Chiara Pietracci

Da alcuni anni il rugby femminile è di casa a Colleferro, comune in provincia di Roma con più di ventiduemila abitanti.

Comuni-Italiani.it intervista Corrado Mattoccia, presidente della Red&Blu Rugby che partecipa al campionato femminile di serie A, girone 1 Elite.

Avete una storia breve ma intensa. Soddisfatti anche per le atlete della Red&Blu convocate in nazionale?
Da quando la società è nata è stata da subito un serbatoio attivo per la nazionale assoluta e per le giovanili. Abbiamo avuto anche otto convocate per una sola partita.

Qual è la formula del campionato e con quali aspirazioni lo affronterete dal 9 ottobre?
Al girone Elite partecipano oltre alla Red&Blu quattro squadre: Benetton Treviso, campionesse in carica, Riviera del Brenta, vice campionesse, Monza e Valsugana Padova. Terminata la stagione regolare che si gioca con partite di andata e ritorno, le prime tre classificate ottengono il passaggio ai play off scudetto (semifinali e finale); la quarta giocherà, invece, lo spareggio con la prima del girone B della Serie A. In cinque anni non abbiamo mai fallito l’obiettivo play off. Anche quest’anno puntiamo alla finale per il titolo.

Quali sono le squadre che possono lottare per il titolo italiano?
Benetton e Riviera del Brenta che dal 2003 si alternano sul massimo gradino del podio, hanno le carte in regola. Monza insieme alla Red&Blu sono le altre due pretendenti.

Tiziana Felici

In Italia è diffuso il settore femminile del rugby?
Il rugby giocato dal “gentil sesso” ha avuto negli ultimi anni una grande crescita. In Italia vi si gioca da circa venti anni ma è solo negli ultimi dieci che ha fatto il salto di qualità. Esiste un campionato parallelo a quello della Serie A, la Coppa Italia Seniores ed Under 16 che a differenza del massimo campionato si gioca con sette giocatrici. Oggi sono circa 8000 le tesserate.

Il rugby femminile italiano come si colloca a livello europeo e mondiale?
La nostra Nazionale è fra le prime cinque in Europa: nel 2007 è entrata di diritto nel 6 Nazioni, competizione del tutto analoga a quella dei colleghi uomini. Nel mondo è fra le prime dodici. Lo scorso anno le nostre ragazze hanno battuto il Galles a casa loro, impresa mai riuscita prima di allora ad una nazionale azzurra.

La disponibilità di campi e strutture è anche il vostro problema?
Questo è un male inguaribile.

Come giudica la copertura mediatica (giornali, radio, televisioni, internet) del vostro campionato?
Purtroppo inesistente!

Nonostante sia uno sport forte le ragazze si avvicinano come i ragazzi?
Molto meno. John Kirwan, ex All Black e CT dell’Italia, ha detto che il problema del rugby italiano sono… le mamme. Questo accade al maschile figuratevi al femminile in cui si trovano anche le reticenze dei papà!

Claudia Tedeschi

Cos’è il “museo del rugby” di Colleferro?
La collezione che ha sede a Colleferro è costituita dalla donazione di oltre seicentocinquanta maglie indossate dai campioni del passato e del presente, italiani e stranieri, cimeli che raccontano pagine e pagine della storia ovale degli ultimi cinquant’anni. “Fango e Sudore” comprende anche oggetti storici di varie tipologie: cravatte, palloni, crest, gagliardetti, trofei, quadri, manifesti, libri ed una sezione “Memorabilia“, maglie, palloni, bandiere e fotografie autografate. E’ una collezione unica in Italia e tra le poche al mondo. Ha la sua sede permanente a Colleferro (Corso Turati, 121) ma viene esposta temporaneamente in altre città: nel 2009 fu allestita a Milano in occasione del test match contro la Nuova Zelanda, nel 2010 a Parma, quest’anno è stata esposta a Treviso durante i Mondiali Under 20 e a Benevento dove si trova attualmente e fino al 2 ottobre. Prossime tappe Agropoli, nel Cilento, e Venezia. Il Museo ha ricevuto il patrocinio di Comune, Provincia, Regione e FIR; è stato inoltre premiato con la medaglia di Bronzo dal Presidente della Repubblica Italiana.

La crisi economica condiziona i programmi di una squadra di rugby femminile?
Siamo autodidatti e ci sostengono piccoli sponsor che spesso sono anche i dirigenti della società.

I tifosi e gli sportivi di Colleferro seguono la vostra squadra?
Non ci fanno mai mancare il loro appoggio. Nel 2009 e nel 2010 abbiamo addirittura registrato il tutto esaurito quando fummo incaricati dalla federugby di organizzare le sfide dell’Italia all’Irlanda e alla Scozia.

Siete protagonisti anche di iniziative sociali?
Sempre, prima il sociale e poi il resto. Abbiamo organizzato tante iniziative sul campo e fuori. Siamo tra i primi sostenitori di “Forza L’Aquila”, associazione “no profit” nata in seguito all’ormai purtroppo noto 6 aprile 2009 per aiutare la città de L’Aquila a rinascere, partendo dal primo progetto da realizzare per velocizzare la ripresa dell’aggregazione sociale, culturale e sportiva della popolazione aquilana; abbiamo organizzato convegni e manifestazioni contro la pedofilia sostenendo l’associazione l’Urlo degli Angeli.

 
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