Un incontro veramente interessante quello con Carmelo Pizzuti, Guida Ufficiale del Parco Nazionale del Pollino presso la sede dell’Ente a Rotonda. Riporto le sue parole durante la visita guidata:

“I parchi hanno una funzione nobilissima che è la Conservazione degli Habitat naturali compreso e non escluso l’uomo, la sua cultura e le sue tradizioni. Essi rappresentano una frontiera avanzata di difesa della vita sulla terra, delle risorse naturali, che non sono infinite, che l’uomo con le sue azioni quotidiane “distrugge” in modo sistematico senza preoccuparsi delle conseguenze.

Il Parco è anche un luogo di riflessione sui comportamenti umani di correzione di atteggiamenti verso la natura, anche il grandissimo e illuminato Papa Giovanni Paolo II° nella sua enciclica sull’ecologia, invita l’intera umanità a cambiare atteggiamento nei confronti del creato in quanto l’Uomo è custode del creato, non predatore dello stesso, non distruttore che rapina e crea conflitti fra uomini. Il “paradiso” è terreno ed ha la responsabilità di custodirlo, tramandarlo alle future generazioni.

Le funzioni dei parchi sono nobilissime ed attengono alla sfera etica dell’uomo, che deve affrontare le problematiche presenti e future, con un approccio diverso da quello dilagante proposto dalle comunità umane consumistiche; è come se fossimo tutti sopra un treno con un solo binario che avanza freneticamente velocissimo senza meta verso la totale autodistruzione; la tecnologia non può superare l’uomo ma deve servire a mitigare i problemi, deve migliorare la nostra vita e deve essere usata al fine di conservare e distribuire equamente le risorse”.

Quella del Pollino, il Parco più grande d’Italia, è una passeggiata verso una cima alta oltre 2000m., in un territorio tra due mari – Tirreno e Ionio – tre province e 56 piccoli borghi, dove scorrono chiare, pure e cristalline le acque dei fiumi come il Raganello e il Lao.
Il pollino contiene nel suo territorio lussureggianti vallate fra cui quella del Mercure che era un grande bacino lacustre Pleisocenico dove sono stati rinvenuti fossili di Elefanti ed Ippopotami e che fertilizzava la coltivazione di Cedro, e tanti torrenti come il Sinni e Peschiera, habitat naturale per la lontra.

Nel Parco del Pollino cinque importanti cime calcaree-dolomitiche: Monte Pollino 2248 m., Serra Dolcedorme 2267 m., Serra del Prete 2181 m., Serra delle Ciavole 2127 m. e Serra di Crispo 2053 m. – che segnano il confine tra Calabria e Basilicata, offrono un panorama mozzafiato del territorio calabro lucano e del Sud Italia. L’aria è rarefatta e limpida, spesso gelida per la neve; il silenzio è spesso interrotto dallo stridere dell’aquila reale.

I crinali rocciosi sono vestiti del simbolo del parco: i Pini loricati, conifere modellate dalle intemperie, in grado di piegare i loro rami per il vento e la neve, senza che questi si spezzino, dalle forme contorte con ciuffi di aghi aggrappati ad un tronco, la cui corteccia a scaglie, dall’aspetto “corazzato” a placche, ricorda la lorica degli antichi romani.
Anche dopo la loro morte biologica, grazie al loro alto contenuto di resina, resistono agli agenti atmosferici e dopo aver perso la corteccia il tronco diventa bianco e levigato. Dalla scala di Gaudolino – (antica strada di pellegrinaggio verso il Santuario della Madonna di Pollino), salendo dal sentiero Italia si raggiunge il pino loricato di oltre 900 anni di vita, chiamato il “Patriarca” e/o “Zi Peppe”.

Il Parco, con i suoi 192.000 ettari, è uno scrigno di biodiversità dato che l’ambiente naturale è di grande pregio e comprende tanti animali selvatici quali il Lupo, la lontra, il capriolo, il tasso, l’astore, il cinghiale, l’istrice, il driomio, il picchio nero, il gufo e l’aquila reali – in un habitat incontaminato di innumerevoli piante officinali e profumate, di boschi di conifere, di pini dalla “pelle bianca” (pinus leucodermis), lecci, querce, cerri, roverelle, estese faggete e alberi secolari.

Quest’area, oltre ad offrire itinerari per scoprire gli aspetti paesaggistici e naturalistici incontaminati, unici, bucolici, affascinanti e selvaggi del luogo, propone anche quelli culturali, enogastronomici e tradizioni contadine, agro-pastorali, popolari di feste, canti e danze, e geologici, archeologici, paleontologici e storico culturali tra musei e parchi archeologici e ancora, visite ad antiche fortificazioni Normanno-Sveve.
L’ecomuseo della Valle del Raganello con il suo canyon, 614 m. di profondità, è una suggestiva e spettacolare attrazione che ha l’intento di salvaguardare, tutelare le bellezze naturali e prestare attenzione ai centri storici per conservarne la cultura e la valorizzazione del suo paesaggio rurale.

