A San Marco la Catola, piccolo comune dei Monti Dauni settentrionali confinante a sudovest con Molise e Campania, si sono conclusi sabato 18 giugno 2016, con una caratteristica processione ed una serata musicale in piazza, i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova.

Organizzata dai frati cappuccini del Convento di Santa Maria di Giosafat (nella cui chiesa si venera la pregevole statua lignea e policroma seicentesca del noto santo francescano sull’altare della cappella che si apre al centro della parete destra) questa edizione della Festa di Sant’Antonio da Padova ha avuto inizio con la Tredicina in suo onore (Santo Rosario e Santa Messa pomeridiani nella chiesa conventuale), durata dal 6 al 17 giugno. Sempre presso il complesso cappuccino, il 9 giugno ha avuto inoltre luogo, intorno alle ore 17, la conferenza sugli 80 anni di presenza dell’Ordine Francescano Secolare nella comunità sammarchese ed inoltre si è svolta l’Agape Fraterna, dopo la Santa Messa delle ore 18.

Il giorno della solennità liturgica di Sant’Antonio, il 13 giugno, non è stato soltanto caratterizzato da due Sante Messe festive, celebratesi in forma solenne nella chiesa conventuale alle ore 11 (con conseguente benedizione del pane e dei veicoli) ed alle ore 17:30, ma anche e soprattutto dal rito della benedizione dei fuochi devozionali che, come da consolidata e plurisecolare tradizione, sono stati preparati dalla popolazione locale in diversi punti del paese e poi accesi in onore del santo. Il corteo religioso che ha accompagnato il frate cappuccino che ha benedetto i fuochi è partito dalla Chiesa Parrocchiale di San Nicola di Mira, verso le ore 21, e si è concluso nell’ampio piazzale dinanzi al Convento di Santa Maria di Giosafat, dove è stato infine benedetto ed acceso un enorme falò e presso di esso si è svolta una serata ricreativa, a sua volta introdotta dalla benedizione dei pani.

Ma il giorno più atteso della festa è stato quello conclusivo, il 18 giugno, quando, nel pomeriggio, si è tenuta alle ore 17, sul sagrato antistante al convento cappuccino, una solenne concelebrazione Eucaristica, presieduta da fra Enzo Gaudio, al termine della quale il simulacro antoniano è stato condotto solennemente in processione verso il paese. Vi hanno partecipato i frati del convento, i chierichetti, i ministranti, due bambine travestite da Sant’Antonio, i portatori della statua antoniana, i membri dell’Ordine Francescano Secolare, le autorità locali, la banda musicale di Gambatesa e numerosi devoti sammarchesi e non solo. Il frate che ha presieduto la funzione religiosa ha condotto con sé un reliquiario contenente una reliquia del santo patavino, subito prima del rispettivo simulacro.

Lungo il suo percorso per le vie principali del paese dauno, la processione di Sant’Antonio ha effettuato diverse soste di preghiera, durante le quali la statua è stata appoggiata su appositi tavoli predisposti dalla popolazione ivi abitante che si è anche occupata di preparare numerose ceste ricolme di piccoli pani, poste su altri tavoli allineati dinanzi alle proprie abitazioni. Ogni sosta di preghiera, guidata dal suddetto frate, è stata conclusa dalla benedizione dei pani ivi presenti, poi presi dai fedeli, e dall’incensazione della statua di Sant’Antonio. In alcuni casi è stato anche preparato ed offerto al santo un tipico pane sammarchese in suo onore, denominato popolarmente la Tredicina, di forma circolare e suddiviso in 13 parti, 12 radiali ed una centrale circolare. In quattro punti di sosta della processione (situati ognuno in Via Cairoli, davanti all’ex Chiesa di San Giacomo, in Via Roma ed in Corso Umberto I) la popolazione locale, utilizzando stoffe colorate e ricamate per le pareti e tappeti per terra, ha anche allestito altrettanti altari votivi, i quali recavano al centro una mensa sulla quale era collocato un quadro ritraente il santo ed erano addobbati con fiori, in particolare rose e ginestre. Inoltre il cammino della processione è stato anche accompagnato dall’accensione di alcune batterie pirotecniche.

Dopo il ritorno della processione al convento cappuccino, nel cuore del paese, dove il Corso Vittorio Emanuele si allarga per formare una piazza, ha avuto luogo, intorno alle ore 21, una serata musicale col gruppo Tream, che dal palco ivi allestito ha animato e divertito il pubblico presente. I fuochi pirotecnici accesi a mezzanotte e mezza hanno pertanto concluso i festeggiamenti civili.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti sei immagini che ritraggono:
la partenza della processione di Sant’Antonio da Padova dal Convento di Santa Maria di Giosafat, al termine della Santa Messa all’aperto delle ore 17 (foto n. 1);
il transito in Via Cairoli della seicentesca statua del famoso santo francescano (foto n. 2);
la Tredicina, tipico pane sammarchese preparato appositamente in onore di Sant’Antonio ed a lui destinato, qui ritratto insieme a dei panini presi dai fedeli dopo la benedizione impartita al termine della sosta del simulacro del santo presso l’altare votivo allestito in Via Cairoli (foto n. 3);
la benedizione dei pani in Via Roma, al termine della rispettiva sosta di preghiera della processione antoniana (foto n. 4);
l’altare votivo, con l’immagine di Sant’Antonio, allestito in Corso Umberto I, uno dei quattro preparati dalla popolazione locale lungo il percorso processionale, in altrettanti punti di sosta (foto n. 5);
il manifesto dell’evento (foto n. 6).

 
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