Nella verde Umbria, Terni è nota per essere un grosso polo industriale nel quale primeggiano le sue famose acciaierie, ma Terni vanta anche una provincia costituita da graziose cittadine antiche, spalmate sulle cime di monticelli che spuntano dalle ampie e verdi vallate caratterizzanti tutta la regione. In mezzo ad una di queste, si alzano due morbidi cucuzzoli su uno dei quali è distribuita Montegabbione e sull’altro una località, forse non notissima, denominata La Scarzuola.

Montegabbione è la classica cittadina di stampo medievale, con le sue viuzze strette fra i muri delle case, con mattoni a vista, collegate da archetti e ponticelli, dove si respira aria buona e antica; La Scarzuola, che si trova sull’altro cucuzzolo, a sette chilometri in linea d’aria, merita un paragrafo a sé.
Una leggenda (o è storia vera?) narra che nel 1218, nel corso delle sue lunghe peregrinazioni, San Francesco sia transitato in zona e, non trovando riparo da nessuna parte, abbia costruito una capanna – dove prima aveva piantato una rosa e una piantina di alloro e dove era miracolosamente sgorgata una fontana – utilizzando la “scarza”, una pianta palustre locale la quale, opportunamente lavorata ed essiccata, forma un vero e proprio materiale edilizio buono per ripararsi da freddo ed intemperie varie. Non si sa quanto tempo il santo di Assisi sia rimasto in loco, fatto è che poi, in memoria di quell’episodio, quel terreno fu acquistato da una famiglia nobile, i Conti di Marsciano, i quali vi fecero costruire una chiesa ed un monastero, affidandone l’amministrazione ai Frati Minori.
Successivamente, nel 18º secolo, la proprietà passò ai Marchesi Misciatelli, di Orvieto.

Ma la modifica più significativa e profonda del luogo si ha nel 20º secolo, allorché, nel 1957, il luogo viene scoperto dall’architetto lombardo Tommaso Buzzi, il quale acquista l’intero lotto con quel che c’è sopra e lo trasforma in un nucleo architettonico bizzarro ed emblematico. Lasciando il convento, limitandosi alla ristrutturazione, creando un teatro e arricchendo tutte le costruzioni nuove con ornamenti non casuali, che attingono alla simbologia filosofica e psicoanalitica della Massoneria del ’700 la quale sembra essere stata presente sul posto, rappresentata da un gruppo di adepti che hanno soggiornato sul luogo per qualche tempo. Il risultato è affascinante: La Scarzuola si presenta ai visitatori come un mix di edifici, alcuni volutamente lasciati incompiuti, che vanno dallo stile antico-classico-greco del Partenone a quello romano di Villa Adriana e Villa d’Este, per finire con le sculture mostruoso-enigmatiche di Bomarzo. La visita della località è un’esperienza di vita grazie anche alla colta spiegazione dell’ultimo discendente della famiglia Buzzi, Marco, che guida i turisti in un percorso motorio e verbale difficile da dimenticare.

1a foto: panoramica di Montegabbione;
2a foto: la strada principale;
3a foto: la chiesa di Santa Maria Assunta;
4a foto: vicolo;
5a foto: La Scarzuola: l’ex convento Francescano;
6a foto: La Scarzuola: il teatro;
7a foto: La Scarzuola: la piscina;
8a foto: La Scarzuola: il retro del convento;
9a foto: La Scarzuola: l’antenna per captare l’energia del cosmo;
10a foto: La Scarzuola: la “coda del drago”, un sentiero fra colonne.

 
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Commenti (4)


  1. Ne avevo sentito parlare, ma il tuo fotoreportage è un bellissimo invito alla visita! le tue foto riescono a trasmettere mistero e fascino.


  2. Ciao Viviana. Grazie del tuo apprezzamento per il mio fotoreportage.
    In effetti il luogo è veramente bello e curioso e meriterebbe una visita almeno una volta nella vita. Se puoi, vai a visitarlo. Ne vale la pena.
    A presto. :)


  3. Bellissimo! Mi hai dato motivo per farvi una visitina!


  4. Vacci se puoi. Vale la pena.

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