La nascita del Museo Filangieri, sito in via Duomo a Napoli, si deve a Gaetano Filangieri (1824-1892), Principe di Satriano, giurista, filosofo ed amante delle arti, tanto che nell’arco della sua vita aveva collezionato circa 2.500 oggetti di diversa tipologia ed epoca, tra cui porcellane, dipinti, reperti archeologici, preziosi manoscritti ed armi.

Egli nel 1881 avanzò la proposta al Consiglio Comunale di Napoli di collocare le sue raccolte nel celebre Palazzo Como, rara testimonianza architettonica del rinascimento toscano a Napoli, ma ridotto in completo stato di abbandono.
La richiesta fu ben accolta dal Municipio che trovò opportuno istituire un museo “civico” nella città partenopea. Così nel 1883 cominciarono i lavori di ripristino, completamente finanziati dal Principe, che terminarono nel 1888. L’8 novembre dello stesso anno il museo fu aperto al pubblico.

In seguito, per motivi prevalentemente di natura bellica, il museo rimase chiuso per lungo tempo.
Ma nel 2012 è stato riaperto grazie al restauro fortemente voluto dall’attuale direttore Gianpaolo Leonetti e dalla Onlus “Salviamo il Museo Filangieri”, presieduta da Maria Piera Leonetti
Il 5 dicembre 2015 è stata riaperta anche la “Sala Agata” al secondo piano (intitolata proprio alla madre del filosofo partenopeo, Agata Moncada), chiusa da sedici anni e in restauro da due.

Quindi oggi sono visitabili la “Sala Carlo” al piano terra che ospita sculture ottocentesche, reperti archeologici e collezioni di armi antiche.

E la “Sala Agata” al piano superiore, con uno splendido pavimento maiolicato, con alle pareti la quadreria che espone principalmente dipinti del Seicento napoletano, tra cui opere di Jusepe de Ribeira, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Battistello Caracciolo, Mattia Preti.

Lungo il perimetro superiore di questa sala è stato realizzato un corridoio in legno pregiato su cui sono disposti numerosi armadi con vetrine che espongono porcellane, ceramiche, maioliche e biscuit di pregiato valore artistico.

Il corridoio perimetrale dà anche accesso alla biblioteca dotata di circa 30.000 volumi ed un archivio storico con documenti dal XIII al XIX secolo.
Questo era lo studio del Principe con un’imponente scrivania decorata ad intaglio.

Un museo di 6000 mq che accoglie oggi oltre 3000 pezzi, comprese 51 opere messe all’asta da artisti importanti, allestito in sole due sale, l’una sull’altra: un piccolo scrigno che offre in visione ai visitatori i suoi meravigliosi tesori d’arte.

 
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Commenti (3)


  1. Belle foto, interessante quanto riportato.
    E’ senz’altro un gran bel Museo.

    Un saluto

    M.


  2. Ti assicuro, Maury, che è un gioiello di cui Napoli può andar fiera……e non è il solo!


  3. mi hai invogliato: lo inserisco tra le mie probabili mete! Grazie!

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