Al PAN- Palazzo delle Arti di Napoli, una mostra del grande fotografo statunitense Steve McCurry dal titolo “Senza confini”, sarà aperta al pubblico dal 28 ottobre 2016 al 2 febbraio 2017.

Alla vigilia dell’inaugurazione l’artista ha tenuto un incontro nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli ed ha parlato ai numerosi convenuti, molti dei quali giovanissimi, dei momenti più emozionanti provati nelle sue escursioni fotografiche e di ciò che lo spinge a fare un clic sulla sua macchina fotografica.
“La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Nei ritratti ricerco il momento di vulnerabilità in cui l’anima, pura, si svela e le esperienze di vita appaiono incise nel volto. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi” sono le sue parole.

Fin dagli anni ’70 Steve si è impegnato come fotoreporter in località afflitte dalla guerra, fissando con i suoi scatti le sofferenze di tante genti costrette a fuggire dalle loro case ed a subire le conseguenze dei conflitti tanto devastanti.
Infatti la sua carriera è esplosa quando, nel 1979/80, si è recato al confine tra Pakistan ed Afghanistan, zona controllata dai ribelli poco prima dell’invasione russa, ed è tornato a casa con tanti rotoli di pellicole cuciti tra i vestiti. Le sue foto sono state tra le prime a mostrare a tutto il mondo il sanguinoso conflitto.

Divenne celebre anche per le foto della “Ragazza afgana”, una delle quali fu pubblicata nel 1985 come copertina del National Geographic Magazine.
Nel 2002 è tornato in Afghanistan alla ricerca della stessa ragazza ed è riuscito a rintracciarla in un campo profughi, ormai adulta con figliuoli.
La nuova foto è andata ad arricchire la sua collezione di volti segnati dal dolore.

McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali per documentare le guerre in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo.

Con le sue foto egli dà un contributo al National Geographic Magazine e dal 1986 è membro della Magnum Photos.

L’allestimento curato al PAN da Peter Bottazzi, comprende immagini dell’Afghanistan, dell’India, del Medio Oriente, fino all’Africa, Cuba e New York.
Di grande spicco, naturalmente, il celebre scatto di Sharbat Bibi, la “Ragazza afgana” dagli occhi verdi, sia nella versione del 1984 che in quella più recente del 2002.

Nel prezzo del biglietto è inclusa un’audio-guida con cui lo stesso Steve McCurry racconta i suoi incontri.

foto:
n° 3: immagini in bianco e nero della guerra in Afghanistan
n°7: ai lati Sharbat Bibi, la “Ragazza afgana” dagli occhi verdi, nelle due versioni
n° 8: bimbi che giocano in luogo ricco di residui bellici
n° 9: bimbi che giocano con cellulari e pistole

 
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Commenti (3)


  1. ho letto tanto su Steve Mc Curry e mi sono sempre piaciuti il suo stile e la sua ‘arte’, e questo tuo fotoreportage arricchisce ancor di più la mia conoscenza su di lui e le sue opere. Grazie e brava! Mi piace!


  2. Grazie, ema! Se hai l’opportunità di visitare la mostra, ti assicuro che ne vale davvero la pena. Bella l’esposizione che ti immerge nelle sue foto, caloroso il contatto che hai con lui durante le sue descrizioni. Già mi catturò quando presenziai all’incontro al Maschio Angioino: la sala affollata come non mai!


  3. Grande fotografo, gran bella mostra, complimenti per articolo e immagini.

    Brava.

    M.

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