Quando in pochissime ore piove tanta acqua quanta solitamente in tutto l’anno o quasi, non ci sono dubbi che il 12 agosto 2015 a Rossano si sia verificato un evento atmosferico estremo, le cui cause chiaramente non sono locali ma planetarie.

Coscienti che il clima sta cambiando, e in peggio, dobbiamo essere soprattutto contenti che una tale catastrofe non sia stata caratterizzata da un pesante bilancio di vittime. Per fortuna, o per grazia secondo alcuni, non si hanno notizie nemmeno di feriti.

Le ferite pesanti, e si spera che presto possano essere rimarginate, le ha riportate il tessuto economico e sociale. Danni ci sono stati in varie località di questo comune cosentino che ha un’estensione di circa 150 kmq (30 più di Napoli, altri dati qui: http://www.comuni-italiani.it/078/108/).

Una delle zone più colpite è senz’altro Lido Sant’Angelo, cuore anche della movida turistica serale e notturna con i suoi numerosi stabilimenti balneari e simpatici locali. Qui il torrente Citrea, quasi sempre al secco (come si può vedere nelle immagini satellitari di Google), ha rotto in un punto gli argini (non proprio perfetti), esondando e trovando nelle strade un nuovo letto.

Non si contano gli appartamenti invasi e mutilati dall’acqua e le auto trascinate e spesso accatastate contro le case, quasi fossero giocattoli abbandonati da un bambino disordinato.

Ora è il momento di spalare il fango, di salvare quanto è possibile, consapevoli delle auto da demolire, delle coltivazioni distrutte, delle case vandalizzate, della stagione turistica prematuramente interrotta.

Dopo occorre prendere coscienza che il territorio non sempre può essere adattato alle esigenze umane e le scelte urbanistiche devono tenere conto dei fenomeni naturali, anche eccezionali. Oltre ovviamente ad una ordinaria manutenzione. A nulla sono serviti negli anni gli appelli e le denunce di associazioni e ambientalisti: il dissesto idrogeologico è senz’altro una delle emergenze italiane.

 
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