Tutti i venerdì del mese di agosto la leggenda di Colobraro diventa uno spettacolo (foto 1: panoramica del paese). E’ cosi infatti che l’associazione culturale ”Sognando il magico paese” propone un percorso teatralizzato per le vie del centro storico del famoso paese “innominabile”.

Attraverso un percorso si narra con ironia di come e perchè è nata la leggenda secondo cui nominare Colobraro porti sfortuna.
In questo modo “l’immeritata e infondata fama” di Colobraro è diventata un modo per promuovere i suggestivi scorci di un borgo dalle mille bellezze.

Ad accogliere i visitatori ed avviare il tour è il sindaco Andrea Bernardo, che subito ci proietta in quello che è il vero e proprio spettacolo suddiviso in diverse tappe animate da attori in costumi d’epoca.

Ogni tappa vede il coinvolgimento anche del pubblico che da spettatore diventa attore, all’inizio del percorso viene regalato l’amuleto a “cincjokk” che come vuole la tradizione è confezionato con semplici materiali: stoffa cucita e chiusa con una spilla (simbolo di legatura) e un cordoncino (rosso colore della passione e del sangue), contenente tre pietre di sale grosso per scacciare il malocchio, tre aghi di rosmarino contro gli spiriti maligni, tre chicchi di grano simbolo di fertilità e abbondanza e per favorire l’amore e la bellezza fiori di landa, simbolo di virtù e serenità… L’amuleto può avere vari significati, quello di Colobraro allontana la “presa d’occhio”, attrae l’amore e rimuove situazioni spiacevoli.

La prima tappa vede protagonisti due fratelli che spiegano i rituali dell’ “affascen” e dello “scinton”, che si presume siano uno il malocchio e l’invidia delle persone verso il malcapitato e l’altro una forte insolazione. Viene presentata anche la figura del “monachicchio” che altro non è che lo spirito di un bambino, morto prima di essere battezzato, che si diverte a fare dispetti alla gente (foto 2).

Il percorso procede lungo una viuzza stretta dove incontriamo la “masciere” (maga), alle prese con una figlia che ha disonorato la famiglia allontanando il suo futuro marito perché trovata che si baciava con un estraneo, quindi la masciere prepara pozioni per riconquistare il ragazzo che è di buona famiglia e con un lavoro (foto 3).

Successivamente incontriamo “zia Fortunata” (foto 4) che vede e toglie l’affascen al malcapitato. Continuiamo la passeggiata e ci troviamo nel bel mezzo di una famiglia che sta per essere sfrattata (foto 5) e il marito, un mezzo ubriacone (foto 6), insieme al compare Giuan (foto 7), escogita il piano di far trovare il morto in casa (foto 8 ). Così il padrone, in base ad una legge, non può mandarli via e deve rinviare lo sfratto.

La guida ci conduce poi sulla parte più alta del castello dove c’è un monaco filosofo (foto 9) con il suo discepolo (foto 10).

Si conclude il percorso giungendo nella piazzetta dove si possono degustare piatti tipici, ascoltando musiche popolari.

Onore e merito al sindaco che con l’associazione ha saputo trasformare una situazione di negatività in una grande attrattiva culturale di livello nazionale.

 
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Commenti (1)


  1. Un evento che spero possa diventare appuntamente fisso, in maniera da potervi partecipare nei prossimi anni

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