Recentemente, si è svolto, a Napoli, nella straordinaria cornice della Chiesa di Santa Maria Regina Coeli, una particolare iniziativa culturale: «Archivi ad alta voce. Quando la storia si fa ascoltare».
L’iniziativa ha voluto mettere in evidenza la figura di Santa Giovanna Antida di Thouret.

Personalità carismatica, Giovanna Antida di Thouret, di origini francesi, ha avuto, nel campo culturale e sociale e per la storia dell’ordine religioso da lei istituito, quello delle Suore della Carità, un ruolo strettamente connesso alle vicissitudini attraversate dal Regno di Napoli tra il periodo del decennio francese e della restaurazione borbonica.
Attraverso lettere di Giovanna Antida, vere e proprie fonti storiche, umilmente declamate, con viva emozione, da Suor Maria Franca Meterangelo e Daniela Belizzi, intervallate da momenti musicali di Don Giovanni Varriale e Suor Patrizia Pellegrino, si è avuto modo di riflettere sul ruolo di una tante delle donne che hanno avuto un’ importanza notevole nella storia di Napoli.

Luogo in cui, nel 1796, divenne Maestro di Cappella, Domenico Cimarosa, il Complesso vide nuova vita durante il periodo del decennio francese.
Sotto la protezione di Madame Letizia Bonaparte, madre di Napoleone, Giovanna Antida di Thouret arriva a Napoli nel Complesso di Regina Coeli.
Il Complesso con il suo magnifico chiostro e sua Chiesa erano, già, di una bellezza disarmante con le opere di Luca Giordano, Pietro Bardellino, Massimo Stanzione, Antonio De Dominici, tutti artisti che avevano dominato la scena artistica napoletana durante i secoli precedenti. La situazione economica, però, non era delle migliori, mancava il mobilio, la biancheria; dal convegno è venuto fuori come questa donna, dal carattere deciso, abbia ottenuto quanto servisse per fondare un noviziato nel Complesso. Interessantissimo è, inoltre, il suo attaccamento all’educazione e all’istruzione delle “ragazze indigenti”. Oltre al catechismo, le fanciulle erano tenute, infatti, a studiare aritmetica, letteratura e, soprattutto, ad imparare “ a cucire e a filare”.
Col suo animo propenso al prossimo, Giovanna Antida fondò una Farmacia, in uso fino a qualche anno fa e che conserva mobilio e macchinari dell’Ottocento.
Il convegno è stato, pertanto, un momento intenso di arte, spiritualità e, più di ogni altra cosa, occasione per conoscere una storia di una vita umana nel suo contesto storico facendone conoscere, altresì, il clima culturale e sociale. Tra i partecipanti al Convegno, è figurata anche l’Associazione Culturale Megaride, promotrice, da tempo, sul territorio di iniziative culturali al fine di far conoscere il Complesso di Santa Maria Regina Coeli: autentica e meravigliosa perla di Napoli.

Le foto illustrano la Chiesa

 
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Commenti (3)


  1. Bentornata, Maria! Il 22 maggio del 2009 io presenziai alla riapertura della porta che collegava l’ospedale degli Incurabili all’Orto Medico. Poi in processione portammo il busto di Santa Giovanna Antida nella cappella di San Gennaro al Duomo di Napoli


  2. Grazie Kris, ho letto il fotoreportage, il luogo è meraviglioso e le tue foto…magistrali.
    Un abbraccio…e ci vediamo presto :) ))
    Maria

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