Tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, quest’anno alla trentesima edizione.
Le proposte della Delegazione del Fondo Ambiente Italiano di Lecce hanno scelto il borgo di Gardigliano (paese fantasma) di Specchia. Il piccolo villaggio del sud Salento ha una storia particolare.

I primi documenti ufficiali risalgono intorno al 1400. La nascita dell’azienda agricola – industriale fu verso il 1920, quando Giovanni Greco ampliò Borgo Cardigliano grazie anche a una forte amicizia con uno dei gerarchi fascisti più in vista dell’epoca, Achille Starace, trasformando la distesa di campi, di circa 200 ettari, in una moderna e funzionale azienda agricola – industriale che produceva il tabacco levantino. Il villaggio divenne un vero centro urbano.Vi erano: il forno, il frantoio, uno spaccio di generi alimentari, un “dopo lavoro” e persino la scuola per i figli dei contadini che ormai s’insediarono stabilmente.

Verso la fine degli Anni ’60 il Borgo iniziò il suo declino dovuto soprattutto alla fine del monopolio del tabacco. Negli anni successivi Borgo Cardigliano sarà preso di mira dai vandali, il cui unico obiettivo era distruggere tutto quello che trovavano al suo interno. L’amministrazione comunale di Specchia, intorno agli Anni ’80, decise di acquistare l’intero territorio e così si diede vita ad un progetto di risanamento e di recupero del vecchio e abbandonato Borgo. Per molti anni era meta di molti turisti per soggiornare nel borgo, ricco dei più moderni comfort. Borgo Cardigliano ha incantato per anni i suoi ospiti.

Ormai da un po’ di anni, Borgo Cardigliano è chiuso. Abbandonato, incolto, triste. Passeggiando lungo il viale immenso, tra le sue campagne e il suo boschetto, si può ancora percepire, però, la presenza dei contadini che lavorarono in quei campi. Come se il tempo si fosse fermato al periodo più bello della sua storia.

Borgo Cardigliano è immerso nella malinconia di un posto che era così fiorente prima e tanto abbandonato ora. Resta comunque un pezzo di storia. Poco conosciuta forse, ma molto importante per la storia agricolo – industriale del Salento. E chissà che un giorno non rivedremo risplendere questo piccolo gioiello!

 
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