Nel Castello Medievale di Monte Sant’Angelo è stata inaugurata lo scorso 31 maggio 2014 la mostra-dossier “Trame Longobarde – frammenti e racconti intessuti”, facente parte del progetto “Musei che hanno la stoffa”, finanziato dalla L. R. 24/2003 della Regione dell’Umbria. Tale esposizione, visitabile fino al 30 giugno 2014, è stata uno degli eventi più significativi della manifestazione denominata “Settimana della Cultura UNESCO”, che nella cittadina garganica, dal 27 al 31 maggio, ha comportato l’espletamento di una variegata serie di eventi storico-culturali e di promozione turistica quali incontri, convegni, presentazioni librarie, spettacoli e visite guidate al Santuario di San Michele Arcangelo, che dal 25 giugno 2011 è stato riconosciuto dall’UNESCO quale patrimonio mondiale dell’umanità inserito nel sito seriale “I Longobardi d’Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.)”.

La mostra “Trame Longobarde” illustra al visitatore la vita quotidiana del popolo longobardo nei secoli VI, VII e VIII d. C., attraverso le ricostruzioni di telai, tessuti ed abiti che sono state ottenute basandosi su dati scientifici, archeologici, documentari ed iconografici nonché sui frammenti mineralizzati di tessuti rinvenuti nelle necropoli di Collegno (TO), Trezzo sull’Adda (MI) e Nocera Umbra (PG).

Gli abiti esposti in mostra sono sia militari, sia domestici o lavorativi oltre che maschili e/o femminili, e nel loro insieme fanno conoscere ai visitatori anche i manufatti e le tecniche di tessitura dei Longobardi. Per una metà gli abiti sono stati realizzati con tessuti lavorati a mano su telai orizzontali a licci. Per l’altra metà degli abiti è stata impiegata una tela di cotone industriale al fine di evidenziare che i modelli, ottenuti per ricostruzione, risultano dalle combinazioni scientifiche e dalle elaborazioni di chi lo ha curato. I costumi e le armi sono stati prodotti dai detenuti della Casa di reclusione di Spoleto, città umbra facente anch’essa parte del medesimo sito seriale UNESCO.

Per quanto concerne i pigmenti, non è stato possibile riprodurli così com’erano, a causa della mancanza di tessuti non mineralizzati nei ritrovamenti archeologici longobardi sinora effettuati. Per cui, per gli abiti esposti, si sono utilizzate delle lane dal colore naturale e delle fibre di lino e canapa non tinte, ma sbiancate.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
- la mostra “Trame Longobarde” nel Salone degli appartamenti federiciani del Castello Medievale montanaro (foto n. 1);
- ricostruzioni di abiti femminili longobardi (foto nn. 2-3);
- ricostruzioni di abiti maschili longobardi (foto nn. 4-5);
- le illustrazioni delle fasi di lavorazione degli abiti esposti in mostra, eseguiti dai detenuti della Casa di Reclusione di Spoleto, all’interno del laboratorio di tessitura e sartoria (foto n. 6).

 
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