Lungo il percorso del “Miglio d’Oro”, al confine tra San Giovanni a Teduccio (quartiere orientale di Napoli), San Giorgio a Cremano e Portici, è ubicato il Museo Pietrarsa in uno dei più importanti siti di archeologia industriale italiana.

A Torre Annunziata, al tempo dei Borboni, si trovava il Reale Opificio meccanico e pirotecnico per usi militari; ma nel 1837 Ferdinando II lo fece trasferire in località Pietrarsa, per seguire meglio i lavori dell’officina durante la sua permanenza nella vicina Reggia di Portici.
Poiché il 3 ottobre del 1839 venne inaugurato il primo tratto ferroviario Napoli-Portici, lungo circa sette km e mezzo, il re Ferdinando II decise di acquistare altri terreni circostanti per ingrandire e trasformare lo stabilimento già esistente, in un immenso opificio dove poter costruire materiale ferroviario.

Il 22 maggio 1843 tutti i lavori per la costruzione dei capannoni furono completati e si diede il via alla nuova attività, in seguito all’editto emanato dal re:

“È volere di Sua Maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse, degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua”.

Dopo la caduta del Regno di Napoli, Pietrarsa ebbe momenti alterni di produzione, passando ora allo Stato, ora in mano a privati.
Il 15 novembre del 1975 le Officine vennero ufficialmente chiuse ed il 20 dicembre dello stesso anno l’ultima locomotiva GR 640-088, dopo la riparazione, lasciò lo stabilimento.
Nel 1977, l’ex Opificio borbonico, con delibera del Consiglio di Amministrazione FS, diventa sede del primo Museo Nazionale Ferroviario.

Nel 1989, in occasione dei< i>150 anni delle Ferrovie Italiane, il Museo fu inaugurato ufficialmente ed oggi è costituito da 7 padiglioni per un’estensione complessiva di circa 36.000 metri quadrati.
Ospita locomotive a vapore, elettriche trifase, a corrente continua, diesel, elettromotrici, automotrici e carrozze passeggeri, littorine anni ’30, una locomotiva russa-bottino della prima guerra mondiale, una locomotiva con cremagliera, la carrozza n° 10 del Treno Reale stile liberty dal soffitto in oro zecchino.

Vi sono una sala cinema, un reparto modellismo ed un plastico Trecentotreni lungo18 metri e largo più di due, realizzato manualmente dal bolognese ex-ferroviere Otello Brunetti nell’arco di oltre 15 anni.

Altri scatti del fotoreportage:
Foto 4: la locomotiva Bayard che, nel 1839, inaugurò il tratto Napoli-Portici della prima ferrovia italiana.
Foto 6: le Littorine anni ‘30
Foto 7 ed 8: la carrozza-salone del treno dei Savoia costruita dalla Fiat nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria Josè del Belgio. Sontuoso l’interno!.
Foto 10: l’imponente statua di Ferdinando II di Borbone

 
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