Alla confluenza del Vezzola col Tordino, ad est dei Monti della Laga, è situato il comune di Teramo, che ha circa cinquantacinquemila abitanti. In molti sport di squadra è presente una società teramana (nel basket in A1). Nel campionato di calcio di Serie D girone F ha ben figurato la SSD Teramo Calcio.

Intervistiamo Luciano Campitelli, presidente della società teramana.

La stagione regolare si è conclusa con un secondo posto, dietro il Santarcangelo. Nei play off, dopo la vittoria sul Jesina, è arrivata la sconfitta con il Rimini. Un campionato 2010–2011 comunque positivo?
Certamente positivo. L’obiettivo era arrivare tra le prime cinque e disputare almeno i play-off e questo è stato fatto. Certamente c’è rammarico per l’esito finale, visto che abbiamo condotto la classifica per 2/3 del campionato e che abbiamo perso la finale dei play-off in casa. In ogni caso abbiamo disputato una stagione da protagonisti, rispettando completamente il budget prefissato e chiudendo il bilancio in pareggio.

Luciano Campitelli

C’è un atleta che ha maggiormente caratterizzato questa stagione sportiva?
Tutta la squadra ha dato il massimo ed è difficile scegliere un giocatore. Direi che la nostra forza è stato l’attacco, con Gambino capocannoniere (19 reti), ben coadiuvato da Arcamone (15) e Orta (10).

Qual è, a suo giudizio, l’importanza, la mission del campionato di Serie D?
La Serie D dovrebbe essere la fucina dei nuovi talenti, da valorizzare per le serie superiori. La norma dei fuoriquota a questo tende. Tuttavia, a seguito della crisi finanziaria, in Serie D sono state catapultate realtà importanti, come la nostra, che in passato hanno calcato palcoscenici ben più prestigiosi. Queste Società hanno, per ovvi motivi, l’assillo di vincere, per cui poco possono concedere alla valorizzazione dei giovani. Direi che oggi come oggi la Serie D assomiglia più ad un limbo, ad un parcheggio.

15 luglio 1913 prima partita di “foot-ball” a Teramo. Dopo quasi 100 anni cosa rappresenta il calcio per la comunità locale?
A Teramo abbiamo un’importate realtà in un altro sport, per cui molte “attenzioni”, soprattutto da parte delle Istituzioni, sono riservate ad essa. Tuttavia il calcio rappresenta sempre lo sport più amato dagli Italiani ed anche i Teramani vi restano affezionati. Il nostro più grande successo è stato riportare la gente allo stadio. Nel corso del campionato abbiamo avuto un’ottima media-spettatori. Col Rimini, poi, eravamo in 3.000; cifre non da poco.

Esiste una rivalità, una competizione con altri sport di squadra nel vostro comune?
La rivalità esiste solo con il Giulianova, città della nostra provincia. È il derby d’Abruzzo e credo manchi un po’ a tutti. Speriamo di rivederlo presto. In città abbiamo il S. Nicolò, squadra che parteciperà al prossimo campionato di Serie D. Ma nessuno lo considera un vero e proprio derby.

La società è attiva nel sociale?
La nostra Società, per mio espresso desiderio, è sempre stata attenta al sociale. Oltre a fare attività sociale con la nostra Scuola Calcio, che conta oltre 50 iscritti, collaboriamo con importanti associazioni benefiche, nazionali e locali. Ricordo la collaborazione con l’A.I.P.D. di Teramo, con la Lega Italiana Fibrosi Cistica, con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Noi siamo dei privilegiati e, dunque, è nostro preciso dovere assistere coloro che sono in difficoltà soprattutto quando si tratta di bambini.

SSD Teramo Calcio 1913 e il futuro: cosa vi aspettate dalla prossima annata sportiva?
Innanzitutto ci aspettiamo di rafforzare sempre di più la nostra struttura, che è già ad ottimi livelli. Dal punto di vista sportivo è ovvio che cercheremo ancora di tornare tra i professionisti. Ma sempre avendo bene in vista l’obiettivo principale: quello di rispettare le esigenze di bilancio.

Rosa 2010-11 della SSD Teramo Calcio 1913

 
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