Il Teatro Greco di Siracusa quest’anno ha improntato la stagione del 52º Ciclo di Rappresentazioni Classiche all’insegna della donna. Infatti le opere che vengono rappresentate dal 13/05/2016 al 19/06/2016 sono: Elettra di Sofocle, Alcesti di Euripide e Fedra di Seneca.

L’ “Alcesti”, il più antico dei drammi di Euripide, è stato curato dal regista Cesare Lievi con i seguenti protagonisti:

Danilo Nigrelli nei panni di Admeto
Stefano Santospago in quelli di Eracle
Paolo Graziosi, Ferete padre di Admeto
Massimo Nicolini nel ruolo di Apollo
Ludovica Modugno, l’Ancella
Sergio Basile e Mauro Marino nel ruolo del Corifeo
Musiche di Marcello Panni
Scene e costumi di Luigi Perego

La scena è costituita dal palazzo reale di Admeto, re di Fere in Tessaglia, in nero e rosso, colori contrastanti di grande effetto, le cui aperture permettono di osservare ciò che accade nel suo interno. Esso è posizionato su di un prato di papaveri rossi che rappresentano i fiori della consolazione o i fiori dell’oblio.

Lo spettacolo ha inizio con un formidabile e solenne corteo funebre, un tipico funerale siciliano anni ’50 / ‘60, con la banda, gli uomini con coppole e le donne con i veli neri.

Si levano al cielo i lamenti muliebri ed i canti corali maschili, intonati dai giovani della Scuola di Teatro dell’INDA.

La Reggia è in lutto per l’imminente morte del re Admeto; ma il dio Apollo ha ottenuto da Zeus la concessione che venga salvato se qualcuno desidera immolarsi al suo posto.
Nessuno si offre, tranne la moglie Alcesti che vuole dimostrargli quanto sia grande il suo amore per lui.

Dall’alto Apollo e Thanatos, che impersona la Morte, con un improvviso gesto, ricoprono il lungo corteo con un immenso manto nero, il tutto accompagnato da un ferale suono che lacera l’animo.

A questo punto inizia la tragedia vera e propria con un’ancella che, uscendo dal palazzo, annuncia che Alcesti è pronta a morire offrendo se stessa per la salvezza del marito Admeto.

Giunge, intanto, il padre Ferete che vorrebbe deporre una corona sulla bara, ma il figlio Admete rifiuta il gesto e gli impedisce di partecipare al funerale accusandolo di non essersi offerto lui, vecchio ormai e dalla vita già vissuta, lasciando morire la giovane nuora, madre dei suoi due nipotini.

Un susseguirsi di vari avvenimenti porterà ad un lieto fine poiché Eracle scende agli inferi e riporta indietro la nobile eroina strappandola alle grinfie di Thanatos già pronto a succhiarne il sangue.
Realizza così il suo intento: restituire l’amata Alcesti all’amico Admeto ed ai loro piccoli figli.

Sceneggiatura perfetta, acustica impeccabile per la rappresentazione di un dramma molto toccante, accompagnato dalle musiche di Marcello Panni, talora folkloristiche e talora strazianti, che hanno lasciato quasi senza respiro gli oltre tremila spettatori presenti nel teatro all’aperto il giorno 25 maggio di quest’anno.

 
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