto hanno avuto un impatto fortissimo sull’immaginario delle persone e tutte raccontavano qualcosa. Foto che qualsiasi fotografo avrebbe voluto fare.

Senz’altro quelli di un particolare gruppo fotografico, l’ESA Esrin Photo Club, che riunisce fotografi amatoriali, con la caratteristica comune di lavorare all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), con ruoli e compiti vari, di nazionalità e lingue diverse.

La vicinanza allo spazio e alle tematiche all’avanguardia, oggetto dello studio e delle attività dell’ESA, ha portato naturalmente il gruppo a interrogarsi sulle problematiche della fotografia nello spazio, dove la luce non è diffusa dall’atmosfera, il punto di ripresa si muove a 28.000 chilometri l’ora e non esiste gravità.

Sulla scia di questi interrogativi è stato organizzato un confronto con Luca Parmitano, che si è svolto oggi presso l’ESA a Frascati, trasmesso anche in diretta streaming.

Luca ha raccontato di non avere avuto una particolare competenza tecnica in campo fotografico prima della missione sulla stazione spaziale e, sebbene le tecniche fotografiche di base siano parte dell’addestramento, lui ha memorizzato solo le informazioni essenziali, non essendo la fotografia una sua passione personale.

A bordo della ISS ci sono macchine fotografiche di altissimo livello, anche se non sono macchine particolari o speciali. Sono macchine professionali di alta fascia, ma sono quelle che si trovano normalmente in commercio.
E Luca ha detto di aver scattato spesso in automatico lasciando alla macchina il compito di trovare il miglior settaggio dei parametri di scatto.

Nelle occasioni dove gli automatismi non riuscivano a catturare ciò che l’occhio invece vedeva, la possibilità di scattare tante foto, caratteristica tipica del digitale, e magari di farlo in contemporanea con una o due macchine impostate con parametri diversi, aiutato dai suoi colleghi astronauti, dava la possibilità di determinare quale fosse la miglior combinazione da utilizzare in quelle situazioni al limite.

Una delle difficoltà iniziali di Luca era dovuta anche al fatto che gli elementi sulla superficie terrestre rimangono nella situazione ottimale di scatto solo per pochi secondi: l’elevata velocità della stazione spaziale fa sì che la superficie terrestre scorra celermente e la capacità di vedere e cogliere la miglior inquadratura diventa una caratteristica determinante per ottenere immagini spettacolari.

Per la fotografia notturna i problemi sono stati di svariata natura, ma spettacolari sono le immagini che delineano la linea costiera dei continenti con il brusco passaggio dalla fitta rete di nodi luminosi che caratterizzano l’attività umana, al nero profondo dei mari.

Sulla stazione spaziale è stata installata nel 2012 un’apparecchiatura speciale chiamata NightPod, che compensa il movimento della stazione spaziale, mantenendo fermo il puntamento sulla terra e consente quindi di scattare nitide foto notturne in lunga esposizione. Ma questa apparecchiatura è ingombrante, non agevole e non è sempre possibile installarla. Luca e gli altri della sua missione hanno quindi fatto tutta una serie di prove per determinare la miglior combinazione di tutti i parametri di scatto (ISO, diaframma, tempi, ecc) che consentisse un’immagine sufficientemente nitida, anche se non così definita come quelle realizzate utilizzando NightPod.

Nella sua missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, Luca è sempre stato dell’idea di avere un’opportunità unica, fantastica e privilegiata. E pertanto ha sempre sentito l’esigenza di condividere la sua esperienza. Consapevole di quanto le immagini possano afferrare l’attenzione, la fantasia e le emozioni dei lettori/follower ha sempre cercato di proporre immagini che raccontassero una storia.

Dalla sua Sicilia piena di nostalgia, ripresa come silhouette sullo sfondo di un mare color oro per l’effetto della riflessione del sole sulle onde, all’autoscatto studiato per far vedere tutta la goffaggine di un astronauta alle prime armi, dall’Italia in notturna, riconoscibilissimo profilo tratteggiato dalle luci dell’attività umana, alle nuvole, circonvoluzioni e magia dentro l’atmosfera terrestre, dalle immagini di denuncia di scempi attuati sulla superficie terreste come la deforestazione in Amazzonia, alla fotografia studiata per lanciare un messaggio di sostegno e ammirazione alla Nazionale italiana paralimpica, dalla foto, fortuitamente presa, della scia lasciata da un missile intercontinentale in un lancio di prova, al selfie scattato durante le sue uscite extra veicolari.

Insomma, ogni foto di Luca Parmitano è stata scelta con un intento preciso, in ognuna, particolari o inquadrature vogliono dare a chi le osserva uno spunto di riflessione. Non sono foto in cui la tecnica è stata studiata a tavolino, o almeno non sempre, ma sono foto in cui l’emozione trapela copiosa.
Le foto di Luca Parmitano possono essere viste sulle sue pagine personali sui social network, oppure su Flickr.

1 – Il gruppo fotografico ESA Esrin Photo Club con Luca Parmitano
2 – Susanna Attolico, responsabile della Comunicazione per ESA/Esrin, presenta l’incontro
3 – Andrea Cavallini, presidente del ESA/Esrin Photo Club, illustra le motivazioni che hanno portato all’incontro
4, 5, 6, 7, 8 – Luca Parmitano presenta alcune delle sue foto più conosciute: la Sicilia ripresa in diurno; un gioco di riflessi preso durante una delle due EVA (attività extra veicolari); uno dei selfie più famosi; la scia lasciata da un missile intercontinentale durante un lancio di prova, dispersa dai venti di alta quota; l’autoscatto mentre indossa la tuta della squadra paralimpica italiana e guarda fuori dalla cupola verso la Terra
9 – Marco Leonardi, segretario del gruppo fotografico, consegna a Luca l’associazione onoraria all’ESA/Esrin Photo Club, ed una foto stampata al platino, metodo di stampa antica, realizzata da Andrea Baldi, tesoriere
10 – Luca Parmitano con Andrea Cavalini e Marco Leonardi

 
© Riproduzione Riservata
 

Nessun commento

Lascia un Commento