La ventesima edizione della Giornata FAI di primavera, svoltasi sabato 24 e domenica 25 marzo, ha interessato in Provincia di Foggia anche i tesori architettonici ed artistici di Sant’Agata di Puglia, pittoresco e panoramico paese dei Monti Dauni meridionali, denominato la Loggia delle Puglie e detentore della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

L’intero abitato di Sant’Agata di Puglia occupa, col suo caratteristico profilo triangolare, la parete meridionale del monte sormontato in vetta dal Castello Imperiale. Il suo centro storico si presenta omogeneo e ben conservato, è attraversato da strade tortuose ed in pendenza o a scalea e da passaggi arcuati sotto le case.
Il suo cuore è l’ampia Piazza XX Settembre affacciata a terrazza sui tetti degli edifici sottostanti, sulla valle del torrente Calaggio, sui Monti Dauni meridionali, e su quelli dell’Irpinia e della Basilicata.
All’interno della cinta muraria del centro storico santagatese si contano ben quattro chiese (Matrice di San Nicola, di San Michele arc., di Sant’Andrea, e della SS. Trinità) e diversi palazzi gentilizi con portali, stemmi e decorazioni scolpite in pietra.

Nelle due giornate del 24 e 25 marzo sono rimasti aperti ai visitatori: la Chiesa Matrice di San Nicola con la Cripta e l’annesso museo d’arte sacra, la Chiesa di San Michele arcangelo ed il Castello Imperiale. Di quest’ultimo, a causa degli imminenti restauri degli ambienti interni, si è potuto visitare solo il cortile ed il camminamento di ronda lungo il suo prospetto principale col suo spettacolare panorama a 360 gradi sui Monti Dauni con i loro piccoli comuni, sul Tavoliere e sul Gargano, sugli antichi tetti santagatesi e la sottostante valle del torrente Calaggio, ed infine sui monti irpini e della Basilicata settentrionale.

La Chiesa Matrice di San Nicola, di origine normanna ma rifatta in forme barocche, presenta l’interno a tre navate ed a croce latina ed è indubbiamente la più ricca di opere d’arte. Basti pensare all’originale fonte battesimale a forma di pigna in pietra rosa del Calaggio, al coro ligneo seicentesco realizzato da Mastro Iacovo di Vallata, al presepe cinquecentesco in pietra scolpita e tinteggiata a colori, all’organo del 1642 ed al pulpito su colonna e su leone stiloforo, anch’essi in pietra rosa del Calaggio.

Oltre alle tele della Madonna degli Angeli e della Madonna del Carmine (XVI-XVII secc.), sono da ammirare la Pala di San Gaetano di Pacecco de Rosa ed il seicentesco e ligneo Trittico delle Parrocchie che è caratterizzato: dalla cimasa con la Vergine incoronata dal Padre e dal Figlio sotto la colomba dello Spirito Santo; dalla parte centrale con le nicchie contenenti le statue dei santi titolari delle tre parrocchie santagatesi dell’epoca (Sant’Andrea, San Nicola e San Michele arcangelo); e dalla predella che riproduce l’Ultima Cena.

La sottostante cripta è stata affrescata ad encausto da Enzo Liberti a partire dal 1946 con le scene della Vita di Cristo nelle quali i personaggi ritratti sono i santagatesi del periodo di esecuzione dell’opera. All’altare maggiore, ricavato in un piccolo ambiente con volta a botte cassettonata, un gruppo di angeli sorregge una bara col Cristo Morto. Contiguo a tale cripta è un piccolo museo di arte sacra.

La Chiesa di San Michele arcangelo, già esistente nel XII secolo, è stata ricostruita nel 1938 in seguito al disastroso sisma del 1930 con interno a tre navate ed in stile neoclassico. Dell’antica chiesa conserva solo la cappella di San Biagio che si innesta lateralmente sulla navata destra.
Tra le opere d’arte più pregevoli che vi si conservano troviamo un trittico di Tutti i Santi del XV secolo al centro della navata sinistra, una statua della Pietà di epoca settecentesca e l’altare di San Michele arcangelo in fondo alla navata destra.

Il Castello Imperiale sorge come già detto sulla sommità del monte su cui si arrampica l’abitato, in un luogo già probabilmente occupato in epoca romana dal tempio di Artemide. Già castrum in età longobarda, contiene tuttora al suo interno la Cappella di Sant’Agata, dove in origine furono collocate le sue reliquie. Coi normanni il castrum assunse l’aspetto di una rocca e Federico II di Svevia obbligò i paesi appartenenti alla Castellania santagatese di riparare il castello.
Sotto gli Angioini venne mantenuta la funzione amministrativa e militare. Successivamente con gli Orsini nel XV secolo ed i successivi feudatari iniziò la sua graduale trasformazione del maniero in dimora gentilizia, attraverso numerosi rimaneggiamenti che si portarono avanti fino al XIX secolo. Dopo essere stato abitato da privati, solo nel 2000 fu acquisito dal comune che lo rese un bene pubblico.

Il presente fotoreportage si compone anche delle sottostanti dieci immagini che ritraggono:
► il panorama del tetti santagatesi e del paesaggio sottostante dalla sommità del Castello Imperiale (fotto nn. 1-2);
► il Castello Imperiale visto dal basso (foto n. 3);
► il cortile del medesimo castello (foto n. 4);
► uno scorcio della Chiesa Matrice di S. Nicola col suo campanile (foto n. 5);
► l’interno della medesima chiesa (foto n. 6);
► la sua cripta, affrescata da Enzo Liberti (foto n. 7);
► una sala del museo d’arte sacra contiguo alla suddetta cripta (foto n. 8);
► la facciata della Chiesa di S. Michele arcangelo, ricostruita dopo il sisma del 1930 (foto n. 9);
► l’altare di S. Michele arcangelo, posto in fondo alla navata destra della chiesa omonima (foto n. 10).

 
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Commenti (6)


  1. Bravo, ottimo lavoro e ben fatto, complimenti ai tuoi reportages, gianniB


  2. Ottimo pure questo. Complimenti Michele


  3. grande amico pè…complimenti davvero


  4. Interessante reportage e ben documentato!!
    Giancarlo


  5. Si salutano e si ringraziano Gianni, Stefano, Anita e Giancarlo per i loro commenti. Questo fotoreportage è il prodotto finale della mia vera passione ed è il minimo che potevo fare documentare le bellezze di S. Agata di Puglia e quest’iniziativa annuale del F.A.I. Saluti a tutti.


  6. Invio anche io i miei complimenti anche per questo ottimo lavoro!!

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