Venerdì 10 agosto era la notte col naso all’insù alla ricerca delle lacrime di San Lorenzo.
Nella piazza della Chiesa parrocchiale di San Pantaleo a Dolianova, su un palco itinerante, il coro e l’orchestra del Teatro lirico di Cagliari teneva il concerto di chiusura della rassegna “Un’isola di Musica 2012” con la spumeggiante musica barocca di Haendel (foto 1, 2, 3).

Per un’ora un attento pubblico locale e dei paesi vicini ha dimenticato le lacrime di San Lorenzo ed ha apprezzato con calorosi applausi la direzione del maestro Marco Faelli, l’eccellente interpretazione della solista soprano Elisabetta Scano, l’ottimo accompagnamento musicale al clavicembalo di Andrea Mudu, il coro e l’orchestra tutta.

Col “Lascia ch’io pianga” del Rinaldo la Scano strappa pure qualche lacrima a passionali settantenni (foto 4,5,6,7). Erano ancora nell’aria le ultime note dell’Alleluia del Messiah quando la cara Elisabetta si china su un piccolo ammiratore che, in ciabatte e pantaloni corti, le offre un meritato omaggio floreale (foto 8).

Già i tecnici della fondazione hanno smontato buona parte del palco sotto gli occhi increduli degli astanti che avrebbero gradito qualche minuto in più di buona musica. Si attenuano le luci nella piazza e la bella fabbrica romanica in arenaria svanisce quasi impalpabile nel buio della notte impedendoci di apprezzare le ricche e caleidoscopiche decorazioni con incisioni geometriche e temi fito-zoo-antropomorfi degli archetti e peducci lungo il terminale delle navatelle e della navata mediana.

Questa parrocchiale di stile pisano, con impianto trinavato del magister Bonanus del XII secolo, venne elevata persino a rango di cattedrale. La luce che proviene dal portale invita ad un momento di raccoglimento all’interno dove possiamo osservare la robustezza dei pilastri (il primo a destra è un fascio di otto colonne) che contrasta con i sovrastanti muri divisori ad arcate (foto 9) per tornare poi al buio della notte portando il naso all’insù alla ricerca di una luce vagante che ci faccia esprimere un desiderio (foto 10).

 
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