La fila per poter essere tra i protagonisti della riapertura del Museo di Palazzo Pretorio a Prato è iniziata già prima delle 16.00, orario in cui si sarebbero aperte le porte, e, per tutta la giornata, la fila non ha mai smesso di esserci.
Varcare la soglia del palazzo è stata una grande emozione, e, avendo già preso il biglietto in prevendita, sono stato tra i primi ad entrarvi.

Il museo, collocato su tre piani e diversi mezzanini, non è solo una esposizione di quadri ed opere, ma è stato allestito anche uno spazio interattivo che porta il visitatore a conoscere “a pieno” le bellezze e le curiosità che hanno caratterizzato questo splendido e unico palazzo.

Le esposizione iniziano dal primo piano dove, ivi, sono collocate alcune stanze.
La sala 4 è dedicata a “La sacra Cintola”, la cintura sacra portata a Prato da Michele Dagomari; essa sembra che sia stata donata dalla Madonna a San Tommaso, per poi, dopo vari passaggi di mano, sia arrivata a Prato.
La sala 5, invece tratta “Dal Tardogotico al Rinascimento”; la sala 6 è dedicata a “Filippo Lippi e l’Officina Pratese”; la numero 7 a “Filippino Lippi”; chiude la sala 8 affidata a “Donatello e la scultura del Rinascimento”.
Il secondo piano è dedicato a “Le grandi Pale” (sala 10), “La donazione Riblet” (sala 11), ai “Pittori del ’500″ (sala 12), ai “Pittori del ’600″ (sala 13).
Il piano che sicuramente risulta molto interessante, in special modo per avere una vista a 360° sulla città, è il terzo; questo piano è dedicato in special modo a “Le sculture di Bartolini”, noto scultore di Savignano di Vaiano (sala 16), a “I cartoni di Alessandro Franchi e i disegni di Lorenzo Bartolini” (sala 15), ai “Pittori del ’800 e del ’900″ (sala 17) ed alle sculture di Jacques Lipchitz.

Moltissimi autori che riempiono le sale del musei: Bernardi Daddi, Giovanni da Milano, Filippo Lippi, Andrea della Robbia, Filippino Lippi, Santi di Tito, Nicola Malinconico, Giovan Domenico Ferretti, Lorenzo Bartolini, Ardengo Soffici, Jacques Lipchitz e tantissimi altri.
Palazzo Pretorio, poi è un vero calderone d’arte, caratterizzato, in maniera particolare, da affreschi di vario tipo, oltre che arredamenti.

Questo museo è un luogo da visitare assolutamente, non perché sono pratese, ma per le opere che mostra ai visitatori, e quindi consiglio, anche a chi non è pratese, di mettere sul taccuino la visita di questo museo.

La “ciliegina sulla torta” è stata all’uscita dal museo quando una troupe di TV Prato, la televisione locale, mi ha anche intervistato e la sera stessa la mia intervista era sul telegiornale!

Le foto del reportage:
Foto 1 – la fila poco prima dell’apertura;
Foto 2,7,9,10 – immagini di alcune stanze del nuovo museo pratese;
Foto 8 – stanza interattiva.

 
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