Il piccolo territorio montano della valle di Angrogna, è stato testimone e protagonista di vicende culturali, politiche e religiose i cui echi si sono ripercossi per secoli nelle nazioni europee.

Il valdismo nasce nel 1170, quando Valdo un mercante di Lione, lasciò tutti i suoi beni e decise di vivere in povertà, si costituì così il primo nucleo del movimento chiamato “i poveri di Lione“. Sin dall’inizio il movimento fu in forte contrasto con la Chiesa fino alla scomunica da parte del Papa Lucio III con il Concilio di Verona nel 1184.

Nonostante la scomunica, il movimento valdese continuò la sua espansione, sfaldandosi e creando piccoli gruppi con insediamenti in Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria. I valdesi furono duramente perseguitati nei secoli, obbligati a vivere nella clandestinità ed a nascondersi anche in zone impervie e pericolose, ma il movimento riesce a sopravvivere sino ad arrivare all’accettazione della Riforma protestante calvinista nel 1532, con il Sinodo di Chanforan.

Iniziò cosi l’espansione dei valdesi ad Angrogna, con la costruzione dei primi Templi, il primo è quello di San Lorenzo (foto 3), che venne costruito proprio davanti alla Chiesa di San Lorenzo. Il “Ciabas” (brutta casa), (foto 1 e 2), che delimitava l’inizio del ghetto dei valdesi, era in prevalenza usato dai valdesi di Bibiana, San Giovanni, Fenile e Campiglione, che non potevono avere luoghi di culto sul loro territorio.

Il Tempio di Serre (foto 4 e 5), che fu costruito quando il Tempio di San Lorenzo iniziò a diventare stretto a causa dell’alto numero di valdesi che si erano insediati nella valle. I templi al loro interno non hanno dipinti, né affreschi, le pareti si presentano semplici e spoglie, per non distogliere l’attenzione dei valdesi durante culto.

Percorrendo i sentieri della valle di Angrogna, sentieri che hanno visto razzie e barbarie, ci troviamo davanti alla “Gueiza ‘d la Tana” (foto 7 e 8), ampia caverna naturale tra le rocce, che i valdesi perseguitati usavano come rifugio e come luogo di culto, l’accesso è formato da una fenditura nelle rocce, è molto stretto e tortuoso ma una volta dentro la caverna si allarga, ed al suo interno vi potevano entrare fino a 200 persone.

Nel 1655 cominciano nuovi scontri, nuovi massacri e nuove persecuzioni, con la distruzione dei Templi valdesi. Nel 1685 in seguito alla revoca dell’editto di Nantes, il Duca Vittorio Amedeo II sostiene la persecuzione dei valdesi, che si trasforma in una vera e propria caccia ai valdesi, 2700 valdesi dalla Val di Angrogna espatriano in Svizzera e trovano rifugio a Ginevra.

Nel 1689, 1000 valdesi guidati dal generale Enrico Arnaud, rientrano nelle valli alpine del Pellice; è il famoso Glorioso Rimpatrio. Si creerà cosi il Ghetto Alpino.

Nel 1850 Charles Beckwith, colonnello inglese che durante la battaglia di Waterloo perse una gamba, si insediò nelle valli valdesi ed iniziò a sviluppare il sistema di scuola alpina, facendo costruire più di 170 scuole primarie nelle piccole borgate delle valli valdesi e si occupò di far formare i maestri. Ancor oggi alcune scuole sono visitabili, come la scuola museo di Odin (foto 8).

Nel vasto prato dove nel 1532 si tenne il primo sinodo di Chanforan, nel 1932 venne eretta una stele (foto 9), per ricordare l’evento. Durante le solennità religiose, come il 17 febbraio, data in cui si ricorda che nel 1848, ai valdesi vengono riconosciuti i diritti politici e civili. Le donne valdesi hanno sempre indossato il loro costume tradizionale valdese, portandolo con fierezza e dignità.

Un esempio lo troviamo presso il “museo delle donne valdesi” di Serre (foto 10), fondato dalle donne valdesi della Chiesa di Angrogna, collocato nell’antica scuola Beckwitch della borgata, vuol essere un riferimento e racconto della vita delle donne valdesi tra l’ottocento e il novecento.

 
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