Una volta raggiunta piazza Calamosca a Cagliari cerchiamo la pista “Di Astarte” che, segnata in giallo-verde, si snoda per poco più di due chilometri e mezzo, partendo dall’ex poligono di tiro e costeggiando la recinzione della zona militare, con poco più di 100 metri di dislivello si raggiunge il colmo e ci si affaccia dalla falesia che cala a picco sul porto di Marina Piccola e il Poetto.

Costeggiando il bordo roccioso che strapiomba sulla Sella del Diavolo e la Torre del Poetto raggiungiamo un’area con ruderi punici, romanici e pure recenti fino ai fortini dell’ultima guerra. Qui con molta prudenza si cerca fra le agavi qualche residuo di gradini che consentivano una più agevole discesa dalla falesia alla Torre del Poetto.

Più agevolmente si continua sulla pista “Di Astarte” verso Cala Fighera sopra la Grotta dei Colombi e, continuando sempre con attenzione lungo il costone sdrucciolevole, il sentiero si fa marmoreo ma non meno pericoloso perché molto liscio e circondato da ricchi residui bellici di filo spinato fino alla fine nell’ingresso del vecchio stabulario.
Non vi siete ancora posti la domanda “che vuol dire pista Di Astarte?” Si è parlato prima di un’area con ruderi punici, pare fosse un luogo di culto dedicato ad Astarte: la Dea Madre per i fenici che unendosi al suo sposo celeste Baal genera ogni vivente.

In questo paradiso pare che Astarte sia stata molto prolifica. Troviamo una flora ricchissima con specie orientali ed occidentali nonché rarità botaniche endemiche grazie alle condizioni climatiche che caratterizzano l’hinterland cagliaritano, mediterranee semiaride: carduacee, lentisco, iris, peverina, ginestra, camedrio, bentonica sarda (endemica), scrophularia trifoliata (endemica), menta, pratolina delle scogliere (endemica), ambrosinia, fiore di lino, scilla, malva, labello, pungitopo, papavero cornuto, cappero, assenzio, perpetuino, boraginacee, limonio, agavi, damigella scapigliata, violacciocca selvatica, adonide, fior gallinaccio, euforbia, cisto rosso, ampelodesmo, ginepro, clematide cirrosa, verbasco del patriarca, borracina, asparago bianco, erba cristallina, finocchio marino, cedracca, euforbia.

La molteplicità degli aspetti della natura di quest’oasi consente riparo ad una ricca fauna stanziale oltre quella della migrazione delle mezze stagioni: lucertole, pernice sarda, tiligugu (endemico), luscengola, tarantola, geco verrucoso, colubro, passera sarda, gabbiano reale, gheppio, tarantolino, magnanina sarda, bruco di sfinge, cornacchia grigia e falco pellegrino.
Non vi parlo della coloratissima e ricca fauna marina perché la mia fotocamera teme l‘acqua. Non vi commento neppure le viste superbe dall’alto, preferisco parlarvi con le foto.

 
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