A Roseto Valfortore, piccolo centro dei Monti Dauni il cui territorio confina ad ovest ed a sud col Sannio beneventano, nella tarda serata del 24 dicembre 2015, intorno alle ore 22, si è rinnovata la antica e caratteristica consuetudine, unica nel suo genere, di formare un corteo spontaneo di persone del posto, illuminato da ben otto fagghje, tipiche torce costituite ciascuna da un tronco di acero lungo circa 2 metri, scorticato, tagliato in più spicchi e slargato ad una estremità a sua volta riempita di altra legna in modo da formare un cono delimitato da cerchiature metalliche di diametro crescente.

Precedentemente realizzate per quest’occasione dall’artigiano rosetano Michele Albanese, le otto fagghje sono state condotte da altrettanti giovani, in fila per due, e sono state accese due alla volta man mano che il corteo, percorrendo le principali vie del paese, prelevava le rispettive autorità (sindaco, parroco e comandante della locale Stazione dei Carabinieri) per recarsi, insieme a loro, nella Chiesa Madre di Santa Maria Assunta per partecipare alla Santa Messa solenne della notte della Natività di Gesù Cristo, il figlio di Dio, Luce del Mondo, fattosi uomo in questa notte, a Betlemme, per la salvezza dell’umanità e di tutto il creato. Inoltre lungo il percorso, al passaggio del corteo illuminato dalle fagghje, sono stati anche accesi, in segno di festa, dei piccoli fuochi pirotecnici e si sono fatti esplodere dei petardi, non solo durante le soste ma anche e soprattutto in Piazza Bartolomeo III di Capua, la principale del paese, presso il Palazzo Baronale e la Chiesa Madre.

Una volta raggiunta questa chiesa, le otto fagghje sono state disposte per terra, a raggiera, lungo il fianco esterno sinistro, e lì lasciate consumare dal fuoco, mentre i partecipanti al corteo vi hanno fatto il loro ingresso per assistere alla solenne Celebrazione Eucaristica natalizia, iniziata alle ore 23 e presieduta dal parroco don Antonio De Stefano. Al momento del ”Gloria” il sacerdote ha condotto un artistico simulacro di Gesù Bambino in giro per la chiesa facendolo adorare dai fedeli e lo ha deposto nell’enorme presepe allestito a ridosso della parete di fondo, tra le nicchie contenenti i busti lignei e policromi di San Filippo Neri e San Fausto martire, patroni della stessa Roseto. Verso la conclusione della funzione religiosa, il simulacro di Gesù Bambino è stato nuovamente portato in giro per la chiesa dal parroco per il rito del bacio dei fedeli. In entrambi i casi, come da tradizione locale, il sindaco, Lucia Maria Luisi, ha accompagnato il sacerdote con la scultura ritraente Figlio di Dio appena nato, sostenendo un ombrello liturgico aperto avente la funzione di proteggere e segnalare la sua presenza in mezzo agli uomini.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
il presepe allestito nella Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, a ridosso della parete di fondo e tra le nicchie contenenti i busti lignei policromi di San Filippo Neri e San Fausto martire, patroni di Roseto Valfortore (foto n. 1);
una delle accensioni delle caratteristiche fagghje, durante una sosta del corteo delle autorità e degli abitanti del paese dauno, diretti verso la Chiesa Madre per la Santa Messa solenne della notte di Natale (foto n. 2);
quattro delle otto fagghje, condotte a spalla da altrettanti giovani rosetani mentre discendono verso il centro percorrendo la Via col. Lorenzo d’Avanzo (foto n. 3);
l’accensione di piccoli fuochi pirotecnici in Piazza Umberto I, nei pressi della fontana monumentale (foto n. 4);
un momento della Santa Messa solenne della notte di Natale, iniziata al termine del corteo illuminato dalle fagghje (foto n. 5);
l’artistico simulacro di Gesù Bambino, a grandezza naturale, mentre viene condotto tra i fedeli presenti in chiesa da parte del parroco, don Antonio De Stefano, spalleggiato dal sindaco, Lucia Maria Luisi, che regge l’ombrello liturgico (foto n. 6).

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento