Il fascino delle miniere è sempre vivo. Luoghi particolari, di vite faticose e pericolose, di coraggio e disperazione, di vita e di morte.

Le miniere sono, per chi le vive da minatori, un luogo di sostentamento, fucina di un lavoro duro e faticoso che permette di metter su famiglia e sperare in un futuro, forse migliore, per i figli. Magari farli studiare, per non lasciarli eredi di un lavoro pericoloso che tante anime si è portato via, tanti sogni ha spezzato, tante illusioni ha spento.

Il Pozzo Sanna, aperto ed eretto nel 1936 a Guspini, è uno degli esempi di miniera all’avanguardia che si può ammirare ancora oggi, come le tante altre miniere presenti nell’Arburese e nell’Iglesiente. Questi due sistemi montani, che altro non sono che immense miniere (sfruttate da millenni nel lungo percorso della storia dell’uomo), conservano ancora in sé le vestigia della storia.
Basta affacciarsi e fermarsi ad osservarle anche da lontano. Si sente, si avverte, si respira l’aria della storia politica, economica, umana.

Da qualche tempo tutta la zona è stata inserita fra i “Parchi Geo-Minerari” d’Italia e d’Europa, dove però gli scarsi fondi portano a lente e spesso inconcludenti opere di restauro e messa in sicurezza. Tutto questo, non solo per preservare un immenso patrimonio storico e storiografico, ma per permettere a chiunque volesse visitarle di poterlo fare in piena sicurezza e con l’ausilio di guide appositamente addestrate, per non lasciare il tutto vittima del tempo, che inesorabile cancella le menti dai ricordi e la storia dal tempo.

Oggi il sito del Pozzo Sanna è sotto restauro e messa in sicurezza, un cantiere aperto (non si sa per quanto tempo) che speriamo si concluda con una nuova possibilità di conoscenza e di crescita; un modo per conservare e proiettare nel futuro i ricordi della memoria di un tempo che fu.

 
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