Grandi festeggiamenti in onore del Santo Patrono Vittoriano Martire di Canneto, ad Adelfia nei giorni 27–28–29 luglio e 4 agosto 2013. San Vittoriano è il co-patrono della cittadina insieme a San Trifone di Montrone.

Sul manifesto affisso nella cittadina si leggono le parole di don Tonio:
“San Vittoriano, “custode” dell’amore per Dio fino al martirio, ci insegni l’arte della custodia premurosa per ogni fratello e sorella. Ci aiuti a non vergognarci mai della bontà, e neanche della tenerezza, a condizione che queste, a condizione che queste, non siano mai frutto di calcolo e nemmeno solo di buona educazione, ma ci sgorghino sincere dal cuore e inondino questo nostro mondo assetato di umanità e di Dio. Buona e cristiana festa a tutti!”.

Domenica 28 luglio si sono esibite la Grande Orchestra di Fiati della città di Rutigliano diretta dal Maestro Giuseppe Creatore e l’Associazione Culturale Tradizioni della Bassa Musica di Adelfia. Alle 21,30 circa, al termine della processione della statua lignea di San Vittoriano Martire per le vie della città, il sindaco avv. Vito Antonio Antonacci, alla presenza di tutte le autorità e dei tanti intervenuti alla manifestazione, ha consegnato le chiavi della città che sono state legate alla statua del Santo vestito con tunica giallo-oro.

Poco prima della consegna delle chiavi, sempre in Piazza Roma, la grandiosa mongolfiera della Ditta Macci Capurso, offerta da MI.R.A.N. Costruzioni sas – Adelfia è stata fatta volare in cielo tra gli sguardi soddisfatti di tutti.

San Vittoriano Martire nacque nel 440 d.C. circa ad Adrumeto, tra la Tunisia e Tripolitania. Fu nominato proconsole di Cartagine da Unnerico, re dei Vandali; lo stesso che, sentendosi minacciato per il rifiorire del Cristianesimo, fece imprigionare, condannare ai supplizi e alla decapitazione Vittoriano il 23 marzo 484. Il corpo del Santo seppellito dapprima a Cartagine, poi trasferito a Roma e a Napoli, giunse infine a Canneto di Adelfia il 23 luglio 1753 e fu posto nell’attuale urna nella Chiesa Matrice dell’Immacolata (1761) di Canneto, che ne custodisce appunto le reliquie.

 
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