Fra le varie manifestazioni previste a Firenze nel cinquantesimo anniversario dell’alluvione dell’Arno del 4 novembre del 1966 merita sicuramente una visita la mostra dal titolo “ARNO – Fonte di prosperità – Fonte di Distruzione” organizzata per l’occasione dall’Archivio di Stato di Firenze presso la sede di Viale Giovane Italia 6 ed aperta dal 9 ottobre 2016 al 4 febbraio 2017 tutti i giorni feriali dalle 9.00 alle 17.00 ed il sabato dalle 9.00 alle 13.00.

L’Archivio di Stato, come scritto nell’opuscolo informativo della Mostra, “vuole proporre un’operazione culturale di spessore, che non si ferma al ricordo della disastrosa inondazione che colpì l’Istituto nella storica sede degli Uffizi, ma vuole andare alle origini della vicenda, vale a dire al fiume Arno” raccontando, a partire dalle fonti archivistiche, nel bene e nel male la storia del fiume, che da una parte ha fatto la prosperità delle terre che attraversa, prima fra tutte naturalmente Firenze, dall’altra ha causato nel corso dei secoli infiniti disastri, lutti e distruzioni.

Per ottenere ciò è stata fatta una selezione fra la vastissima documentazione conservata nell’Archivio di Stato e legata in qualche modo al fiume, quale la cartografia storica che nel corso del tempo ha riprodotto i vari tratti del fiume e le opere che vi venivano realizzate sia per sfruttare le potenzialità del fiume, sia per cercare di limitare i danni che le sue piene potevano provocare.

La mostra è articolata in tre sezioni ed inizia, come descritto nell’opuscolo già citato, con i simboli artistici e letterari che l’Amo ha evocato fin dall’antichità e dedica le prime due sezioni alla storia di lungo periodo del fiume e del territorio, con speciale riguardo a Firenze e all’area propriamente fiorentina presentando le opere che hanno migliorato la vita dell’uomo nel rapporto con il fiume e le disastrose alluvioni, che l’Arno ha provocato, a partire da quella del 1177 (la prima di cui esiste memoria documentata) sino a quella del 1966.

La terza sezione affronta gli effetti e le conseguenze che le acque dell’Arno, mescolate a tonnellate di fango, ebbero sul patrimonio documentario dell’Archivio di Stato, quando all’alba del 4 novembre furono invase 40 sale poste al piano terreno della storica sede degli Uffizi, e contenenti una documentazione antica di secoli.

Per fare ciò la mostra evidenzia quindi, con i documenti esposti, la sollecita e fattiva risposta delle istituzioni, che fin da subito e con l’aiuto spontaneamente offerto da tanti cittadini e da centinaia di giovani volontari di ogni nazionalità (i cosiddetti “gli angeli del fango”) permise le operazioni di salvataggio e recupero della maggior parte del patrimonio danneggiato successivamente restaurato e tornato consultabile.

Sono quindi esposti filze e registri di archivi di varie epoche restaurati sia in laboratori di paesi stranieri sia nel laboratorio dello stesso Archivio i quali mostrano anche il progresso delle tecniche affinate dal 1966 ad oggi.

Accanto a questi vi sono anche numerosi documenti di altri archivi pubblici e privati della città duramente colpiti dalla stessa piena che fu possibile restaurare grazie agli interventi che la Soprintendenza Archivistica della Toscana svolse con energica tempestività a favore del recupero degli stessi.

Un tema talmente vasto e importante come quello dell’Amo trova naturalmente testimonianze in tante forme quali un’esposizione di opere dei pittori Guarnieri ed Annigoni aventi per soggetto la stessa alluvione ed un’autentica barca usata sull’Arno, con i tipici attrezzi di lavoro, gentilmente prestata dall’Associazione Culturale “I Renaioli” di Firenze.

In questo reportage una menzione particolare da parte di chi scrive è rivolta alle due opere del pittore Annigoni esposte all’interno della Mostra le quali illustrano un fatto, molto spiacevole realmente accaduto, che riguardò un’anziana signora semiparalitica che viveva sola a piano terreno in una zona fra le più colpite dalla piena dell’Arno la quale, nonostante i ripetuti tentativi dei soccorritori, rimase bloccata dietro una grata di una finestra che non si era potuta aprire e morì per annegamento.

Le cronache dell’epoca raccontano che nell’impossibilità di trascinarla fuori la poveretta fu legata per i polsi più in alto possibile nella speranza che la piena non arrivasse a quel livello cosa che purtroppo non si verificò.

Ho citato questo drammatico avvenimento perché avvenne nelle vicinanze della mia abitazione e lasciò in me e negli abitanti del quartiere che conoscevano l’anziana signora un enorme dispiacere.

Le foto del reportage illustrano nell’ordine:
- La locandina della Mostra;
- Alcune sale della Mostra;
- Le foto delle condizioni dell’Archivio di Stato dopo l’alluvione e l’opera di recupero dei documenti alluvionati;
- Una classica foto di Piazza Santa Croce durante la piena;
- Una panoramica sulle opere di Guarnieri;
- Le due Opere di Annigoni;
- Uno dei tanti annuari restaurati;
- La barca di Renaioli.

 
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