Non meno importanti sono gli itinerari di educazione ambientale con le scuole, quelli sportivi e di relax, quali rafting, trekking, orienteering, ippotrekking, biking, canoa, torrentismo, cicloturismo, percorsi didattici sui sentieri dei briganti e anche avventure con le ciaspole e lungo le piste forestali della “Rueping (antiche ferrovie di montagna dismesse e utilizzate per trasporto legname) – il tutto in sicurezza, con adeguate attrezzature sportive e il supporto di guide esperte e qualificate, che con passione ed entusiasmo accompagnano per chilometri gli escursionisti e gli alunni alla scoperta di paesaggi incontaminati e spesso scolpiti dall’acqua.

E per finire, un itinerario dell’arte culinaria – dal grano e cereali al pane e minestre – di piatti tipici della tradizione popolare del Pollino: “stocco e patate”, “lagane e ciciri”, dromesat, cancariddi cruschi, funghi, fichi, miele, frutti selvatici, formaggio pecorino, ricotta calda associati a vini DOC.

Guide Ufficiali del Parco Nazionale del Pollino per escursioni tematiche, educazione ambientale, Trekking, video-conferenze per scuole o Enti,MTbike, sci escursionistico, ciaspole, corsa in montagna, escursioni enogastronomiche/culturali nei paesi del Parco (foto n. 10):
Carmelo Pizzuti – Tel.: 340.328.04.85 – Email: montea2006@libero.it
Luigi Perrone – Tel.: 347.441.66.19 – Email: info@guidaparcopollino.it

 
© Riproduzione Riservata
 

Commenti (11)


  1. Diana una splendida ed invitante descrizione di un posto quasi sconosciuto a molti. Le foto sono veramente belle. Ciao


  2. Un tuffo nel mio passato recente grazie alle tue bellissime e significative foto.
    E’ un parco nazionale probabilmente non visitato quanto la sua bellezza meriterebbe. Svolge senz’altro un’importante funzione conservazionistica ma con più turismo, rispettoso e sostenibile, sarebbe anche un concreto aiuto economico per le popolazioni dei comuni che ne fanno parte.
    Il silenzio e la pace di quei luoghi, le parole da te richiamate (e che hanno ormai più di trent’anni) devono assolutamente indurci a modificare i nostri stili di vita, il nostro rapporto con ciò che ci circonda che, come ricordavi, c’è dato in prestito dai nostri figli.


  3. @ Maria – grazie mille – mi fanno molto piacere i tuoi complimenti – l’intento è quello di far conoscere dei posti meravigliosi che si trovano anche al Sud.


  4. @ Matteo – bellissime e significative le tue parole che ricalcano l’amore per questo meraviglioso parco – l’entusiasmo nel pubblicizzare luoghi sconosciuti a molti e soprattutto convincere chi ci legge che possiamo fare tanto per la salvaguardia del nostro bel Paese affinchè i nostri figli e nipoti ne possano godere.


  5. @ le gentilissime, esperte e qualificate guide alpine – a cui ho inviato il link – Grazie mille, grazie perchè mi avete trasmesso l’amore che avete per la vostra ma anche nostra Terra di cui il grande parco nazionale del Pollino ne fa significativamente parte. :) ciao Luigi – ciao Carmelo :faccinachefaciao


  6. Splendido articolo Diana. Brava. La bellezza di quei luoghi, la pace, l’incontro con la natura mi mancano, era bello stare lì. Mi associo ai saluti per le guide alpine, ciao Luigi -ciao Carmelo.


  7. Brava Diana, cogli sempre nel segno giusto: ancora un reportage di grande interesse per la conoscenza delle bellezze del Sud-Italia.
    Di questo parco ho una collezione di diapositive anche della zona che affaccia sulla piana di Sibari, sullo Ionio. Consiglio di visitare Civita con il suo ponte del diavolo sulle gole del Raganello, Cerchiara, San Lorenzo Bellizzi ed il suggestivo santuario della Madonna delle Armi.


  8. Questo è il genere di reportage che per formazione e naturale inclinazione non posso che apprezzare. Continua così, vai scarpina e facci conoscere altre meraviglie come questa. :-)


  9. @ Emma grazie mille abbaimo passato proprio delle belle giornata (freddine) in luoghi incantevoli scanditi dalla pace


  10. @ Kris – hai dato degli tottimi consigli – anch’io concordo non si può non andare a Civita con il suo ponte del diavolo sulle gole del Raganello, a Cerchiara, San Lorenzo Bellizzi ed il suggestivo santuario della Madonna delle Armi.;)


  11. @ Stefy vado ma sarebbe bello poter dire Stefyyyyyy andiamo ;)

Lascia un Commento