Gli Arcieri ASSTA Senigallia ASD

Il 2012 è l’anno delle Olimpiadi di Londra. E’ il momento più importante per il movimento sportivo mondiale ma anche per le discipline meno conosciute che in questa splendida occasione hanno maggiore visibilità sui mezzi di comunicazione.

Tra queste vi è il Tiro con l’Arco, sport articolato su varie specialità: nudo, olimpico e compound.
Per conoscere anche questa specialità Comuni-italiani.it, intervista Manuela Marconi, presidente degli Arcieri ASSTA Senigallia ASD, società di Senigallia, comune in provincia di Ancona con 45.000 abitanti,

Ci spiega brevemente la differenza tra le tre specialità?
Le indicherò le differenze ammesse per svolgere le più comuni competizioni federali. L’arco nudo, come dice il nome, non può avere praticamente nessun accessorio e la mira viene presa sulla punta della freccia. L’arco olimpico è sostanzialmente un arco nudo con misuratore di allungo (clicker), stabilizzazione e mirino; a tutt’oggi è l’unico arco ammesso alle Olimpiadi. L’arco compound, grazie ad ulteriori accessori e ad un sistema di carrucole eccentriche, consente il minimo sforzo a trazione completa ed una grande precisione di tiro.

Quali devono essere le principali capacità per essere un buon tiratore?
Un buon tiratore deve avere una buona capacità di concentrazione, un’ottima padronanza corporea (postura, equilibrio e coordinamento neuro-muscolare) ed infine un’eccellente resistenza psico-fisica.

Manuela Marconi

Il Tiro con l’Arco ha gare sia a livello di squadre che individuali. Il 2011 è stato un anno con molti successi. In quali campionati siete impegnati?
La nostra Società presenta diversi atleti ai Campionati Italiani in diverse specialità. Nel 2011 abbiamo ottenuto alcuni ottimi piazzamenti con Silvana Pierini; nel 2010 la nostra Marisa Fabietti ha raggiunto il 12° posto al Campionato Mondiale Hunter & Field in Ungheria vestendo la maglia azzurra.
Sempre nel 2011 abbiamo ospitato il Campionato Italiano per Società nella splendida cornice del Foro Annonario di Senigallia.

Quali sono le difficoltà del Tiro dell’Arco in Italia?
Avendo iniziato questa disciplina nel 1993 ho spesso visto Società Sportive con scarsa disponibilità di aree attrezzate per il tiro al chiuso, all’aperto o entrambe.
A volte ho anche avvertito tra i non addetti, l’idea che il tiro con l’arco non sia considerato uno sport a tutti gli effetti; con evidenti conseguenze nello sviluppo di questa disciplina.

E nella sua realtà in particolare?
Grazie alla vitalità dei nostri tesserati e ad un buon rapporto con l’Amministrazione Comunale, abbiamo la fortuna da anni di avere un campo all’aperto.
Per il tiro al chiuso invece, soffriamo un po’ l’affollamento delle palestre della nostra città.

Con l’arrivo dei canali sportivi gratuiti sul digitale terrestre molti sport cosiddetti minori hanno ottenuto qualche spazio. E il Tiro con l’Arco?
Grazie ad alcune medaglie olimpiche, dal 2004 qualcosa si è incominciato a vedere; per altro la Federazione Internazionale si sta sforzando di rendere più televisivo il nostro sport, ma non ho ancora visto evidenti segnali di cambiamento dal digitale terrestre.

Silvana Pierini

E’ soddisfatta?
E’ sempre difficile essere soddisfatti; come ogni sport penso che anche il tiro con l’arco sia più bello da praticare che da vedere, ma se riusciremo a renderlo sempre più spettacolare senza snaturarlo, sono sicura che avrà più visibilità, e una maggiore possibilità di attrarre sponsor.

Il 2012 è l’anno delle Olimpiadi di Londra. L’Italia sarà presente e con quali obiettivi?
Saremo presenti al completo; individuale ed a squadre nel maschile e femminile oltre ai paraolimpici, decisamente bravi.
Senza voler mettere troppa pressione ai nostri ragazzi, si spera proprio in qualche medaglia; per altro sarebbe bello arrivasse qualcosa nel femminile, da anni ai vertici mondiali.

Come avviene il reclutamento di nuovi atleti?
Ormai con la presenza di molti sport il reclutamento non è facile. Occorre una buona attività promozionale e una presenza costante nel territorio, compatibilmente con le limitate risorse di una società dilettantistica. Comunque grazie all’attività di diversi tesserati, tra cui alcuni istruttori federali, riusciamo ad organizzare corsi individuali e collettivi secondo necessità e con buoni risultati.

Cosa spinge un giovane ad avvicinarsi al vostro sport?
E’ una domanda interessante. Penso che tirare con l’arco sia un gioco dell’infanzia di molti di noi. Per altro appartiene alla storia più remota dell’uomo e credo qualcosa di arcaico ci sia ancora. Ma credo sia l’aspetto del gioco di abilità la motivazione più forte.
Quando andiamo nelle scuole, è sorprendente il gran numero di ragazzi che vogliono provare questo sport.

Gli Arcieri ASSTA Senigallia ASD cosa rappresentano per la comunità di Senigallia?
Il nostro sport non muove tifoserie ma entra nelle scuole e ha diversi contatti con persone diversamente abili e con le loro associazioni. Nel tiro con l’arco c’è una forte cultura del provare e far provare.
Manteniamo da oltre 15 anni un buon rapporto con le istituzioni, con le diverse associazioni sportive e non.
Posso dirle che, da sport “minore“, abbiamo fatto provare persone di ogni età; alcuni sono diventati agonisti anche di ottimo livello, altri sono o sono stati nostri tesserati, ma tutti quanti si sono comunque divertiti.

Marisa Fabietti

Nel 2010 avete organizzato una gara di tiro con l’arco della durata di 24 ore, cercando di coniugare sport e turismo. Come è andata e perché non c’è stato l’anno II?
La 24ore di Senigallia è stata una bellissima idea. Ci aspettavamo in verità maggiore partecipazione ma vedere eccellenti tiratori (tra cui una nazionale) venire dall’Emilia, Toscana e Lombardia e condividere con noi 24 ore filate di tiro e convivialità ci ha riempito di orgoglio. La società è stata concentrata nell’organizzazione del Campionato Italiano a Squadre di Società e qualche problema di impiantistica purtroppo ci ha portato a rinunciare per il 2011 alla 24ore. Ma speriamo al più presto di poterla riproporre. Dimenticavo, che io sappia è stata la prima manifestazione di questo genere all’aperto in Italia.

La crisi economica condiziona la realizzazione dei programmi di una società di Tiro con l’Arco?
Sì certamente. Prevalentemente il nostro introito è l’autofinanziamento, per cui siamo abituati a gestire le risorse commisurandole agli obiettivi. Anche in questo momento difficile comunque, la nostra società guarda al futuro con un programma che la porterà al 2015, l’anno del ventennale, con lo sviluppo sia dei tesserati che delle strutture .

Siete impegnati anche in iniziative sociali, benefiche?
Posso dirle che ormai sono diverse le iniziative in questo senso e gestite da diversi tesserati: per esempio incontri e prove di tiro con bambini russi provenienti da Chernobyl o con persone diversamente abili. Non solo: abbiamo iniziato ad accogliere stabilmente alcune persone con lievi disabilità di concerto con i genitori e le associazioni di riferimento.

 
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