A Roseto Valfortore, piccolo comune dei Monti Dauni settentrionali che si affaccia sull’omonima valle al confine col Sannio beneventano, il mese di luglio, per consolidata tradizione, si apre con i festeggiamenti esterni in onore di Sant’Antonio da Padova, che hanno luogo la prima domenica del mese, e si chiude con quelli della Madonna del Carmine, che invece si tengono l’ultima domenica. Le due domeniche segnano ciascuna l’inizio e la fine dei lavori agricoli correlati alla raccolta del grano nel territorio rosetano.

Sia Sant’Antonio da Padova sia la Madonna del Carmine sono comunque festeggiati liturgicamente nei giorni delle loro solennità, il 13 giugno ed il 16 luglio, rispettivamente nella Chiesa di San Nicola ed in quella di Santa Maria Lauretana.

Alla vigilia della prima domenica di luglio la statua di Sant’Antonio di Padova, che si custodisce sul rispettivo altare della Chiesa di San Nicola, al termine della messa vespertina delle ore 18:30 ivi celebrata, viene traslata in processione, su una portantina dorata a baldacchino, nella cinquecentesca Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, dove viene collocata a destra dell’altare maggiore e fa compagnia all’ottocentesca statua della Madonna del Carmine, il cui altare è alla testata del braccio destro del transetto della chiesa stessa.

Il giorno seguente, al termine della santa messa solenne delle ore 10, la statua di Sant’Antonio da Padova è condotta in processione, dai relativi portatori, per le principali vie del paese. Al corteo processionale, oltre al parroco, ai fedeli ed alle autorità, vi prendono parte i bambini vestiti da fraticelli. Altri due bambini, che sostengono una tavola a sfondo bianco con gli ex-voto, sfilano davanti al santo che è a sua volta seguito da un baldacchino dello stesso colore. Il Complesso Bandistico “Città di Roseto” ne cura gli accompagnamenti musicali. Inoltre viene fatta baciare ai fedeli una reliquia del santo francescano, contenuta in un reliquiario, e vengono loro distribuite le tradizionali fette di pane benedetto, di notevole spessore.

Al termine della messa vespertina delle ore 18:30, si tiene un’ulteriore processione nel corso della quale la statua di Sant’Antonio da Padova precede ed accompagna quella della Madonna del Carmine dalla Chiesa Madre di Santa Maria Assunta a quella di Santa Maria Lauretana. In quest’ultima la statua mariana vi rimane fino alla sera della vigilia dell’ultima domenica di luglio. Dopodiché la statua antoniana è ricondotta nella sua Chiesa di San Nicola, dinanzi alla quale, prima del suo rientro, ai fedeli viene fatta baciare la medesima reliquia e si procede alla distribuzione delle fette di pane benedetto.

Nel corso dei due giorni della festa esterna di Sant’Antonio da Padova (sabato e domenica) si tiene al mattino il giro per le principali vie e piazze rosetane del suddetto corpo bandistico, e la sera hanno invece luogo gli spettacoli canori e musicali nella centralissima Piazza Bartolomeo III Di Capua, presso cui per l’occasione sono allestite le luminarie e le bancarelle. I fuochi pirotecnici, allo scadere della mezzanotte di domenica, concludono i festeggiamenti.

La festa esterna della Madonna del Carmine, preceduta da un Settenario, ha per i rosetani un’importanza pari se non superiore a quella della festa patronale di San Filippo Neri, che si tiene il 26 maggio. La pregevole statua mariana, lignea e policroma, è giunta nel paese dauno nel 1825, accolta con grande giubilo dalla popolazione, ed è stata incoronata 180 anni dopo, il 24 luglio 2005, dall’allora vescovo di Lucera-Troia, mons. Francesco Zerrillo, che ha anche scritto l’Atto di Consacrazione di Roseto Valfortore alla Madonna.

Alla vigilia dell’ultima domenica di luglio, intorno alle ore 18:15, si tiene la tradizionale cerimonia del trasporto dei doni votivi, per la statua della Madonna del Carmine, dalla casa della famiglia Capobianco alla Chiesa di Santa Maria Lauretana, nella quale subito dopo ha luogo la messa vespertina delle ore 18:30. Nel suo corso, il simulacro mariano viene adornato dei doni votivi da parte delle donne del luogo. Al termine della funzione religiosa, la statua viene condotta in processione fino alla Chiesa Madre di Santa Maria Assunta.

Il giorno seguente, quello più importante della festa esterna, dopo la conclusione della santa messa solenne delle ore 10, si svolge la solenne processione, per le principali vie e piazze rosetane, della venerata statua della Madonna del Carmine. Essa viene preceduta da due bambine che sostengono una tavola celeste con gli ex-voto ed è al tempo stesso seguita da un baldacchino dello stesso colore. Nel corteo processionale vi prendono parte, oltre al parroco, alle autorità locali ed ai fedeli rosetani ivi residenti, anche quelli emigrati che vi fanno ritorno per le loro vacanze nonché quelli dei paesi vicini. Anche in questo caso il Complesso Bandistico “Città di Roseto” ne cura gli accompagnamenti musicali.

Nel corso dei tre giorni di questa festa esterna (venerdì, sabato e domenica) non mancano inoltre i giri mattutini, per le principali vie e piazze, del suddetto corpo bandistico, e gli spettacoli canori e musicali che si tengono di sera nella centralissima Piazza Bartolomeo III Di Capua, che per l’occasione viene dotata di luminarie e di bancarelle. Ai fuochi pirotecnici della mezzanotte di domenica fa seguito, all’indomani, la Giornata del Ringraziamento alla Madonna.

Il presente fotoreportage è corredato dalle sottostanti otto immagini che riguardano la processione tardopomeridiana di domenica 6 luglio 2014 e raffigurano:
- i simulacri di Sant’Antonio da Padova e della Madonna del Carmine (foto n. 1);
- la statua di Sant’Antonio da Padova mentre accompagna e precede quella della Madonna del Carmine verso la Chiesa di Santa Maria Lauretana (foto n. 2);
- la statua della Madonna del Carmine mentre sfila in processione, preceduta dal parroco don Antonio De Stefano e da un chierichetto (foto n. 3);
- il medesimo simulacro mariano mentre sta per raggiungere la Chiesa di Santa Maria Lauretana (foto n. 4) e dopo essere stato collocato al suo interno (foto n. 5);
- un momento di preghiera davanti alla Chiesa di San Nicola, prima del rientro in essa del simulacro di Sant’Antonio da Padova (foto n. 6);
- tre ceste contenenti le tradizionali fette di pane benedetto, di notevole spessore, che sono state preparate in onore del santo stesso (foto n. 7);
- il momento del bacio di una sua reliquia (foto n.8).

 
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